«Nella nostra azienda si è passati da un costo mensile dell'energia elettrica del 2019 di 12.000 € ai 69.600 del mese solo di dicembre 2021, con un aumento su base annua del 700%, pari a 600.000 € in più. Noi usiamo solo fonti alternative e questo ci fa aggravare la situazione». Lo dichiara il "re del Prosecco" Sandro Bottega, patron dell'omonima azienda di Bibano di Godega di Sant'Urbano (TV), tra i principali produttori di vino e distillati italiani. La questione del rincaro delle bollette energetiche rischia infatti di pregiudicare quanto di buono stanno facendo le aziende tricolori per ripartire dopo la crisi causata dalla pandemia da Covid-19: «Le imprese italiane sono sane ed efficienti – continua Bottega – ma la visione di lungo periodo ci fa supporre che il perdurare dell'aumento dei costi vada a erodere il valore aggiunto che esse creano, con le conseguenze di riduzione degli investimenti in ricerca, necessari per la crescita e lo sviluppo. Anche i settori dove il consumo di energia è inferiore a quello delle industrie meccaniche, quindi anche nell'agricoltura e nella lavorazione dei prodotti agricoli e anche quando le fonti di approvvigionamento sono alternative, come nel nostro caso, gli aumenti sono arrivati a incidere profondamente. L'allarme riguarda pertanto anche la qualità con il rischio che anch'essa debba fare i conti con l'impennata energetica. La qualità è il vero valore aggiunto del Made in Italy, non possiamo rischiare una revisione al ribasso, pena un indebolimento non solo delle aziende costrette a compromessi, ma anche dell'immagine complessiva dei prodotti italiani».
Ma non solo, Bottega, ideatore del concept dei "Prosecco Bar" che stanno spopolando in tutto il mondo, torna su un altro allarme, cioè quello legato alle assenze lavorative per via dei contagi che, nonostante siano in calo, continuano comunque a pesare sulla produttività aziendale: «Nel solo mese di gennaio abbiamo sopportato assenze di quasi il 20% del personale i cui costi collegati (per quarantene e malattie covid) sono stati di oltre 100.000 €, a cui si sommano gli aumenti di materie prime (sempre i un mese) per oltre 300.000 € che significano un incremento su base annua pari al 30% del totale».
«La gravità della situazione – continua Bottega – non è soltanto legata all'aumento dei costi, ma anche alla totale incertezza nella quale ci troviamo a convivere causata dal fatto di non sapere quando riprenderà il turismo, quando gli aeroporti ritorneranno a essere pieni di viaggiatori e quando ci sarà una giusta repressione delle situazioni di concorrenza sleale dovute alla presenza di malavita o al lavoro nero di alcune aziende o alle vendite in nero di altre. Per poter incidere in tutto questo, non bisogna pensare solo al PNRR, ma avere una visione di lungo periodo che investa nell'educazione di nuove classi dirigenti, nelle forze dell'ordine capaci di tutelare le imprese oneste e innovative (che garantiscano regolarità del mercato evitando regimi monopolistici) e con delle politiche che aiutino a calmierare i costi. La nostra azienda – conclude Sandro Bottega – ha mezzi e risorse per superare tutto questo, ma certamente regalare ricchezza a un mercato selvaggio non coincide con il benessere aziendale e nemmeno con quello nazionale».
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