giovedì 21 agosto 2025

Chiesa di San Giovanni, un tesoro da riscoprire

 

Interni della Chiesa di San Giovanni (foto di Graziano Soravito)

Nel 2025 l’Ecomuseo delle Acque ha deciso di mettere al centro dell’attenzione chiese e chiesette di particolare valore storico presenti nei sei comuni di riferimento (Artegna, Buja, Gemona del Friuli, Majano, Montenars e Osoppo). Sono luoghi che custodiscono memorie stratificate e raccontano, ognuno a suo modo, vicende di fede, di comunità e di passaggi lungo le vie antiche. Le visite, finalizzate alla conoscenza delle opere d’arte e dei reperti archeologici che vi sono custoditi, diventano così un invito a rileggere il territorio attraverso segni che rischierebbero di rimanere invisibili senza una narrazione condivisa. E non si tratta di un percorso effimero: gli affreschi conservati in questi piccoli e grandi edifici di culto saranno protagonisti del lunari 2026, a conferma che il filo della conoscenza intrecciato in questi anni continuerà a tessere legami anche in futuro.

Il prossimo appuntamento avrà come scenario la Chiesa di San Giovanni a San Tomaso di Majano risalente al XIII secolo, annessa all’Hospitale omonimo che ancora oggi evoca (e continua a svolgere) la funzione di accoglienza lungo le strade dei pellegrinaggi. Il ritrovo è fissato per sabato 23 agosto alle 17 all’ingresso della chiesa, circondata da un muro che un tempo includeva il cimitero. A guidare i partecipanti sarà l’archeologa Aljuscia Buttazzoni, validissima collaboratrice dell’Ecomuseo, capace di unire rigore scientifico e passione divulgativa. La visita offrirà l’occasione per scoprire un luogo dal fascino particolare e restituirgli la voce che merita, arricchendo la consapevolezza di quanto il passato continui a dialogare con il presente. Pochi i posti ancora disponibili, è necessaria l’iscrizione (info@ecomuseodelleacque.it, 338 7187227).

La Chiesa di San Giovanni, di impostazione romanica, venne costruita tra Duecento e Trecento in pietra squadrata, presenta una pianta rettangolare con abside semicircolare e facciata a capanna sormontata da una bifora campanaria del XVI sec. L’aula, coperta da capriate lignee, conserva tre altari in legno – uno dei quali cinquecentesco – e lacerti di affreschi trecenteschi attribuiti a Nicolutto da Gemona. Particolarmente suggestivi sono l’affresco esterno raffigurante San Cristoforo con i santi Giovanni, Giacomo e Nicolò e la Madonna della Misericordia dipinta all’interno, sempre di Nicolutto. Un’ara romana del I sec. d.C. funge da acquasantiera. Dopo i restauri seguiti al terremoto del 1976, la chiesa ha ritrovato leggibilità architettonica e valore simbolico, rivelandosi come un autentico scrigno di arte e memoria capace di raccontare il Medioevo friulano.

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