venerdì 7 novembre 2025

PROROGA MOSTRA FINO AL 23 NOVEMBRE 2025 Chi esce entra A Tribute Exhibition to a Disappearing Building

 a cura di Simon Würsten Marin

 

 

Una mostra collettiva per celebrare la storia

e il futuro di un edificio in trasformazione

 

 

 

 

10 ottobre – 23 novembre 2025

 

 

Via Gregoriana 9, 00187 Roma

www.biblhertz.it

 

 

Chi esce entra. A Tribute Exhibition to a Disappearing Building. Installation view, Via Gregoriana 9, Roma.

Credits: Enrico Fontolan, Bibliotheca Hertziana – Istituto Max Planck per la storia dell’arte


Roma, 7 novembre 2025. La Bibliotheca Hertziana – Istituto Max Planck per la storia dell’arte annuncia la proroga fino al 23 novembre 2025 della mostra Chi esce entra. A Tribute Exhibition to a Disappearing Building, a cura di Simon Würsten Marin, ospitata negli spazi di via Gregoriana 9, a pochi passi dalla storica sede dell’Istituto al civico 28. L’estensione delle date – inizialmente previste fino al 9 novembre – è stata decisa in seguito al grande successo di pubblico e al forte interesse suscitato dal progetto, che ha raccolto un’ampia partecipazione e un vivo riscontro da parte della città e della comunità artistica internazionale.

 

Nel cuore di Roma, un edificio con oltre un secolo di storia culturale ma abbandonato da trent’anni sta per perdere le tracce dei suoi usi passati. Come può l’arte intervenire per preservare ciò che rischia di scomparire dalla memoria collettiva? Con questo progetto site-specific, inedito nella storia dell’Istituto, il pubblico è invitato a riflettere sul rapporto tra memoria, architettura e trasformazione urbana.

 

Riunendo oltre venti artist3 italian3 e internazional3 attiv3 tra scultura, pittura, fotografia, installazione, video e performance, la mostra rende omaggio alla funzione originaria dell'edificio, portando le opere esposte in un dialogo riflessivo e sensoriale con l’architettura.

 

Inaugurato nel 1911 come galleria privata dal noto mercante e collezionista Ludovico Spiridon, l’edificio ha vissuto molteplici trasformazioni e funzioni nel tempo. È stato conosciuto soprattutto come sede di La Cage aux folles, iconico club della vivace vita notturna romana degli anni Ottanta, prima di cadere in disuso. Oggi si presenta come una rovina contemporanea – nascosta nel centro storico e inaccessibile al pubblico, ma non ancora del tutto dimenticata. Con questa presa di possesso effimera, la mostra restituisce vita all’edificio in un atto collettivo di memoria, prima della sua radicale trasformazione come nuova estensione della Bibliotheca Hertziana.

 

Chi esce entra interpreta l’attuale stato di degrado dell’edificio come una fase ulteriore e significativa della sua storia stratificata e come terreno fertile per l’espressione creativa e il pensiero critico. Al centro del progetto si situa la riflessione sul ruolo e sul potenziale della pratica artistica nel preservare la memoria culturale e, al contempo, nel mettere in discussione la storiografia tradizionale – in particolare eludendo metodologie accademiche e sfumando le narrazioni istituzionali. Le opere del3 artist3 coinvolt3 si confrontano in modi soggettivi, poetici o speculativi con i temi del decadimento, dell’eredità culturale e della politica della memoria. Esse invitano a riflettere su come i processi di ricordo e oblio prendano forma negli spazi pubblici e domestici, contribuendo così a plasmare identità individuali e collettive. Presentate in questo contesto non convenzionale e in rovina, le opere – varie delle quali site-specific – riattivano l’architettura e la storia dell’edificio, sviluppando al tempo stesso trame diverse che espandono l’indagine oltre i muri di via Gregoriana 9.

