venerdì 24 giugno 2022

In occasione dell’VIII Premio Lissone Design presentazione del catalogo edito da Postmedia Books 29 giugno 2022, ore 18:30 c/o MAC Museo d’Arte Contemporanea di Lissone

 

Intervengono:

Laura Borella, Sindaco di Lissone

Angela Levatino, Dirigente del Settore Cultura

Francesca Guerisoli e Anty Pansera, Curatrici del Premio

Ilaria Marelli e Carlo Trevisani, vincitori dell’VIII Premio Lissone Design

 

In occasione dell’VIII Premio Lissone Design, vinto da Ilaria Marelli con la lampada Ara per la sezione "Dieci storie dei design" e da Carlo Trevisani con il paravento Colombano per la sezione "Il mobile che non c'è", mercoledì 29 giugno alle ore 18:30, presso il MAC Museo d’Arte Contemporanea di Lissone, verrà presentato il catalogo edito da Postmedia Books.

In mostra fino al 24 luglio 2022 tutti i venti prodotti e progetti presentati per il Premio.

All'incontro interverranno le due curatrici del Premio – Francesca Guerisoli, direttrice Artistica del MAC, e Anty Pansera, storica e critica del design insieme a Laura Borella, neoeletto Sindaco di Lissone, Angela Levatino, Dirigente del Settore Cultura, Ilaria Marelli e Carlo Trevisani, vincitori dell’VIII Premio Lissone Design.

 

Il catalogo racconta i venti prodotti e progetti presentati all’VIII Premio Lissone Design, attraverso schede di prodotto, fotografie, disegni e installation view. È arricchito inoltre da testi a firma dei progettisti che ne descrivono i pezzi e gli intenti. Per questa edizione, gli studi selezionati sono stati chiamati a rappresentarsi con due prodotti e progetti: il primo storico, un pezzo iconico ed espressione del personale percorso progettuale; l’altro inedito, “un mobile che non c’è”. Il catalogo dà dunque spazio alle dieci case history che, nel loro insieme, rappresentano quel furniture e complemento d’arredo che si ritrovano nei laboratori e nelle industrie che ancora operano in Brianza.

 

Il Premio Lissone Design, che dal 2006 affianca il Premio Lissone Pittura, nasce infatti con l’obiettivo di sostenere e promuovere le potenzialità dei creativi in ambito progettuale. Lissone conserva un ruolo culturale, economico e commerciale di primo piano, con un’attenzione particolare rivolta alle produzioni dell’artigianato mobiliero: un’eredità manifatturiera che è anche un’identità territoriale, da sempre incentrata sul “saper fare”. L’VIII Premio Lissone Design ha voluto dunque mantenere vivo lo stretto legame con questa importante storia culturale e produttiva della Città, puntando a valorizzare quei progettisti che operano sui prodotti e i luoghi del vivere.

 

A vincere l'VIII Premio Lissone Design sono stati la lampada Ara di Ilaria Marelli, che si è aggiudicata il premio per la sezione "Dieci storie di design" e il paravento Colombano di Carlo Trevisani, vincitore della sezione "Il mobile che non c'è". Quest’anno non sono mancate due menzioni speciali: a Giorgio Gurioli con la seduta Hara per la categoria “Dieci storie di design” e a Patrizia Di Costanzo e Paolo Pallucco con la consolle e beauty case integrati Annalou e la fata verde per la sezione "Il mobile che non c'è".

 

La mostra

Tutti i venti prodotti e progetti presentati all’VIII Premio Lissone Design sono esposti in mostra presso il MAC Museo d’Arte Contemporanea di Lissone fino al 24 luglio 2022.

 

Lo Studio Bartoli Design, oggi dei fratelli Paolo e Anna, come pezzo storico ha selezionato la poltroncina 1085 edition (Kristalia, 2015/2016), che ha rappresentato, oltre che una sfida coinvolgente per tutto lo studio, anche un ottimo esempio di collaborazione tra industria ed eccellenze artigiane a cavallo tra Brianza e Friuli. Il prototipo Wunder dalla iconica forma cilindrica, si ispira alla palina di ormeggio delle gondole, decorata al suo interno da una grafica surreale firmata Jacopo Prina.

Il giovane progettista Matteo Di Ciommo progetta e costruisce in legno poetici oggetti d’uso. La sua proposta "storica" è Specchio all'ora della luna, che presenta la superficie riflettente tagliata al laser, la decolorazione delle nuvole in larice massello e la cornice in ciliegio. Come prototipo presenta Falsa credenza, un mobile, un tempo protagonista della sala da pranzo, ora profondamente innovato nelle forme e nel contenuto.

