Un successo di critica e pubblico per la mostra DALL’ALTO. Aeropittura futurista che, raggiunti quasi i 20.000 visitatori, viene prorogata fino al 18 settembre 2022. A cura di Massimo Duranti con la collaborazione di Andrea Baffoni, l’esposizione è composta da un centinaio di opere per approfondire questo sviluppo futurista che ha caratterizzato la pittura italiana nei primi decenni del Novecento.
Paesaggi, aerei, visioni dall’alto a volte dilatate, distorte o addirittura capovolte: questo si ritrova nelle opere di Aeropittura che con sintesi ed essenzialità hanno esaltato la velocità, il movimento e la simultaneità del volo come atto fisico e come stato d’animo. Questa specificazione futurista ha visto la sua consacrazione nel 1931 con un manifesto dedicato a firma di Balla, Depero, Dottori, Benedetta, Fillia, Somenzi e Tato, ma già dalla metà degli anni Venti aveva iniziato a diffondersi tra alcuni pittori futuristi.
L’Aeropittura è una forma moderna e intrigante di paesaggismo, tutta italiana. Nasce come sviluppo del Futurismo, senza dubbio la più importante avanguardia artistica italiana del Novecento, che dal 1909 in poi coinvolgerà tutti i principali artisti italiani in molteplici declinazioni fino alla fine della Seconda guerra mondiale. L’interesse per la resa pittorica del movimento e della velocità è un tratto distintivo di tutta l’arte futurista e la fascinazione nei confronti del volo e delle vedute aeree si ritrovano più volte negli anni Venti, fino ad assumere ufficialità alla fine del decennio a partire da un testo di Mino Somenzi del 1928 e da un articolo di Filippo Tommaso Marinetti del 1929. Il successo dell’Aeropittura è tale che nel 1939, per la III Quadriennale d’Arte Nazionale, verrà realizzata una mostra collettiva intitolata proprio “Mostra futurista di aeropittori e aeroscultori” e per l’occasione Marinetti scrive un’introduzione in cui analizza diffusamente per la prima volta questa tendenza, classificando il movimento in quattro declinazioni pittoriche e in due aeroscultoree. Proprio con questo testo si confronta la mostra del Labirinto della Masone, che vuole mettere in luce le peculiarità degli artisti dell’Aeropittura, che evolvono i concetti di velocità e dinamismo non limitandosi più a treni, automobili o motocicli, ma sfidando i cieli e appropriandosi di visioni fisiche e mentali assolutamente innovative per il mondo dell’epoca.
Le opere presentate in questa mostra sono numerose, per meglio rendere le sfaccettature dello stile dei protagonisti del movimento: circa un centinaio di oltre trenta artisti dove la pittura prevale, ma non mancano disegni, acquerelli, grafiche di medie dimensioni e anche alcune aerosculture come quelle di Renato Di Bosso, Umberto Peschi e Mino Rosso.
I più importanti protagonisti di questa corrente sono tutti rappresentati in mostra come Gerardo Dottori, con le grandi tele Incendio in città e Volo sull’oceano, Osvaldo Peruzzi, Fillia, Enrico Prampolini e le sue opere che tendono a un’astrazione del tutto personale; non mancano gli aerei sapientemente ritratti da Tullio Crali e da Tato.
Presenti anche i grandi maestri Giacomo Balla e Fortunato Depero che, seppur non furono aeropittori in sento stretto, firmarono il manifesto e sperimentarono con le prospettive aeree numerose volte.
Presenti anche le donne futuriste: Benedetta Cappa Marinetti, Leandra Angelucci Cominazzini, Barbara, Marisa Mori, segno di un movimento unitario che coinvolgeva uomini e donne allo stesso modo, affascinati tutti dalle nuove tecnologie e della possibilità rappresentative che offrivano.
In mostra anche l'ultimo degli aeropittori: Guido Strazza, che quest'anno compie 100 anni. Giovanissimo incontrò Marinetti che, dopo aver visto alcuni disegni, lo invitò nel 1941 a una mostra di futuristi a palazzo Braschi e l'anno dopo alla Biennale di Venezia. Otto disegni in mostra documentano quella sua breve stagione futurista, prima di approdare a un astrattismo del segno che lo ha reso famoso nel mondo.
La mostra al Labirinto della Masone vuole essere una ricognizione sistematica di questo movimento che coinvolse alcuni tra i principali artisti italiani della prima metà del Novecento e vuole rimarcarne le specificità anche nei confronti delle altre correnti che si svilupparono a partire dal futurismo.
In concomitanza con la mostra è presente un nuovo volume della Franco Maria Ricci Editore dedicato a questo tema.
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