Il 17
febbraio u.s. , presso la bellissima location dell’Hotel Melià di Milano si è
svolto il banco d’assaggio “Barolo, Barbaresco e Roero”, targato Gowine: un
evento importante per la promozione dei grandi rossi langaroli e delle nuove
annate (2018 per il Barolo e 2019 per il Barbaresco), oltrechè di buon auspicio
in ottica di ripresa dopo il continuo singhiozzo causato dalla pandemia,
Il banco ha
riscosso un notevole successo, richiamando sia operatori del settore che
enonauti , ed è stato ottimamente organizzato dall’Associazione Gowine secondo
tre diverse fasce orarie, in modo da non creare assembramenti e affiancato da
due masterclass condotte dal giornalista del Gambero Rosso Gianni Fabrizio.
All’evento
erano presenti circa 30 Cantine di Langhe e Roero, assieme alla rappresentanza
dell’Associazione Albugnano 549 dell’Albugnano Doc, che riunisce 14 piccoli
produttori di 4 Comuni dell’Astigiano (Albugnano, Pino d’Asti, Castelnuovo Don
Bosco e Passerano Marmorito), con l’obiettivo di far conoscere il territorio e
i vini prodotti a base di uve Nebbiolo in purezza a un’altitudine maggiore (549
m s.l.m.).
L’areale
della Doc Albugnano presenta un sottosuolo marnoso e i Nebbiolo vinificati
prevedono delle macerazioni più lunghe e trascorrono 18 mesi in legno e 6 mesi
in bottiglia.
L’Italia del
Gusto ha partecipato alla degustazione, partendo proprio dall’Associazione
Albugnano Doc: sono stati assaggiati in ordine il 2018 “Và Anait” dell’Azienda
Agricola Alle Tre Colline, il 2018 di Roggero Bruno e Marco, il 2018 “Il Tato”
di Cà Mariuccia e il 2018 “Carpinella” di Terre dei Santi, tutti veramente
interessanti e particolarmente minerali.
Per i Roero,
degni di menzione il “Valmaggiore Audinaggio” 2019 e il Roero Riserva 2018
“Mompissano” di Cascina Cà Rossa di Canale (Cn), il Roero Riserva “Panera Alta”
2017 di Bric Castelvej di Canale e il Roero Riserva “Pulciano” 2016 di Poderi
Moretti di Monteu Roero (Cn).
Tra i
Barbaresco, sono stati trovati molto eleganti e armonici il “Faset Duesoli”
2017 di Piercarlo Culasso (Cn), il Barbaresco “Canova” 2015 e la Riserva
“Canova” 2013 della Tenuta San Mauro di Castagnole delle Lanze (At).
Capitolo Barolo:
molto morbidi ed equlibrati il “Valente” 2018 e il “Sottocastello di Novello”
2017 di Piazzo Comm. Armando (Cn), il Barolo Riserva “San Bernardo” 2015 di
Palladino di Serralunga d’Alba, i due “Evoluzione” 2017 e 2013 di Montalbera di
Castsgnole Monferrato (At), il Barolo Riserva Bussia 2015 di Bolmida Silvano di
Monforte d’Alba (Cn), ed infine il Barolo “Fossati” 2015 di Boglietti Enzo di
La Morra (Cn).
C’è stato
spazio anche per un piccolo e intrigante intruso tra tutti questi grandi rossi
da uve Nebbiolo: un Metodo Classico Brut 2007 (13 anni sui lieviti!) da uve
Pinot Meunier, sboccato nel Gennaio 2021 di Luzi Donadei di Clavesana (Cn).
Parliamo di una bolla con un’insospettabile freschezza e struttura e con delle
marcate e gradevoli note di pasticceria al naso.
Il Piemonte,
per quanto riguarda Langhe, Roero e Monferrato si conferma una grande terra
vocata alla viticoltura (e non solo per il Nebbiolo), che l’Italia del Gusto
continuerà a comunicare nei suoi progetti d’informazione in maniera articolata,
a partire dalla grande rassegna “Grandilanghe”, in programma a Torino il 4 e 5
Aprile p.v. .
In alto i
calici!
Nessun commento:
Posta un commento