lunedì 23 dicembre 2019
A Chiaramonte Gulfi nasce “cuscussina”, l’arancina dell’integrazione
Il Progetto SIPROIMI Chiaramonte Gulfi e l’Istituto Alberghiero “Principi Grimaldi” di Modica re-inventano il piatto della pace
Lunedì 16 dicembre sei minori stranieri del Progetto SIPROIMI di Chiaramonte Gulfi, hanno incontrato sette giovani aspiranti chef dell’Istituto Alberghiero “Principi Grimaldi” di Modica presso i laboratori di cucina a Chiaramonte. Una mattinata all’insegna dell’integrazione e dell’interculturalità, promossa dalla Cooperativa sociale Onlus Nostra Signora di Gulfi che, tra i tanti obiettivi, ha quello di promuovere attività di forte impatto sociale.
Angela Dipasquale, responsabile della formazione dei minori stranieri SIPROIMI, e il professore Giovanni Brullo, docente di Tecnica e Pratica di Cucina, hanno deciso di dedicare l’attività gastronomica alla preparazione del cous cous, definito da qualche anno “il piatto della pace” perché capace di unire, per storia e tradizioni, tutti i popoli che si affacciano sul Mediterraneo.
Presenti tra i fornelli anche Giulia Barca, assistente sociale dei minori ospiti della Cooperativa, il personale tecnico e i docenti dell’alberghiero che hanno preso parte a una lezione di cucina diversa dal solito, dando vita a un momento che aprirà la strada ad altre collaborazioni future.
Immersi in una atmosfera di curiosità, sperimentazione e professionalità, invasi dall’odore di spezie e aromi orientali (curcuma, cannella e altri), misti alle erbe nostrane, alcune raccolte direttamente dall’orto della scuola, tra i fumi della cottura al vapore per la semola del cous cous lavorato a mano da tutti i ragazzi e un pentolone con lo spezzatino di agnello e un mix di ortaggi, un po' per gioco, un po' per caso, in mezzo a 15 cappelli da cuoco, prende vita “Cuscussina”, l’arancina di cous cous che stupisce chef e ragazzi. Al termine della mattinata fatta di preparazioni varie, cotture diverse, spiegazione e miscela sapiente di ingredienti, cenni storici di usanze e origine del piatto, come vuole la tradizione di questi popoli stranieri, ma anche all’insegna dello spirito di accoglienza, si è compiuto il rito dell’Agape, un momento di condivisione tra tutti consumando insieme i piatti preparati. Era presente anche il presidente della cooperativa “Nostra Signora di Gulfi”, Gianvito Distefano. Ma tanto clamore e meraviglia ha suscitato l’assaggio dell’arancina di cous cous, «È un piatto mai realizzato prima. L’idea dell’arancino è stato quasi un gioco, ma il risultato ha stupito tutti, per primi gli stessi ragazzi e noi docenti» afferma il professore Brullo.
Al momento rimangono top secret alcuni degli ingredienti, dosi e procedimento.
«Ci auguriamo che Cuscussina diventi il simbolo dell’importanza della contaminazione tra culture diverse – afferma Gianvito Distefano - e di come sia possibile far convivere, metaforicamente, nello stesso piatto, più tradizioni senza che l’una escluda l’altra. È questo il messaggio che vogliamo lasciare alle generazioni contemporanee e future». Cosi, tra una foto ricordo e l’altra, termina una giornata davvero speciale per gli ospiti del SIPROIMI di Chiaramonte (cinque bengalesi ed un etiope), cuochi per un giorno, e per gli studenti dell’Istituto Alberghiero ai quali rimane il piacere di aver conosciuto dei ragazzi speciali.
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