Borghi
d’Europa ha trascorso un ottimo sabato in Oltrepò assieme a un gruppo di
competenti giornaliste e degustatrici, scoprendo da vicino due realtà di spicco
del territorio: prima la Tenuta Mazzolino di Corvino San Quirico (nella valle
del Pinot Nero) e poi a pranzo all’Albergo Ristorante Il Selvatico di
Rivanazzano Terme.
Sulle colline
di Corvino San Quirico sorge la Tenuta Mazzolino, una Cantina a conduzione
familiare che ha iniziato a coltivare l’uva nel 1980, grazie all’abilità e
all’amore per il buon vino di Enrico Braggiotti, il quale grazie a delle
origini francesi, ha sempre visto la Francia ed in particolare la Borgogna come
modello di riferimento per eleganza e qualità altissima dei vini a base di uve
Pinot Nero e Chardonnay.
Oggi, la
Tenuta Mazzolino è condotta da 7 anni da Francesca Seralvo che continua la
tradizione vitivinicola di famiglia, puntando sempre alla qualità e al
territorio, specialmente se si parla di Pinot Nero, sia negli Spumanti Metodo
Classico che per i vinificati in rosso.
Il gruppo di
giornalisti in visita da Mazzolino ha potuto degustare lo Spumante Blanc de
Blanc 2017 da uva Chardonnay in purezza, bello brioso con gradevoli note agrumate
e una bella sapidità poi l’Oltrepò
Pavese DOCG Pinot Nero Spumante Rosé Cruasé 2015, intenso e molto fine, con un
naso importante, il Pinot Nero Terrazze 2020, fresco, con note fruttate e
floreali, il nuovissimo Terrazze Alte 2020, più complesso e speziato, ed infine
il top, il Pinot Nero Noir 2018, elegante ed intrigante e dotato di una bella
morbidezza, che ricorda davvero la Borgogna!
Il pranzo è
stato un momento altrettanto importante, perché il team di giornalisti e degustatori
ha avuto il piacere di assaggiare le prelibatezze preparate da Piera Spalla
Selvatico, cuoca gourmet dell’Alleanza Slow Food del Selvatico di Rivanazzano
Terme (agli inizi della Valle Staffora, famosa per i salumi di Varzi) e simbolo
della cultura enogastronomica locale in Oltrepò Pavese.
Il Selvatico,
che è sia ristorante che albergo, esiste sin dal 1912 ed è famoso per
l’accoglienza calorosa e la premura verso la clientela, ed è oggi gestito dalla
signora Piera con la figlia Michela in cucina, mentre l’altra figlia Francesca
col marito Sergio Daglia si occupa della sala e dei vini da abbinare alle
succulente pietanze, con una competenza davvero di livello.
Una portata
che racconta il territorio e identifica bene i valori e la qualità proposta dal
Selvatico sono senza dubbio i Malfatti (Piatto dell’Unione del Buon Ricordo), gnocchi a base di erbe stagionali, pane
grattugiato e ricotta.
La carta dei
vini del Selvatico è vasta e notevole: nel pranzo i giornalisti hanno potuto
degustare delle bolle Metodo Classico impareggiabili, dei Riesling Renano della
zona di annate differenti, ed infine un Pinot Nero fermo del 1998!
L’Oltrepò
riserva sempre sorprese piacevoli quando si parla di enogastronomia locale:
questo perché ci sono tradizioni che vengono tramandate e comunicate bene,
anche grazie al grande lavoro svolto dal Consorzio di Tutela dei Vini dell’Oltrepò
Pavese, diretto dal bravo Carlo Veronese.
Così va bene!
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