Un intervento site-specific negli spazi ottocenteschi della dimora del mecenate milanese. Con Vita d’Artista,
Flavio Favelli (Firenze, 1967) è protagonista di un progetto espositivo
site-specific che coinvolge tutti gli spazi della Fondazione Adolfo
Pini. Partendo dalla suggestione del libro di Carlo Cassola che, con lo
stesso titolo, affronta la questione dell’arte rispetto a certi ideali,
alla politica, all’impegno sociale, Favelli interviene nella casa che fu
di Adolfo Pini (1920-1986) e prima di lui del pittore Renzo Bongiovanni
Radice (1899-1970), alla ricerca di un confronto tra il passato, la sua
eredità e l’opera dell’artista. Flavio Favelli utilizza oggetti
d’arredamento o di uso comune che rimandano sia all’estetica borghese
degli ambienti familiari in cui è cresciuto, sia a quella del consumo
prodotto dall’industria e dalla pubblicità. Nelle sue opere – collage,
sculture, ambienti – i materiali vengono assemblati dando vita a
sovrapposizioni di senso che non snaturano gli oggetti ma ne amplificano
il valore simbolico. Sono oggetti di una quotidianità passata ma
inconsciamente presente ancora oggi.
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