mercoledì 28 settembre 2022

Artegna, il paese dei muri a secco

 


 

L’edizione 2022 dei “cantieri del paesaggio”, promossi dall’Ecomuseo e dal Comune di Artegna, si è conclusa: una parte del muro in pietra a secco lungo l’antico tracciato che da Aplia Inferiore discende il versante è stata ripristinata, grazie al lavoro e alla dedizione di una dozzina di artigiani e praticanti: Tommaso, Primo, Mario e Mario, Elisa, Gianpiero, Giovanni Battista, Carlo, Giorgio, Primo, Rico, Geremia e Angela (non ci sono gerarchie tra i partecipanti ai cantieri) si sono impegnati a fondo nell’arco di due settimane, mettendosi alla prova – le difficoltà non sono mancate, causa la pioggia e un cordolo in cemento preesistente che ha richiesto soluzioni rapide – per apprendere le particolari tecniche costruttive relative a questa tipologia di manufatti.

Avviati nel 2015, realizzati in tre comuni dell’Ecomuseo (oltre ad Artegna, a Montenars e Majano) in collaborazione con ITLA Italia, i cantieri sono gli unici corsi pratici sul recupero delle opere in pietra senza uso di legante organizzati in Friuli, aperti a tutti e finalizzati alla manutenzione e conservazione di un paesaggio culturale che è il prodotto dell’interazione armoniosa tra attività umane e ambiente naturale: i muri a secco sostengono i terrazzamenti, prevengono le frane, riducono l’erosione, migliorano la biodiversità. I “cantieri del paesaggio” sono la dimostrazione del ruolo attivo che gli ecomusei possono svolgere a favore dei territori e delle comunità che vi operano.

 

«Il riconoscimento da parte dell'Unesco, nel novembre 2018, dell'arte del muro a secco quale patrimonio immateriale dell'umanità è il risultato di un movimento, attivo in Italia e in altri Paesi, fatto non solo di studi e convegni ma anche di scuole e di corsi, di riattivazione di una pratica da condividere. L'arte del muro a secco è un catalizzatore di energie indirizzate alla cura dinamica del paesaggio, alla rivitalizzazione dei meccanismi della trasmissione del sapere manuale e della capacità di cooperazione» (Michele Corti, ruralpini.it)

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