martedì 3 settembre 2024

DALLE AZIENDE DEL GRUPPO PICCINI 1882 UN QUADRO DELLA STAGIONE E DELLA VENDEMMIA APPENA INIZIATA

 


L’amministratore delegato Mario Piccini ed i tecnici delle aziende del Gruppo Piccini 1882 parlano delle caratteristiche dell’annata, dalla Toscana all’Etna
 
 
 
Nelle vigne del Gruppo Piccini 1882 è appena iniziata la vendemmia 2024 con la raccolta delle uve Vermentino, destinate a base spumante.

Finalmente, dopo sette anni di vendemmie alterne per quantità o qualità non in linea, possiamo quest’anno tornare ad una vendemmia soddisfacente da entrambi i punti di vista. Le piogge primaverili hanno mitigato l’eventuale stress idrico e l’estate calda e asciutta ha favorito la produzione di uve sane e mature. Ci aspettiamo una qualità buona se non ottima su gran parte delle denominazioni che fanno capo ai marchi del gruppo Piccini 1882”, afferma l’A.D. del Gruppo Piccini 1882, Mario Piccini.
In Maremma, la vendemmia si presenta piuttosto promettente sia in termini di qualità che di quantità. Quest’ultimo dato, seppur ancora sotto la media a causa della stagione calda e asciutta in alcune zone, è di gran lunga superiore a quello del 2023. Pasquale Presutto, agronomo presso Tenuta Moraia nella Maremma, afferma che “la stagione è partita in primavera con ottime prospettive, le piogge primaverili hanno creato riserve sufficienti per affrontare l’estate senza soffrire lo stress idrico. La fase di fioritura si è sviluppata con regolarità e, grazie al tempo asciutto in giugno, non abbiamo avuto grandi problemi di malattie fungine. Qualche problema, soprattutto in Maremma, è arrivato a causa delle alte temperature prolungate in luglio e agosto: l’invaiatura sui rossi è stata piuttosto disomogenea, in particolare per il Sangiovese, mentre il Vermentino essendo più precoce non ha patito alcun problema in questo senso. Bene le varietà internazionali, che procedono verso il finale di maturazione aiutate dall’escursione termica notturna, che da metà agosto è tornata piuttosto regolare.
Nelle terre del Chianti Classico, dove sorge la nostra Fattoria di Valiano – continua Pasquale Presutto – la vendemmia si prevede fra gli ultimi giorni di settembre ed i primi di ottobre, prospettandosi come una delle migliori degli ultimi decenni. Il Sangiovese ha beneficiato del clima asciutto e caldo, con qualche leggera pioggia estiva al momento giusto, la fase di sfogliatura ritardata ha evitato bruciature sui grappoli che si presentano sani e nella giusta quantità. Le temperature notturne, che si sono abbassate notevolmente a partire dalla metà di agosto, permetteranno una perfetta maturazione delle uve. Se non interverranno fenomeni atmosferici avversi, potremo avere un’annata di Chianti Classico da ricordare a lungo”.

Per quanto riguarda la tenuta siciliana Torre Mora, l’enologo Alessandro Barabesi afferma che: “in questa annata caratterizzata da temperature molto elevate e siccità prolungata, l’Etna si distingue ancora per le sue peculiarità che ne fanno un’isola nell’isola, grazie alle sue caratteristiche pedoclimatiche uniche”.
La denominazione Etna, che si sviluppa in larga parte sul versante nord del vulcano, ha risposto al meglio alle difficoltà grazie soprattutto alle seguenti caratteristiche:
- altitudine dei vigneti compresi tra 600 e 900 m sul livello del mare, con conseguente ampia escursione termica in estate;
- riserve di acqua negli strati profondi del terreno, conseguenza dello scioglimento della neve presente in alta quota fino a giugno inoltrato.
Sia le uve bianche (Carricante) che le rosse (Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio) si presentano sane e in buona quantità. Inizieremo a raccogliere le uve dedicate alla base spumante ai primi di settembre, per poi proseguire con bianchi e uve destinate all’Etna rosato nella seconda settimana del mese e chiudere con i rossi tra fine settembre e primi di ottobre.”
Presso la nostra tenuta Regio Cantina, nella denominazione dell’Aglianico del Vulture – aggiunge Alessandro Barabesi – la siccità ha colpito duramente. In Basilicata, le ultime piogge significative risalgono persino a febbraio. In questa situazione di stress, la vite tende naturalmente a privilegiare la propria sopravvivenza a scapito del frutto, producendo grappoli di dimensioni più ridotte e in quantità minore. Ciò causerà una produzione più limitata, sebbene ci auguriamo che le piogge di settembre possano portare a temine una maturazione regolare. L’Aglianico, infatti, è una delle ultime varietà a ricevere la vendemmia (tra fine ottobre e primi di novembre), pertanto, potrebbe esserci ancora margine per recuperare ed avere un’annata di qualità, seppur limitata nella quantità”.
Alessio Ciomei, enologo di casa Piccini, traccia invece il quadro per l’imminente vendemmia nel Chianti: “siamo ormai a ridosso della raccolta nell’area del Chianti DOCG, che con i suoi oltre 15.000 ha di superficie rappresenta una delle più estese denominazioni per quanto riguarda i rossi. I nostri conferitori si concentrano in larga parte nelle province di Siena e Firenze con qualche presenza in provincia di Arezzo. Nelle tre aree l’andamento stagionale è stato piuttosto omogeneo, con una limitata incidenza di peronospora tra fine giugno e inizio luglio, che comunque è andata ad incidere esclusivamente sulla quantità prodotta. Dal punto di vista quantitativo si è tornati agli standard usuali, con un +30% rispetto alla difficilissima annata 2023. Nonostante le vigne più alte abbiano sofferto la siccità, la qualità dell’uva si presenta ottima”.
L’annata a Montalcino è stata caratterizzata da una fase di pressione umida a cavallo tra fine giugno e inizio luglio che ha alimentato un focolaio di peronospora. A differenza però di quanto accaduto lo scorso anno, quando la malattia si è manifestata precocemente in fase di fioritura, i danni sono stati limitati ad una perdita di produzione, senza effetti sulla qualità delle uve. In compenso, la stagione ha sempre goduto di una forte escursione termica, durante il periodo più caldo, che ha permesso alle viti di gestire al meglio la maturazione. Come spesso accade a Montalcino risulteranno decisivi al fine della qualità gli ultimi 20-30 giorni che ci separano dalla vendemmia. Ciononostante, ad oggi possiamo associare la qualità della vendemmia 2024 alla 2019 per limitarci a quelle più recenti”, quanto afferma Santo Gozzo, enologo di Villa al Cortile.
 

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