 

Il titolo della mostra – Chi esce entra – è tratto da un’opera in feltro di Vincenzo Agnetti del 1971, in cui la frase è marchiata a fuoco e dipinta sulla superficie. Apparente aporia, suggerisce che gli opposti non siano necessariamente esclusivi, ma possano convergere generando prospettive inattese e nuovi significati. In questo contesto, è la scomparsa imminente dell’edificio a innescare il ricordo, offrendo l’opportunità di riscoprirne la storia. In questo modo, invece di apparire come lo scheletro residuo di un luogo ormai vuoto e privato delle sue funzioni passate, come protagonista della mostra, lo spazio torna una volta popolato da opere e visitator3.

 

Simon Würsten Marin, curatore della mostra:

Per questo progetto molto speciale, ho scelto artistɜ il cui lavoro non solo dialoga visivamente con lo spazio, ma risuona anche con la sua storia e con le sfide culturali legate alla trasformazione dell’edificio. Ciascun artista in mostra, a modo suo, è interessato alla memoria e a come essa si manifesta attraverso l’architettura. Moltɜ del artistɜ adottano una posizione critica nei confronti delle narrazioni storiche istituzionali e del modo in cui esse escludono o addirittura cancellano determinate realtà o prospettive. L’arte permette loro di attirare l’attenzione su queste omissioni e rimozioni. Attraverso le loro opere, molte delle quali create in situ, questɜ artistɜ ci invitano non solo a vivere questo sito eccezionale, ma anche a riflettere su come la memoria collettiva venga costruita e influenzi il nostro senso di identità.

 

Tristan Weddigen, direttore presso la Bibliotheca Hertziana:

Come istituto di ricerca di storia dell’arte, sentiamo la responsabilità di documentare e preservare la memoria di uno spazio culturale prima di destinarlo alle nostre attività scientifiche. Poiché la Bibliotheca Hertziana sostiene anche lo studio dell’arte contemporanea, abbiamo adattato la metodologia di conseguenza. Con questa mostra mettiamo in scena una forma di rievocazione critica di quell’edificio: presentando arte contemporanea tra le rovine di una galleria storicista, invitiamo il pubblico a vivere la storia delle condizioni estetiche e istituzionali dell’arte, e al tempo stesso a creare una memoria collettiva di un luogo che tutti vedremo per la prima – e ultima – volta.

 

Chi esce entra. A Tribute Exhibition to a Disappearing Building è accompagnata da un volume edito da Dario Cimorelli Editore, a cura di Simon Würsten Marin, con saggi di Tristan Weddigen, Simon Würsten Marin, Margherita Fratarcangeli, He Shen, con un’ampia documentazione storica e di ricerca sull’edificio e sull’esposizione creando una traccia permente su via Gregoriana 9.

 

La mostra è un’iniziativa di Rome Contemporary, un focus di ricerca del dipartimento di Tristan Weddigen, ed è promossa dalla Fondazione Max Planck. La Fondazione è l’attuale proprietaria di via Gregoriana 9, che è riuscita ad acquisire grazie al sostegno di uno sponsor privato. In qualità di costruttore e sviluppatore, la Fondazione sta realizzando il progetto di trasformazione in stretta collaborazione con la Bibliotheca Hertziana.





INFORMAZIONI PER IL PUBBLICO

Orari di apertura e accessibilità

Via Gregoriana 9, 00187 Roma

mercoledì – domenica, ore 16.00–20.00

fino al 23 novembre 2025

www.biblhertz.it

Prenotazione agli eventi: https://www.biblhertz.it/chi-esce-entra

Accesso gratuito

Siamo spiacenti di comunicare che a causa delle sue caratteristiche architettoniche, lo spazio sfortunatamente non è accessibile a persone con mobilità ridotta.

 

Contatti

Bibliotheca Hertziana – Istituto Max Planck per la storia dell’arte

Via Gregoriana 28, 00187 Roma

Mara Freiberg Simmen | mara.freibergsimmen@biblhertz.it

 

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