venerdì 24 giugno 2022

Pubblicati i seminari online

 

     
Hugues de Varine

 

 

La primavera 2022 ha visto l’Ecomuseo delle Acque collaborare attivamente con la Scuola di Specializzazione in beni demoetnoantropologici dell'Università Sapienza di Roma, che ha organizzato due seminari online dedicati ad altrettante iniziative editoriali promosse dall’Ecomuseo. Si è trattato delle presentazioni del libro L’ecomuseo singolare e plurale. Una testimonianza su cinquant’anni di museologia comunitaria nel mondo di Hugues de Varine, edito dalla cooperativa Utopie Concrete che nel 2000 con il Comune di Gemona del Friuli ha dato avvio al processo ecomuseale (15 marzo), e del film Latte nostro di Michele Trentini, regista incaricato dall’Ecomuseo delle Acque e dall’Ecomuseo della Val di Peio di realizzare un documentario sulle due latterie turnarie ancora attive a Campolessi di Gemona e a Peio (23 maggio).

Ovviamente i due appuntamenti hanno consentito di dibattere e approfondire i tanti temi trattati nelle pubblicazioni: stato e condizione degli ecomusei, il modello non univoco di cui sono portatori, il loro ruolo (tutto da definire) nel sistema museale; gli aspetti metodologici e tecnici inerenti alla realizzazione di film etnografici, le modalità operative ecomuseali viste in un concreto processo di valorizzazione e di sviluppo locale sostenibile. Le videoregistrazioni degli incontri, a cui hanno partecipato i docenti e gli studenti della Scuola ma anche antropologi, museologi, operatori museali ed ecomuseali di tutta Italia, sono state pubblicate sul canale Youtube dell’Ecomuseo, a disposizione di tutti coloro che intendono cogliere contenuti e modalità operative di realtà – gli ecomusei – che talvolta intervengono sul territorio come vere e proprie agenzie (termine, questo, assai caro a de Varine).

 

«Spesso nel mondo gli ecomusei ricadono nell’ambito della legislazione e normativa nazionale sui musei. Tale dipendenza è rafforzata dall’atteggiamento della maggioranza delle organizzazioni professionali di musei e dei museologi che si ergono a difensori dell’ortodossia museologica. Nel piccolo mondo dei musei c’è un fondamentalismo che è legato all’approccio essenzialmente “collezionistico” dei museologi, i quali non ammettono che si lavori con patrimoni in costante trasformazione, che non possono essere racchiusi nelle loro vetrine e nei loro depositi. Questo mi porta a pensare che la parola “ecomuseo” sia diventata, oltre le teorie e le prassi emerse e perfezionatesi negli ultimi cinquant’anni, una formula utilizzata da coloro che vogliono combattere contro la fine programmata del patrimonio vivente». (Hugues de Varine)

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