A partire dalle sue
origini, probabilmente romane, fino ai primi anni venti, Predappio
era un paese di modeste dimensioni che sorgeva sulle colline
dell'Appennino forlivese e che, cresciuto attorno al castello
medioevale, guardava dall'alto della propria fortificazione la
sottostante valle del Rabbi lungo la quale si trovavano piccoli
nuclei abitati, frazioni e case isolate che costituivano il contado
della comunità di Predappio. Lungo la valle, a circa 2 km da
Predappio, era la località nota con il nome di Dovia (probabile
toponimo romano, Duo Via) che verso la seconda metà dell'Ottocento
era costituita da poche case sparse di contadini, mezzadri e qualche
artigiano. Unici centri di aggregazione della località, erano una
scuola e l'osteria, quest'ultima ancora esistente. Fu in una
abitazione di Dovia che vide la luce Benito Mussolini il quale, negli
anni venti, decise l'edificazione di un nuovo centro abitato.
Cogliendo anche l'occasione fornita da una frana che aveva colpito
Predappio e aveva lasciato numerosi abitanti senza tetto, si decise
la fondazione, in Dovia e nelle aree circostanti, di un nuovo paese
che fosse costruito seguendo i nuovi dettami architettonici del
nascente regime, anche per meglio celebrare il paese natale del Duce,
ormai divenuto, insieme alla vicina Forlì, la "Città del
Duce", meta di pellegrinaggi dei fascisti.
Il nuovo centro
abitato prendeva il nome di Predappio Nuova (e che di fatto
inglobava, facendola sparire, la località Dovia), mentre con
Predappio si continuava ad indicare il vecchio abitato sulle colline.
Con il passare degli anni, i nomi alle due comunità vennero
cambiati, identificando con Predappio solamente la Predappio Nuova
(che nel frattempo era aumentata sia in termini di popolazione che di
importanza) mentre l'abitato antico, sulle colline, assumeva il nome
di Predappio Alta - la Pré in romagnolo -.
La storia di
Predappio inizia sin dall'epoca dei Romani. In quegli anni infatti
Augusto divise l'Italia in undici province. Predappio era parte della
sesta provincia. Si narra che il nome derivi dall'insediamento in
queste località di una antica famiglia romana: gli Appi. La località
venne così denominata Praesidium Domini Appi e abbreviata con
Pre.D.i.Appi. Nella frazione di Fiumana, a conferma di ciò, sono
state trovate, pochi anni fa, le rovine di una antica villa romana.
Sino al 1927
l'odierna frazione di Predappio Alta era anche capoluogo. Dopo il
1927, con il podestà Pietro Baccanelli, esso fu spostato nella
frazione Dovia ed è oggi l'attuale Predappio capoluogo (o anche
Predappio Bassa, anche se il suo nome originale è Predappio Nuova).
Due anni prima, nel 1925, il comune di Fiumana si era unito a quello
di Predappio divenendone una frazione.
Fiumana conta una
popolazione di circa 1950 abitanti e sorge sulle rive del fiume
Rabbi, lungo la strada statale 9 ter che unisce Forlì, a circa 10
km, e Predappio, a circa 5 km. Fiumana rimase comune fino al 1925,
anno nel quale le autorità fasciste ne decisero l'incorporamento nel
comune di Predappio.
Sono presenti le
rovine di un castello, una antica chiesa e i resti di una villa
romana del I secolo d.C.
Si hanno
rinvenimenti archeologici che attestano la presenza di insediamenti
umani fin dall'età del bronzo e, di epoca romana, rimangono i resti
di una villa scoperta nel 1960 da Bernad Montanari. Probabilmente
l'edificio appartenne a ricchi possidenti terrieri e rimase abitato
dal I al IV secolo d.C.
Con la caduta
dell'Impero romano d'Occidente e in seguito alle invasioni barbariche
si perde notizia di Fiumana fino all'XI secolo. Nel 1045 si ha la
prima notizia di un monastero benedettino e, del 1068, se ne conosce
anche il nome dell'abate: Ego Bonizio. Il monastero assume sempre
maggiore importanza, per decadere però verso il XV secolo.
Nel 1304 fu
posseduta dal marchese degli Argugliosi.
Nel giugno del 1424
le truppe di Pandolfo III cingono d'assedio il castello di Fiumana
che in breve capitola. Nel 1434 Antonio Ordelaffi riceve da papa
Eugenio IV il riconoscimento della signoria forlivese ricevendo in
possesso anche i territori di Fiumana.
