Il consumo di prodotti surgelati può contribuire a ridurre del 47%
gli sprechi alimentari, che - secondo recenti studi inglesi - si verificano soprattutto a livello domestico.
Il ricorso ai cibi “sotto zero” garantisce, inoltre, un maggior risparmio economico,
di acqua e di risorse energetiche
Febbraio 2018 – In occasione della “Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare”, che si terrà il prossimo 5 febbraio,
l’IIAS – Istituto Italiano Alimenti Surgelati – ricorda come il ricorso al
consumo di prodotti surgelati in cucina rappresenti un valido “alleato”
nella battaglia contro gli sprechi e fornisce alcuni utili consigli e suggerimenti pratici da adottare per favorire abitudini di consumo più sostenibili.
Gli
sprechi alimentari avvengono, purtroppo, lungo tutta la filiera del
cibo: dalla prima trasformazione industriale alla distribuzione, per
finire alla vendita e al consumo domestico.
Numerose ricerche concordano sul fatto che l’uso dei surgelati in cucina possa contribuire notevolmente al
contenimento degli sprechi e, di conseguenza a un marcato risparmio familiare,
nonché a conseguenze positive per tutto il pianeta.
Con i surgelati, si abbattono gli sprechi in cucina del 47%
È stato calcolato che,
solo nel nostro Paese, lo spreco alimentare vale circa 15,5 miliardi di euro l’anno[1].
Ne deriva che se recuperare gli sprechi è fondamentale, prevenirli è
ancora più importante: solo in questo modo si può realisticamente agire
sullo spreco di cibo nelle case, che rappresenta la reale voragine di
questo fenomeno.
“Adottare abitudini di consumo sostenibili – sostiene Vittorio Gagliardi, Presidente IIAS (Istituto Surgelati) –
è la soluzione chiave al problema. Il ruolo che il cibo surgelato può
ricoprire in questa lotta è fondamentale: secondo gli studi inglesi
della Sheffield Hallam University, infatti, il consumo domestico di
prodotti surgelati, rispetto agli analoghi a temperatura
sopra lo zero, può costituire realmente un valido antidoto contro gli
sprechi in cucina, contribuendo ad abbatterli di ben il 47%”.
Nei Paesi industrializzati,
la quota maggiore degli sprechi avviene infatti nelle fasi finali della filiera agroalimentare, in pratica
nelle nostre case e nella ristorazione.
Come dimostrano i dati degli studi condotti dalla
Sheffield Hallam University, il 42% degli sprechi alimentari si verifica a livello domestico: circa la metà del cibo gettato proviene dalle case dei consumatori. La maggior parte finisce
direttamente dal frigorifero o dalla tavola nel cassonetto dell’immondizia, perché non consumato entro la data di scadenza oppure perché cucinato in quantità eccessiva.
Surgelati, un vero e proprio “Antidoto” contro il food waste
I
motivi per i quali i prodotti surgelati possono essere considerati un
valido alleato “anti-spreco” sono molteplici e sotto gli occhi di tutti i
consumatori:
1) innanzitutto, la
lunga durata di conservazione dei cibi surgelati permette di utilizzarli prima che si deteriorino;
2) un maggior
controllo nelle porzioni e nelle quantità consente, inoltre, di utilizzare solo ciò di cui si ha davvero bisogno;
3) la
quantità acquistata corrisponde a quella che si mangia (niente sbucciature, spinature, lavaggi), con pochi scarti in casa: si consuma tutto ciò che si acquista e diventa
più facile fare anche la raccolta differenziata dei rifiuti. Ad esempio, quando si acquista un filetto di pesce surgelato,
si mangia il 100% di ciò che si acquista, lasciando alle aziende -
e non nella propria cucina - spine, viscere, squame, pelle, grasso e
scarti di ogni genere. Così come, quando si comprano ortaggi surgelati,
si mangia il 100% di quello che si acquista,
lasciando alle aziende le bucce, la terra, le radici. Di fatto, i consumatori mettono in tavola solo la parte “buona e pulita” di ogni prodotto,
con un netto risparmio anche per le loro tasche;
4) si riduce il consumo di acqua nelle case dei consumatori: tutti gli ortaggi sono già lavati e puliti;
5) c’è un
minore spreco di risorse energetiche per la cottura dei cibi: i tempi di preparazione sono nettamente più brevi;
6)
infine, le materie prime utilizzate vengono raccolte, pescate e
lavorate nelle zone più vocate, dove la grande esperienza locale sa
come risparmiare acqua, risorse energetiche e ottimizzare il recupero degli scarti.
“Di fatto, lo spreco alimentare –
conclude l’ing. Gagliardi, Presidente IIAS
– non è soltanto una perdita economica per il consumatore: con quanto
si spreca, si potrebbe sfamare un terzo della popolazione mondiale. E
‘sprecare’ significa,
non solo non poter garantire cibo sufficiente per tutti, ma anche
perdere risorse preziose utilizzate nella produzione, come terreno
fertile, acqua, energia, concimazioni. Il sostegno che i prodotti
surgelati offrono alla lotta contro lo spreco alimentare
inizia proprio ancor prima di arrivare sulle nostre tavole, con un
utilizzo ottimale delle materie prime che arrivano pronte per l’uso in
cucina, eliminando tutti gli sprechi nella filiera produttiva”.
Sotto questo punto di vista, sembra che gli Italiani stiano iniziando ad intuire
le potenzialità e i vantaggi del ricorso ai cibi sotto zero come utile “anti-spreco”. Come confermano i più recenti dati IIAS, infatti, nei primi 2 quadrimestri del 2017,
il consumo di surgelati in Italia ha registrato un’impennata, segnando un +2,9%
di quantità consumate (circa 330mila tonnellate nel solo canale retail). A trainare la crescita sono stati soprattutto
gli ittici (61.958 tonnellate, +4,4%), le pizze e gli snack (49.788 tonnellate,
+4,5%) e i prodotti vegetali (136.789 tonnellate, +4,1%).
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