venerdì 23 maggio 2025

Una serata per Franco Raggi

 La galleria presenta una serata speciale dedicata all’architetto

con la proiezione del film Fare...Franco Raggi,

un dialogo tra Franco Raggi ed Enrico Morteo

e il nuovo allestimento di opere Interni Morbidi repêchage

 

 

lunedì 26 maggio 2025, ore 18.30

 

 

La mostra sarà visitabile fino al 31 maggio 2025

 

 

 

Antonia Jannone Disegni di Architettura

Corso Garibaldi 125 – 20121 Milano

www.antoniajannone.it


Milano, 23 maggio 2025. Lunedì 26 maggio alle 18.30 la galleria Antonia Jannone Disegni di Architettura presenta una serata speciale dedicata all’architetto e designer italiano Franco Raggi.

Raggi, in dialogo con l’architetto e storico del design Enrico Morteo, introdurrà il film Fare… Franco Raggi (Muse Factory of Projects, 2025) proiettato negli spazi della galleria che per l’occasione presentano anche Interni Morbidi repêchage un nuovo allestimento dei suoi arazzi che resterà visitabile fino al 31 maggio 2025.

 

Fare… Franco Raggi, il cui soggetto è stato scritto da Francesca Molteni e Franco Raggi, con regia e montaggio Nicolò Amedeo e Flora Del Debbio, ripercorre l’opera dell’architetto attraverso le sale della mostra Pensieri instabili ospitata alla Triennale fino ad aprile scorso, oltrepassando poi le mura dell’istituzione milanese per raccontare la casa radicale dell’amico architetto Gianni Pettena, realizzata da Raggi all’Isola d’Elba. Questa particolare sezione del film rappresenta un tuffo nei ricordi, negli sperimentali anni Settanta, accanto ai maestri e amici di un tempo come Alessandro Mendini, Ettore Sottsass e Ugo Marano.

Franco Raggi, Arazzo N.7 Porta rossa con parete azzurra, 2022-2023,

160×105 cm, disegni a pennarello e tempera su tessuto, con tessuti e materiali vari cuciti a mano,

esecuzione tessile Roberta Beghelli, ph Miro Zagnoli.

 

 

Interni Morbidi repêchage presenta una serie di lavori di Raggi realizzati utilizzando la tecnica tradizionale del quilting; disegnate su carta, poi trasposte su tela e realizzate con Roberta Beghelli per la parte tessile, queste opere hanno una base in tela di cotone doppiato e utilizzano materiali, spessori e colori diversi – dal feltro all’astrakan, dal velluto al raso – per ritrarre spazi stilizzati in cui la figura umana è assente, e lo spettatore è guidato alla scoperta di oggetti scenici e surreali, in una dimensione di gioco, incoerenza e instabilità.

 

Gli arazzi di Raggi – disegnati a mano usando gli stessi colori che troviamo anche nei suoi progetti di architetture, mobili e oggetti – ci portano dentro stanze filiformi simili a quinte sceniche, abitate da macchine teatrali ludiche e misteriosema, nonostante molti archetipi richiamino alla poetica surrealista di inizio Novecento, la sua non è una narrazione simbolica o metafisica, quanto piuttosto profondamente ironica.

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