La ferrovia Montebelluna-Susegana era una
linea
ferroviaria italiana
a doppio
binario non elettrificata. Fu costruita ex
novo per la sola sezione tra Montebelluna
e il Bivio Piave posto sulla Mestre-Udine,
in quanto la tratta tra questa località ferroviaria e la stazione
di Susegana, avente lo scopo di attraversare il
Piave,
era in comune con quest'ultima linea.
I servizi ferroviari locali erano invece svolti
tra Montebelluna
e Conegliano.
Prodromi
Questa ferrovia fu concepita in un periodo di
grande fervore ferroviario nel nord-est del paese, come itinerario
alternativo al passaggio per il trafficato nodo di Treviso
dei treni provenienti dal sud e dal nord ovest dell'Italia
e diretti verso il confine est dell'allora Regno. Fu caldeggiata in
questo senso anche dal Ministero
della Guerra attraverso le alte gerarchie
militari come importante linea verso il confine orientale e delle
cosiddetta "terre
irredente". Si inseriva quindi in un
generale clima di costruzione di infrastrutture che coinvolse il
Veneto
(oltre al Friuli) nelle fasi precedenti alla Prima
guerra mondiale, periodo nel quale furono
costruite o completate numerose linee, come la Spilimbergo-Gemona,
la Motta-San
Vito, la Motta-Portogruaro,
la Udine-Majano
e la Belluno-Calalzo.
In particolare con regio
decreto 1º novembre 1914, n. 1241
venne autorizzata la costruzione delle seguenti ferrovie a cura
diretta dello Stato (quindi di rilevante importanza nazionale):
Montebelluna-Susegana, Udine-Maiano e Sacile-Aviano.
L'itinerario che i treni provenienti dal
Nord-Ovest avrebbero sfruttato era quello passante per Vicenza,
Castelfranco
e Montebelluna,
mentre nelle intenzioni dei progettisti l'itinerario da sud prevedeva
l'innesto dalla stazione di Padova Campo Marte, lo scavalcamento
della Milano
– Venezia e il proseguimento verso
Camposampiero
e Castelfranco.
A questo scopo, risultando la stazione di
Montebelluna
di testa rispetto alla "traversata" Castelfranco – Bivio
Piave – Susegana, fu progettato e costruito un complesso
sistema di raccordi diretti tra la linea proveniente da sud-ovest e
la nuova ferrovia. La linea fu realizzata adottando i fabbricati in
stile unificato delle Ferrovie
dello Stato con la particolarità che pur
essendo stata progettata e costruita a doppio
binario i caselli sono del tipo ridotto.
La progettazione della ferrovia ostacolò, di
fatto, i progetti di espansione della tranviaria che la Società
Veneta stava sviluppando nella zona con
l'apertura, avvenuta nel 1913,
delle tranvie Montebelluna-Valdobbiadene
e Montebelluna-Asolo,
la seconda delle quali avrebbe dovuto rappresentare il tronco
intermedio di un auspicato collegamento fra Bassano
del Grappa e Ponte
della Priula, rispetto al quale la nuova
arteria si poneva in diretta concorrenza.
Apertura ed esercizio durante la prima guerra mondiale
Fu attivata il 25 maggio 1916
durante il conflitto,
con la maggior parte degli edifici ancora in legno. Grazie al
raddoppio coevo delle tratte Padova-Castelfranco,
Vicenza
– Castelfranco e Castelfranco
– Montebelluna Bivi, la linea cominciò in
modo proficuo ad essere sfruttata per il motivo sostanziale per il
quale era stata costruita. Con lo sfondamento austro-tedesco di
Caporetto
fu presto coinvolta dagli eventi bellici e danneggiata gravemente.
Gli estesi rilevati delle curve di Nervesa,
così come il corrispondente sulla Mestre-Udine
tra Spresiano
e il Piave,
furono proficuamente utilizzati dall'Esercito
Italiano impegnato a sottrarsi dal tiro nemico.
Lungo la Pontebbana,
che costeggia la ferrovia, sono ancora pressoché intatti e
visitabili molti dei bunker costruiti in quel tempo. Dopo la
Battaglia
di Caporetto, la linea funse da confine tra la
terra rimasta italiana e la terra occupata dalle forze degli Imperi
centrali le quali erano riuscite a superare il
Piave
in più punti, senza però mai riuscire ad attestarsi stabilmente
oltre la ferrovia.
La linea fu ricostruita dopo la guerra e riaperta
nel 1920.
Declino e chiusura
Durante il secondo
conflitto (entro il 1941), le esigenze militari
imposero di asportare il binario pari di questa linea (insieme alle
tratta Camposampiero-Bivio San Gaetano-Bivio Feltrina) al fine di
consentire il completamento dell'importante ferrovia
Treviso-Ostiglia. Dopo il secondo conflitto il
traffico decadde e presto la linea venne privata in gran parte del
traffico merci che ne aveva favorito la costruzione. Divenuta una
ferrovia secondaria fu coinvolta nella crisi del sistema dei
trasporti ferroviari degli anni
sessanta. Nel 1964
ad esempio si contavano solo due coppie di treni locali tra
Montebelluna e Conegliano e infatti nel 1966
la linea fu soppressa insieme a molte altre ferrovie. Nonostante la
chiusura della linea ferroviaria, negli anni
settanta le ferrovie dello Stato organizzavano
ancora, tra Montebelluna e Conegliano, dei servizi di trasporto
sostitutivi.
La linea rimase in attività, come raccordo, fino
a Giavera
del Montello al servizio di un deposito
militare e fu pertanto percorsa da sporadiche tradotte. Perso anche
questo traffico, la linea fu successivamente riattivata per i primi
chilometri da Bivio Piave (rinominato nel frattempo raccordo
Giavera) verso Nervesa, al servizio di una industria locale
confinante con essa che la utilizzava come raccordo per il trasporto
dei propri materiali. Va tuttavia ricordato che per servire questo
raccordo venne riarmato l'ex binario pari della linea, mentre quello
propriamente appartenente alla Montebelluna-Susegana (ex dispari)
rimase armato con l'armamento originale e interrotto presso l'ex
bivio Piave. Divenne successivamente a suo malgrado famosa perché
venne minata in alcuni punti per eseguire delle perizie ordinate
dalla magistratura.
La ferrovia è stata ufficialmente soppressa con
il decreto
del presidente della Repubblica 18 aprile 1984,
n. 140.
La linea si staccava dalla radice sud-est della
stazione
di Montebelluna e con una grande curva si
portava in direzione est.
Dopo essersi innestata al Bivio Feltrina
nel sistema dei raccordi provenienti da Castelfranco
Veneto, la ferrovia correva alle falde del
Montello
parallela e a sud della strada
provinciale 248 Schiavonesca.
Dopo aver toccato le stazioni di Volpago
del Montello, Giavera
del Montello e Nervesa
della Battaglia con due grandi curve in
rilevato, di cui una curva e una controcurva, si portava verso sud,
per innestarsi verso est in direzione di Udine
nella linea proveniente da Mestre,
dopo aver scavalcato la strada
statale 13 Pontebbana.
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