| Questa volta la newsletter arriverà per molti in ritardo. Manca poco meno di una settimana all’escursione che l’Ecomuseo ha programmato per sabato 28 giugno lungo il Torrente Orvenco, e già le iscrizioni si sono chiuse. L’escursione rientra nelle attività promosse nell’ambito del processo partecipativo del Contratto di Fiume relativo al Ledra, di cui l’Orvenco è uno dei due tributari montani (l’altro è il Vegliato). Un successo atteso, che dimostra la capacità dell’Ecomuseo di organizzare eventi di richiamo, e la volontà dei partecipanti di conoscere in profondità un territorio che riserva molte sorprese. A questo si aggiunga una valente guida naturalistica (Marco Pascolino) e il gioco è fatto! Si tratta del terzo appuntamento alla scoperta del reticolo idrografico del Ledra, altri tre ne seguiranno e riguarderanno l’asta principale del fiume, alimentata dalle risorgive del Campo di Osoppo-Gemona. |
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L’Orvenco trae origine da una zona di sorgenti poste nell’ampio anfiteatro alla base del Monte Cuarnan, in corrispondenza del contatto tettonico fra i calcari e le dolomie, a monte, e la formazione marnoso-arenacea del Flysch. A valle il torrente disegna una serie di rapide e cascate di pregevole bellezza, prima di raggiungere la piana e scomparire tra le ghiaie del conoide alluvionale a cui ha dato forma. Per i fortunati (e avveduti, per via della prenotazione anticipata) che si sono iscritti all’escursione, sarà l’occasione per scoprire i freschi boschi e alcune delle borgate di Montenars (Cologna, Lazzaretto, Jouf e Bulons) prima di concludere il cammino al cospetto delle rovine del Castello di Ravistagno, balcone panoramico e compendio visivo della pianura sottostante. |
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«I Contratti di Fiume concorrono alla definizione e all’attuazione della pianificazione di distretto a scala di bacino e sottobacino idrografico, quali strumenti volontari di programmazione strategica negoziata che perseguono la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali, unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico, contribuendo allo sviluppo locale di tali aree» (Codice dell’Ambiente, art. 68 bis, 2006). |
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