Il suo intento nella realizzazione di questi pezzi drammatici si focalizza sulla creazione di forme che generino installazioni seriali dai contorni indeterminati e irregolari. Le sculture rotte, frammentate e incompiute sono una riduzione radicale di forme familiari che, in base alla collocazione dell’opera, non hanno davvero una forma permanente e possono essere installate in modo diverso, a seconda della scelta spaziale. Queste opere bidimensionali diventano oggetti murali modificabili ogni volta e in ogni luogo. Le composizioni in rilievo, costituite da queste forme semplici, creano un testo poetico quando montate a parete. La parete e il pavimento sono da lei considerati parte integrante delle sue produzioni, così come lo è il luogo che occupano. Pertanto, lo spazio è strettamente connesso con le opere d’arte. Questo approccio giocoso suggerisce la possibilità di calibrare interventi site-specific che consentono la trasformazione dello spazio e contrastano l’idea di permanenza. Inoltre, la luce e le ombre che si proiettano trasformano e generano riflessi fugaci che forniscono significato narrativo alle forme rappresentate. Le ombre proiettate sono, per lei, parte dell’esperienza scultorea. L’intensità della fonte luminosa esalta i riflessi che si propagano dalla parete, affascinando lo sguardo.
Le sculture cercano di stimolare l’immaginazione piuttosto che mettere in scena una determinata prospettiva. Tuttavia, i titoli delle opere rivelano ciò che è implicito e suggeriscono allo spettatore la sua narrativa personale. L’osservatore è un partecipante che può immergersi alla ricerca di elaborare un senso e, di conseguenza, attingere dalla propria fantasia ed esperienza per dare definizione all’opera.
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