La mostra De Chirico De Pisis. La mente altrove
segna l’inizio di un nuovo corso per i Musei Civici di Domodossola con
la nomina di Antonio D’Amico a Conservatore delle Raccolte d’arte del
Comune.
D’Amico cura una esposizione innovativa, che pone i grandi maestri De Chirico e De Pisis per la prima volta a confronto con le nature morte del Seicento Napoletano. Inoltre dopo essere stata ammirata nei più grandi musei internazionali dal MoMa al Metropolitan, la mostra espone anche la celebre Natura morta del 1942 che Giorgio Morandi taglia davanti a Carlo Ludovico Ragghianti, un’opera rara e preziosa che testimonia l’amicizia dell’artista con il famoso critico.
Nel percorso espositivo anche un’inedita ambientazione metafisica, che mette in dialogo una poltrona originale dipinta da De Pisis con gli arredi provenienti dalle collezioni di Palazzo Silva a Domodossola, regalando un’atmosfera sospesa ed evocativa.
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Il
Comune di Domodossola, in collaborazione con la Fondazione e
l’Associazione Ruminelli, la Fondazione Comunitaria del VCO e
l’Associazione Musei dell'Ossola, presenta un affascinante percorso
espositivo all’interno della duecentesca chiesa-museo di Palazzo San Francesco.
All’ombra degli affreschi che raccontano storie provenienti da epoche
lontane, visibili sulle volte delle campate laterali, dialogano tra loro
i dipinti di Giorgio De Chirico (Volo 1888 – Roma 1978) e di Filippo De
Pisis (Ferrara 1896 – Brugherio 1956), due tra i più grandi
protagonisti dell’arte del Novecento.
De Chirico De Pisis. La mente altrove è l’invito a entrare in contatto con il mondo figurativo e onirico di circa 35 opere, provenienti da prestigiose collezioni private italiane ed estere, realizzate da entrambi gli artisti nell’arco della loro vita e proposte in un particolare allestimento che in una delle due cappelle della chiesa in Palazzo San Francesco sfocerà in un’ambientazione metafisica, silente, evocativa: una poltrona dipinta da De Pisis attende l’artista, là, dentro una stanza dove ogni cosa è immobile, dagli arredi provenienti dalle collezioni di Palazzo Silva a Domodossola, genesi suggestiva per la creazione pittorica, alla visione di una natura morta che conquista la realtà e se ne appropria.
Come ha dichiarato l’Assessore alla Cultura Daniele Folino, “la mostra segna anche l’inizio di una nuova era per la vita dei Musei Civici di Domodossola, intrapresa con la nomina di Conservatore delle nostre raccolte d’arte di Antonio D’Amico, figura giovane e dinamica ma di consolidata esperienza, col quale abbiamo intrapreso il lavoro di riallestimento dei piani superiori di Palazzo San Francesco che confidiamo di aprire entro la fine del 2019, per restituire alla città, al territorio del VCO e a quanti vorranno venire a Domodossola tutte le intriganti e variegate collezioni che giacciono nei depositi da oltre trent’anni”.
La mostra sviscera il tema della mente altrove, del sogno, tema cardine anche della seconda edizione di Domosofia che si terrà a Domodossola nella terza decade del mese di settembre.
Attraverso il linguaggio della metafisica, di cui De Chirico e De Pisis sono assoluti protagonisti, si potrà assistere alla suggestione che pittura e poesia si scambiano all’infinito le parti in un gioco armonico d’amorosi sensi. Infatti, afferma De Pisis, “la metafisica (poesia in altre parole) che si sprigiona da un’opera d’arte, non si riferisce solo alle forme più o meno astratte in cui essa è composta, ma allo spirito che la informa. […] La metafisica è fatta spesso più di semplicità, chiarezza, sonorità e palpito che di ricerca e di aridità”.
In mostra, nella selezione curata dal nuovo Conservatore dei Musei Civici Antonio D’Amico, si potranno ammirare tele che raffigurano i temi consueti del loro repertorio: le nature morte, animate per De Pisis e inanimate in De Chirico, le vedute cittadine, in cui si scorgono a volte piccoli o grandi personaggi che vivono nel silenzio dello spazio, e i ritratti - in cui grazie allo strumento pittorico, i due artisti comunicano una personalissima percezione del tempo, inteso come un eterno presente e guardano la realtà che li circonda con uno sguardo intimo e psicologico, scoprendo che ogni cosa possiede un’anima e un preciso racconto da mostrare. De Chirico e De Pisis si astraggono dalla realtà e si lasciano trascinare dal sogno e dal ricordo di luoghi e immagini, infatti ogni composizione smaschera le loro passioni e contiene idee, pensieri e, soprattutto, l’essenza nascosta della natura che i due artisti scrutano per restituire allo spettatore le sensazioni provate dinanzi ad essa.
Nel panorama contemporaneo recente delle esposizioni dedicate all’arte di questi due protagonisti del Novecento, la mostra di Domodossola aggiunge un significativo tassello inedito e propone un suggestivo dialogo tra le nature morte di De Chirico e De Pisis e quelle napoletane del Seicento di Giuseppe Recco e di Giovanni Battista Ruoppolo, opere che hanno ispirato De Pisis e non solo, tanto è vero che De Chirico in visita al Prado nel 1929 scrive alla sua Cornelia e gli confessa che “la vista della pittura antica, le opere dei geni passati mi ha di nuovo esaltato”. Il medesimo sentimento proverà lo spettatore soffermandosi a vedere capolavori tra loro lontani nel tempo ma che sprigionano un afflato emotivo di affinità.
Per
la prima volta infatti, a Domodossola, si potranno vedere due
straordinarie nature morte di De Pisis contenenti ostriche, affiancate a
una grande natura morta con pesci, tra cui le ostriche, eseguita negli
anni Trenta del Seicento da Giovanni Battista Ruoppolo, artista
napoletano e maestro nel genere della natura morta caravaggesca.
Inoltre, un vaso con fiori di montagna, realizzato da De Pisis ad
acquarello su carta, con una forte attenzione alla botanica verrà
affiancato a una deliziosa quanto realistica tela con un vaso di fiori
dipinto da Giuseppe Recco a Napoli, qualche anno dopo la morte di
Caravaggio.
A coronare questo percorso un capolavoro silente di Giorgio Morandi che completa la visione metafisica, intendendo l’arte uno strumento per conoscere sé stessi e per vedere il mondo in cui viviamo con la mente altrove.
Questa mostra - resa possibile grazie al contributo di Fondazione Comunitaria del VCO e Fondazione e Associazione Ruminelli che finanzia e garantisce l’apertura di Palazzo San Francesco attraverso il personale dell’Associazione Musei dell’Ossola - potenzia la proposta artista e culturale di Domodossola come ricorda il Sindaco, Lucio Pizzi: “Quanti arriveranno a Domodossola per la prima volta, potranno scoprire un territorio ricco di storia e cultura, con una consolidata tradizione che guarda alle Alpi e si apre al dialogo con i paesi vicini, come ad esempio la Svizzera con cui si ha da sempre un privilegiato rapporto di scambio anche culturale. Testimonianza recente di questo connubio l’esposizione del Bacio di Rodin che la generosità dell’ing. Léonard Gianadda ci ha regalato proprio a Palazzo San Francesco, dove adesso arrivano le opere di De Chirico e De Pisis”.
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