L’estate dell’Ecomuseo sarà piena di eventi (concerti, letture, escursioni, visite guidate, degustazioni…) e con tanti protagonisti (musicisti, attori, naturalisti, archeologi…). La ripartenza è assicurata, le prime iniziative sono state già promosse a Osoppo, Montenars e Artegna. Tutti i comuni dell’Ecomuseo verranno coinvolti, per far conoscere e valorizzare luoghi e scorci nascosti eppure carichi di fascino e suggestioni (piazze, corti, uccellande, lavatoi, cascate, risorgive…). Il prossimo appuntamento resterà negli annali dell’Ecomuseo: il gruppo “Cantà Promàn”, accompagnato dall’etnomusicologo Renato Morelli, si esibirà sabato 2 luglio alle 20.30 a Buja nella corte di Borgo Saletti e domenica 3 luglio alle 11.00 ad Artegna nella Pieve di San Martino: due luoghi preziosi per un coro altrettanto prezioso, il cui repertorio costituisce il “deposito” di canto popolare più importante dell’intero arco alpino.
“Cantà Promàn” non è un coro organizzato, è un gruppo spontaneo e informale di voci miste che propone il repertorio di Premana, il più alto paese della Valsassina in provincia di Lecco, uno fra i maggiori produttori mondiali di forbici. Oltre all’artigianato del ferro e dei coltelli, Premana vanta una peculiarità esclusiva di canto polivocale tradizionale alpino (Tìir): uno stile di canto urlato, potente, lento e sostenuto, nella tessitura acuta, al limite del grido, intonato quasi sempre dalle voci femminili. Nelle montagne sopra Premana ci sono 12 alpeggi. Durante la stagione estiva le donne e i bambini si trasferiscono qui, per pascolare il bestiame, lavorare il latte, fare il burro e il formaggio. Al termine del periodo di monticazione, ogni alpeggio organizza un grande pasto rituale (Past), al quale partecipano gli alpigiani locali e limitrofi. Dopo il pranzo inizia la festa, con l’esplosione dei canti tradizionali che coinvolge tutta la comunità e che dura fino a notte inoltrata.
Borgo Saletti, un tempo isolato nella pianura e ora a ridosso della zona industriale di Rivoli, si sviluppa su due corti quadrangolari il cui collegamento è garantito da un sottoportico passante posto al centro dell’edificio padronale che fu la dimora dei conti Elti. Questi nel Seicento divennero proprietari dei terreni su cui successivamente fu costruito il complesso. È uno dei più antichi insediamenti di Buja, compatto e chiuso su ogni lato dalle abitazioni accessibili solo dalle corti. Gli interventi di restauro successivi al sisma del 1976 hanno mantenuto gli elementi architettonici distintivi come le scale in pietra, i ballatoi e i poggioli in legno.
La Pieve di San Martino sorge sul punto più elevato del colle che sovrasta l’abitato di Artegna. La facciata in pietre squadrate richiama motivi rinascimentali, una parte dei muri laterali in sassi è riconducibile al tardo medioevo quando la chiesa, abbattuta nel 1299, venne ricostruita nel 1303. Vi sono conservati affreschi cinquecenteschi attribuibili a Gian Paolo Thanner, pittore friulano di origini bavaresi. La torre campanaria a pianta quadrata, completata nel 1681, è incorporata nel coro e sormontata da un alto tamburo ottagonale. La cupola metallica sovrastante sorregge un angelo anemoscopo che ruota indicando la direzione del vento.
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