Una frana avvenuta
nell'inverno a cavallo fra il 1923 ed il 1924 rese indispensabile,
per mettere in sicurezza la popolazione e fornire un tetto a chi lo
aveva perduto, lo spostamento dell'abitato di Predappio in una
posizione più sicura. L'occasione che si presentava alle autorità
del nascente regime era più che unica: da una parte, con la
creazione di un nuovo centro abitato, era possibile fornire alla
popolazione nuove case e migliori condizioni igieniche, dall'altra si
presentava la preziosa opportunità per creare una cornice adeguata
alla celebrazione del mito delle origini del duce.
Per la ricostruzione
dell'abitato si scelse, per diverse ragioni, la località di Dovia:
la zona era infatti più sicura, sul piano geologico, rispetto a
Predappio: sorgeva lungo la valle, lontano da potenziali eventi
franosi. Era ben collocata, al contrario di Predappio che era
arroccata sulle colline, rispetto al tracciato della strada
provinciale che congiungeva Forlì a Premilcuore e era la località
che aveva dato i natali a Mussolini.
Il 30 agosto 1925,
accompagnato da Italo Balbo, giunse in Romagna il segretario del
partito fascista Roberto Farinacci con il mandato di fondare
Predappio Nuova. Il momento culminante della visita furono
l'inaugurazione di una targa celebrativa in bronzo sulla facciata
della casa natale di Mussolini (che egli stesso volle, più tardi,
che fosse rimossa) e la posa della prima pietra sia delle case
popolari sia della chiesa di Santa Rosa da Lima (oggi Sant'Antonio da
Padova), che diverrà poi nota per la celebre Madonna del fascio.
Alla cerimonia di inaugurazione non partecipò invece Mussolini che
decise di non intervenire per evitare che fossero mosse accuse di
favoritismo, in un momento delicato della vita politica del Paese,
quando ancora il regime non aveva raggiunto un pieno controllo sui
sistemi di informazione.
Il 17 febbraio 1927
venne promulgato un regio decreto legge con il quale si stabiliva il
trasloco della sede municipale da Predappio (quella che attualmente è
chiamata Predappio Alta) al nuovo centro abitato denominato Predappio
Nuova. Al nuovo comune venivano così assegnate competenze
territoriali ampie e rilevanti, dovuto anche al fatto che dal 1925
era stata inglobata anche l'area territoriale del comune soppresso di
Fiumana.
Al nuovo comune
venne assegnato anche un nuovo stemma comunale, in modo tale che
questo potesse sintetizzare la trasformazione in atto; il nuovo
stemma, concesso con regio decreto del 4 settembre 1927 e regie
lettere patenti del 15 dicembre 1927 aveva la seguente blasonatura
ufficiale: «partito semitroncato: nel 1º di rosso, al fascio
littorio d'oro; nel 2º d'azzurro, al castello al naturale, merlato
alla ghibellina, torricellato di tre pezzi, murato, aperto e
finestrato di nero, terrazzato di verde; nel 3º d'azzurro, alla
torre al naturale, merlata alla ghibellina, aperta e murata di nero,
terrazzata di verde». Lo stemma riuniva quindi l'emblema del
fascismo (inserito su iniziativa del locale Consiglio comunale) con
gli stemmi precedentemente portati dai Comuni di Predappio (secondo
punto del partito semitroncato) e di Fiumana (terzo punto).[3]
Nel secondo
dopoguerra, a causa della caduta del fascismo, si rese necessario
sostituire il fascio; al suo posto fu inserito un grappolo di uva,
maggior coltura locale specie nella varietà Sangiovese, che essendo
"al naturale" portò a cambiare lo smalto del primo punto
dello stemma da rosso ad argento.[3] Il nuovo stemma, concesso con
decreto del Presidente della Repubblica del 25 giugno 1953 ebbe le
seguente blasonatura: «partito semitroncato: nel 1º di argento, al
grappolo d'uva; nel 2º d'azzurro, al castello al naturale, merlato
alla ghibellina, torricellato di tre pezzi, murato, aperto e
finestrato di nero, terrazzato di verde; nel 3º d'azzurro, alla
torre al naturale, merlata alla ghibellina, aperto e murata di nero,
terrazzata di verde. Ornamenti esteriori da Comune»[3] (dal 2006,
con la concessione del titolo di Città, la corona muraria da Comune
– d’argento, murata di nero, con 3 “pusterle” visibili – è
stata sostituita da quella «d’oro con 5 “pusterle” visibili»
corrispondente al titolo).
Nessun commento:
Posta un commento