mercoledì 14 febbraio 2024

ALLA BASE DELLA FELICITÀ

 


Resi noti i risultati dell’indagine sulla felicità degli italiani, svolta da Humandive. Denaro, genitorialità, stabilità affettiva e modelli di perfezione condizionano il benessere psicofisico in modo fondamentale

 

Il gruppo di ricercatori del progetto “Humandive”, già autori nel 2022 del test che misura i fattori che compongono la felicità umana, ha pubblicato sulla rivista scientifica Healthcare i dati sulla condizione di un campione di 1700 italiani distribuiti nel territorio nazionale.


La ricerca mirava a capire quali fossero i fattori legati al benessere e alla felicità fotografando la situazione italiana, utilizzando il test psicometrico “MH-Measure of Happiness”. Di fronte a numerose indagini internazionali sul tema, il gruppo di ricercatori voleva trovare spiegazioni al diffuso senso di sfiducia e infelicità che si può percepire negli ultimi anni nel nostro Paese.

Ecco le principali risposte emerse dalla ricerca:


- un dato rilevante è che in Italia gli uomini sono significativamente più felici delle donne, indipendentemente dall’età, e le ragioni sono legate ad un generale miglior rapporto con la sfera psicofisica e a una migliore condizione finanziaria.


- Le donne sotto i 30 anni hanno un impatto negativo specifico sulla percezione di sé. Questo è coerente con quanto già si sapeva sull’autostima delle donne, in particolare le più giovani. La domanda dei ricercatori va alle cause di questo fenomeno: esiste forse una responsabilità sociale nell’imporre modelli femminili e maschili inarrivabili?


- Essere sotto i 30 anni di età implica essere meno felici nel campo finanziario per ambo i sessi, come era facilmente prevedibile viste le condizioni legate ad un sempre più tardivo e instabile inserimento nel mondo del lavoro. Sotto i 30 anni, per tutti, la felicità è condizionata negativamente dalla sfera finanziaria.

- In presenza di redditi bassi il livello di felicità complessivo diminuisce, e l’impatto tocca anche la sfera sociale e degli affetti principali. Sostanzialmente, avere un reddito basso rende più difficile accedere a più risorse importanti per il proprio benessere generale, compreso l’avere una vita relazionale pienamente soddisfacente.

 

- Avere un livello di istruzione superiore impatta negativamente sulla felicità nelle relazioni private: forse si diventa più selettivi? Più si studia, sembrano dire i dati, più difficile diventa avere relazioni soddisfacenti. Molte sono le spiegazioni possibili, una tra tutte è che le maggiori prospettive professionali permesse da una istruzione superiore, associate alla maggiore difficoltà, in particolare per le donne, a fare carriera, siano un probabile spostamento delle priorità e quindi maggiori difficoltà nella sfera relazionale.


- Avere figli, mediamente, ha un impatto negativo sulla felicità maschile, in particolare influendo sulla sfera psicofisica e finanziariaAumenta invece la felicità delle donne, influendo positivamente sulle loro prospettive future. Un figlio dà alla donna una visione del futuro migliore, mentre all’uomo dà più preoccupazioni, soprattutto finanziarie. Questo dato rende urgenti, a livello Istituzionale, misure a sostegno finanziario della genitorialità, ed è coerente con gli allarmanti dati sul calo della natalità in Italia.


Essere in una relazione ha un effetto positivo sulla felicità rispetto a non esserlo. Avere un partner e una relazione affettiva stabile e soddisfacente conferisce più felicità generale rispetto alla condizione di single.


Come afferma Matteo Rizzato, psicologo e ricercatore che ha ideato questo progetto, “questi dati evidenziano l’urgenza di intraprendere azioni per rimuovere gli ostacoli alla felicità degli italiani, in particolare intervenendo sul sostegno finanziario alla genitorialità e approfondendo le cause culturali del divario tra i generi. Serve esaminare, in futuro, se siano dovuti a una mancanza di pari opportunità o dalla presenza di una cultura che, paradossalmente, in generale penalizza l'essere donne, genitori, giovani, poveri, e istruiti, nella società italiana.”

Il Dott. Davide Donelli, che ha coordinato le ricerche, sottolinea: “è importante che la felicità degli individui, sia complessiva che nelle sue singole aree, diventi un parametro di misura diffuso per poter meglio orientare le decisioni, in modo particolare per quanto riguarda la salute e la ricerca scientifica”.

Si potrebbero quindi fare scelte, in ogni ambito, che tengano conto del loro impatto nella felicità dei singoli e della società? “Certamente”, afferma Matteo Rizzato, “è attraente in termini di marketing misurare il livello di felicità degli Stati, ma più importante è capire le ragioni alla base di tale misura, per poter attuare scelte di governance adeguate alle vere esigenze della popolazione sulla quale esse ricadono. Si possono valutare le scelte dei governi anche ex post, per misurarne l’impatto sulla qualità della vita delle persone. E così anche all’interno delle aziende, adottando azioni precise verso il benessere dei lavoratori. Mi auguro che in futuro si inizi a parlare del concetto di sostenibilità umana per ogni tipo di scelta, in ogni contesto”.

 

Link:

https://www.mdpi.com/2227-9032/11/11/1557

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37297697/

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