Particolare la partecipazione di Patrizia di Costanzo, design manager e ricercatrice, e Paolo Pallucco, imprenditore, che ci documentano la riedizione del 1980 di sedie, sgabello e tavolo (non più in produzione, ma ricercati dai collezionisti), di Jacobus Johannes Pieter Oud progettati nel 1927 per le cinque case a schiera per l’Esposizione di Architettura al Weissenhof di Stoccarda, un omaggio a Giuseppe Terragni e Antonio Carminati e al loro edificio in Piazza della Libertà a Lissone. Un articolato repertorio di materiali ci accompagna in un affasciante processo creativo. Il loro “mobile che non c’è”, Annalou e la fata verde, propone invece un diverso e autonomo uso ad uno “storico” oggetto di servizio, una toilette e un beauty case di “nuova generazione” che attinge al repertorio della memoria.

Massimo Farinatti, profondamente attento a nuovi modi di vivere l’ambiente domestico che declina in realtà produttive innovative, propone come oggetto iconico il tavolino Bice (Albatros, 2011), in lamiera piegata e verniciata che può trovare spazio non solo nell’ambiente bagno. Come prototipo ecco Giano, lo sgabello che non c’è che ripropone quel valore della condivisione e cita i due anelli-cerchi intrecciati segno iconico della tomba Brion, capolavoro di Carlo Scarpa.

gumdesign, studio composto dalla designer Laura Fiaschi e dell’architetto Gabriele Pardi, per testimoniare il loro percorso progettuale hanno selezionato Mastro (De Castelli, 2012, selezionato all’ADI Design Index dello stesso anno) – eccezionalmente “fuori concorso”, a motivare le loro modalità progettuali –, un particolare tavolo da lavoro che richiama il tradizionale, ma dallo stoccaggio compatto. In concorso, gli si affiancano i Calici Caratteriali (Colle Vilca, 2011), sperimentale collezione di bicchieri, reinterpretazione concettuale di una forma che non perde il suo valore/ruolo funzionale. Per il “mobile che non c’è”, Frammenti: coniugando alto artigianato e tecnologia, presentano armadi in metallo con diversi usi, di fatto contenitori di storie ed emozioni.

Giorgio Gurioli, votato da sempre alla ricerca e all’innovazione, come suo oggetto rappresentativo ha selezionato Hara (Kundalini Italia, 2002), seduta dalle forti valenze plastiche, che si propone nello spazio con una forma senza soluzione di continuità. Nel 2002 la seduta è stata valutata da numerose riviste come il miglior oggetto di “design extrasensoriale”. Il prototipo Bufflat, per “il mobile che non c’è”, è un tavolo da buffet bidimensionale e ultrapiatto, con accessori dedicati in grès.

Ilaria Marelli, che si occupa di allestimenti e interior design legati al mondo della moda e del design, ha selezionato come prodotto rappresentativo della sua storia Ara (Nemo, 2003), famiglia di lampade da terra e da parete in alluminio estruso e dalla tecnologia innovativa “Dim to Warm”, grazie a cui alla diminuzione dell’intensità della luce corrisponde un aumento della temperatura colore. Per “Il mobile che non c’è”, Marelli propone River un tavolo consolle vaso, che parte da una reale esigenza del periodo pandemico: avere un tavolo extra in casa per riuscire a gestire home working e didattica a distanza di tutta la famiglia. Il tavolo è pensato anche come outdoor, perfetto per i balconi grazie alle sue dimensioni strette e lunghe.

Elena Salmistraro, nome di spicco della nuova generazione del design italiano votato alla libertà creativa e di espressione, propone la libreria Roue/ruota (Emmemobili, 2019) in cui, celebrando il know-how dell’azienda, allude alla sua posizione leader nel processo produttivo del legno curvato. Il suo “mobile che non c’è”, Eppi, è un pouf extralarge, divano/isola, dal futurista poggiatesta/tromba.

Marta Sansoni ha selezionato come suo oggetto rappresentativo Campanellino, che fa parte della collezione autoprodotta “…bianco solo” (Hybrids, 2011). Il piccolo mobile è un contenitore in mdf laccato matt con pomelli lucidi, dotato di cassetti, nicchia e piano di appoggio. Lo affianca Revealing the unexpected, il prototipo di un mobile contenitore fuori dagli schemi, con una composizione libera che ospita al suo interno un alberello, richiamo al grido d’aiuto della natura.

Infine, Carlo Trevisani, da sempre interessato ad approfondire il senso dell’interazione tra persone e oggetti e la relazione affettiva ed emozionale che si stabilisce tra loro, come prodotto storico presenta la poltroncina Kate (Atipico, 2015), da relax ma anche da lettura, da interno e da esterno: un ibrido di tipologie, forme e materiali che riassume perfettamente la sua filosofia progettuale. Per il “mobile che non c’è”, propone Colombano, a prendere nome dall’eremo trentino, fusione di vari elementi domestici, un paravento che nasconde un piano di lavoro e una seduta.

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