In mostra, una selezione di immagini più esplicitamente dedicate al viaggio raffigura persone in vacanza: il panorama a Hergiswil in Svizzera, uno scivolo e una giostra vuoti al Lido di Spina, un ombrellone ad Orbetello, piccoli specchi in cui controllare il proprio aspetto a Marina di Ravenna. Sono, queste, immagini di calma silenziosa, in cui raramente accade qualcosa. La fotografia di una coppia che gioca a tennis sulla spiaggia sarebbe insignificante, se non fosse per la pallina poggiata proprio sulla linea dell’orizzonte, là dove il mare incontra il cielo, a Île-Rousse in Corsica. “Ciò che è decisivo per Ghirri non è un momento nel tempo, ma la sua distillazione” osserva il curatore James Lingwood. Una sezione intitolata Viaggi in casa comprende la serie Atlante (1973), con dettagli ravvicinati di mappe che Ghirri ha tratto dal suo atlante, “luogo” che per lui descrive tutti i viaggi possibili. A queste immagini si aggiungono quelle di Identikit (1976-1979), un autoritratto privato del fotografo composto da fotografie degli scaffali della sua libreria che mostrano i dorsi dei suoi libri, dischi, mappe, cartoline, ninnoli e souvenir. |
Luigi Ghirri, Scandiano, presso la Rocca di Boiardo, 1985. C-print, vintage print Museo d'arte della Svizzera italiana, Lugano. Collezione Città di Lugano Crediti fotografici: Museo d'arte della Svizzera italiana, Lugano. Collezione Città di Lugano |
Per tutti gli anni Ottanta, Ghirri viaggia in quasi tutta Italia, realizzando diversi servizi per enti turistici e per il Touring Club Italiano. In questo periodo, il passaggio a una macchina fotografica di medio formato porta maggiore profondità e chiarezza e colori più vivaci alle sue fotografie, anche se continua a inquadrare i panorami nello stesso modo tranquillo e misurato. Destinati a un vasto pubblico, questi lavori su commissione combinano le immagini stereotipate del genere divulgativo con altre più insolite e particolari. Così, ad esempio, all’interno del libro Capri (1983) Ghirri ritorna più volte su un particolare ben noto ai turisti, i celebri Faraglioni. Dalla composizione classica alle vedute in cui le rocce si frammentano in specchi, fino alla loro riproduzione su una mappa dipinta su ceramica, i diversi modi in cui Ghirri fotografa questa immagine turistica simbolica rivelano la sua delicata sovversione del genere. “Se le fotografie ‘di viaggio’ di Ghirri sembrano talvolta affini alle foto scattate dai turisti, sono tuttavia sempre diverse. Non mira a creare una raccolta di momenti memorabili, né a sottolineare la bellezza o l’importanza di un luogo, ma a costruire un quadro riflessivo di una cultura definita e modellata dalle immagini e dalla loro creazione” conclude James Lingwood. Per l’occasione verrà pubblicato un catalogo in due edizioni separate (italiano e inglese) con testi di Tobia Bezzola, James Lingwood e Maria Antonella Pelizzari pubblicato da MACK. |
Luigi Ghirri, Capri, 1981. C-print, new print (2008). Eredi di Luigi Ghirri Courtesy Eredi di Luigi Ghirri. © Eredi di Luigi Ghirri |
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