Una serata con aperitivo e video d’artista organizzata da
Casa dei Saperi alla Fondazione Adolfo Pini per festeggiare il Natale.
Per l’occasione apertura straordinaria delle mostre:
Monumenti impermanenti di Stefano Romano e
Giorni Segreti di Giovanni De Lazzari
Giovedì 12 dicembre a partire dalle 18.30 la Fondazione Adolfo Pini apre le porte al pubblico per una serata speciale organizzata da Casa dei Saperi, “Natale a casa Bongiovanni Radice - Pini, con video d’artista e aperitivo. Un momento per incontrarsi nella casa museo e scambiarsi gli auguri in vista delle feste, visitando anche le mostre Monumenti impermanenti di Stefano Romano e Giorni Segreti di Giovanni De Lazzari che per l’occasione rimarranno aperte fino alle ore 21.30.
Nelle sale al primo piano della Fondazione il pubblicò avrà la possibilità solo per questa serata, di vedere tre video di artisti pluripremiati: Siham & Hafida di Meriem Bennani, Les Indes Galantes di Clément Cogitore e Wolkaan di Bahar Noorizadeh inseriti all’interno della mostra site-specific Giorni Segreti. L’installazione video, a cura di Sonia D’Alto parte del team curatoriale del progetto Casa dei Saperi, dal titolo Utopia della narrazione: confondere i confini tra finzione e realtà, invita l’osservatore a riflettere sullo sconfinamento tra finzione e realtà, per ricordarci che il modo in cui raccontiamo le storie può sfidare le strutture di potere dominanti.
La serata sarà inoltre l’ultima occasione per visitare la mostra di Stefano Romano Monumenti impermanenti, nella galleria al piano terra di Corso Garibaldi 2. L’esposizione, a cura di Gabi Scardi, riunisce opere afferenti all’ultimo decennio di attività dell’artista.
LE PROIEZIONI
Siham & Hafida di Meriem Bennani (2017. 30:00 Min) presenta una visione lisergica, carica di colori e di ritmi sonori. L’esotismo del Marocco si mescola con i caratteri dei personaggi digitali e presenta umoristicamente gli effetti delle biotecnologie sul corpo delle donne e delle città marocchine. Danzatrici chickat sono filmate in maniera documentaristica con uno smartphone; archetipi incontrano la danza volitiva di creature tipiche dei videogiochi.
Les Indes Galantes di Clément Cogitore (2017. 5:26 Min) è una rivisitazione dell’opera- balletto omonima di Jean Philippe Rameau (1735). Se il lavoro di Rameau espone lo sguardo ambiguo dell’Europeo sull’Altro, Cogitore mette in scena una reinterpretazione di una parte del balletto con un gruppo di danzatori Krump – danza nata negli anni ’90 nelle periferie di LA. In questa metafora, che gioca con l’appropriazione culturale, sono interrogate le frontiere. L’utopia è chiaramente presente nell’incontro.
Wolkaan di Bahar Noorizadeh (2015. 29:39 Min) presenta un evento cinematografico interrotto. Due estremità geografiche diverse, due narrazioni discordanti: una città nella notte in prossimità di una catastrofe naturale, e un dialogo in macchina tra padre e figlio, di giorno. Entrambe le scene suggeriscono il tema del risveglio e della presa di coscienza.
LE MOSTRE
La mostra Monumenti impermanenti di Stefano Romano, a cura di Gabi Scardi riunisce nella galleria al piano terra di Corso Garibaldi 2 opere afferenti all’ultimo decennio di attività dell’artista e si compone, in particolare, di due serie fotografiche e diversi video fra cui Zanafilla, di recente realizzazione e mai esposto prima. Tra le modalità espressive privilegiate dall'artista vi è anche l’intervento performativo, messo in scena spesso nello spazio pubblico e basato sulla tecnica del re-enactment.
Nel lavoro di Stefano Romano le tematiche culturali, politiche e sociali si intersecano. I principali riferimenti della sua ricerca sono il tempo, la storia, la memoria, i concetti di soggetto e di cittadinanza. La sua attenzione si focalizza su ciò che è stabile e assertivo: come gli inni ufficiali, dei quali smantella la forma sostenuta e austera; il concetto di famiglia, che riformula su base empatica; i monumenti, che da stabili e autorevoli per natura, perdono rigidità e diventano precari - Impermanenti - ma nello stesso tempo acquistano umanità.
Il progetto site-specific GIORNI SEGRETI di Giovanni De Lazzari, a cura di Anna Daneri, mette a confronto i diversi nuclei intorno a cui si sviluppa la ricerca dell’artista. Accanto a disegni, collage, opere pittoriche e scultoree, sono esposti una selezione di taccuini, attraverso i quali è possibile ricostruire le tappe del lavoro di Giovanni de Lazzari, fin dalla sua genesi. Attraverso il tratto della matita, lo strumento più assiduamente utilizzato dall’artista, immagini e testi prendono forma come miniature nelle pagine dei taccuini che De Lazzari realizza in una pratica quotidiana.
Per la mostra GIORNI SEGRETI l’artista ha realizzato un wall drawing, in scala architettonica, dell’opera Groviglio. Gli elementi vegetali e animali, ricorrenti nei lavori esposti, stabiliscono un dialogo inedito con le decorazioni e gli arredi della casa-studio, oltre che con i dipinti del pittore Renzo Bongiovanni Radice. È il caso del trittico di disegni Abbracci (2013), in cui l’intreccio tra due serpenti crea un’immagine potente sospesa tra amore e morte.
Mostra visitabile fino al 6 marzo 2020
Orari dal lunedì al venerdì 10:00 – 13:00 | 15:00 – 17:00
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