Era il 1992. La Cooperativa Utopie Concrete, che una decina d’anni dopo avrebbe avviato con il Comune di Gemona del Friuli il processo partecipativo dell’Ecomuseo, realizzò per lo stesso Comune, che allora faceva parte del Parco Naturale delle Prealpi Giulie, una guida per escursionisti dedicata al “Sentiero Naturalistico Silans-Lago di Ospedaletto”. Ne erano autori Giuliano Mainardis, Federico Sgobino e Maurizio Tondolo. Fu un successo travolgente, a tal punto che la pubblicazione dovette essere ristampata e per due volte andò esaurita. Il motivo: un equilibrio perfetto tra testo e immagini, grazie all’inserimento di vedute, schemi geologici, cartine a tema, disegni dettagliati della flora e della fauna, una chiave dicotomica per il riconoscimento delle foglie, a cui si aggiungeva una cartina al diecimila con l’indicazione del tracciato e la localizzazione delle oltre cinquanta emergenze naturalistiche e storiche e dei punti panoramici individuati lungo l’itinerario.
A distanza di 30 anni dalla prima edizione della guida, l’Ecomuseo, anche per festeggiare i suoi 20 anni di attività (in realtà sono 22, ma il Covid ha mescolato le carte), ha ripreso il filo del… percorso organizzando due iniziative ai punti estremi del Sentiero. Lo ha fatto gli scorsi giorni con una lezione di geologia tenuta là dove si erge il Monte Cumieli, lo farà domenica 18 settembre con un’escursione naturalistica in collaborazione con ForEst attorno al Monte Glemine, piccolo avancorpo sulla dorsale occidentale del Cuarnan. Lungo il tracciato è possibile leggere la presenza di faglie e sovrascorrimenti, osservare la natura delle rocce, valutare gli effetti erosivi e di deposito di ghiacciai e corsi d’acqua. Straordinaria è la varietà floristica, per via dei microclimi molto diversi dovuti all’orientamento dei versanti. Ritrovo nella frazione di Godo alle ore 8.30. La prenotazione è obbligatoria, max 25 partecipanti (info@ecomuseodelleacque.it, 338 7187227).
«Risalendo il “Troi dai Cincent” lungo il versante meridionale del Glemine, si possono notare ciottoli di natura scistosa e arenacea che non trovano riscontro nelle rocce affioranti in zona. Rocce di questo tipo infatti si rinvengono esclusivamente nell’alta Carnia e sicuramente da là provengono, rappresentando così la prova di un trasporto che può essere avvenuto solo con un grande ghiacciaio. Oltre quota 600 m scompaiono, segnando pertanto la massima altitudine raggiunta qui dai ghiacci. Lungo questo versante montuoso si rinvengono spesso cumuli detritici ben compatti o addirittura cementati come nei pressi della Fontana del Turco: si tratta dei resti della morena laterale sinistra del ghiacciaio tilaventino. Nei tratti più elevati del sentiero si aprono alla vista belle panoramiche sulla Prealpi Carniche e il Campo di Osoppo-Gemona, chiuso a sud dall’Anfiteatro morenico» (dalla “Guida al Sentiero Naturalistico Silans-Lago di Ospedaletto, 1992)
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