A 14 mesi dal lancio delle etichette apposte sulle bottiglie col marchio a forma di cuore in cui è scritto "Vi suggeriamo un consumo massimo giornaliero di due calici", l'imprenditore veneto Sandro Bottega parla di un successo e, anche alla luce delle etichette allarmistiche belghe annunciate negli scorsi giorni, ne spiega così i motivi: «Medici e politici, produttori e consumatori hanno spesso detto delle cose giustissime: l'alcol può far male ma, se consumato in quantità moderata, è un male che il nostro corpo riesce a tollerare bene; altri hanno detto delle sciocchezze senza basi scientifiche, compresa la dimensione del cervello. In Bottega - prosegue Sandro Bottega, patron dell'omonima azienda di Bibano (Treviso) tra i principali produttori di vino e distillati italiani - siamo sempre stati sensibili al concetto "bere bene fa bene" e addirittura già oltre 30 anni fa distribuivamo un opuscolo nelle scuole per insegnare ai giovani cosa significasse "bere bene", distribuivamo i nostri cataloghi con il carattere Braille, anche per far presente che l'eccesso di alcol porta alla cecità, oppure ancora, abbiamo dato supporto agli enti che si occupavano del reintegro degli alcolisti: l'impegno sociale della nostra azienda non si è mai fermato, l'educazione al bere è proprio il primo atto da fare prima ancora di iniziare a bere. Ecco che già dallo scorso anno abbiamo deciso di sintetizzare tutte queste cose, indicando in etichetta il consumo massimo suggerito di un alcolico, quindi 2 bicchieri al giorno di vino. Non è un'imposizione - sottolinea Sandro Bottega - né un invito al consumo e, soprattutto, nemmeno un avvertimento terroristico come stanno facendo adesso in Belgio, ma è un modo per educare: tutti dobbiamo fare la nostra parte. Attenti anche a non criminalizzare l'alcol alla guida: certamente chi guida non deve eccedere, ma 1 calice di vino non preclude la capacità di guida e non deve essere punito. Preciso anche che secondo le statistiche dell'ACI, l'assunzione di alcol non risulta essere tra le prime 10 cause di incidente», conclude Sandro Bottega.
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