Sergio Berardo è l’esponente più rappresentativo della cultura musicale occitana. Oltre a essere uno straordinario polistrumentista, è uno studioso rigoroso e appassionato e un grande divulgatore e sostenitore della minoranza di lingua d’Oc: tra le tante iniziative che l’hanno visto protagonista, la collaborazione con l’Ecomuseo della Pastorizia, una delle più interessanti realtà ecomuseali italiane con cui l’Ecomuseo delle Acque ha stretto un proficuo rapporto di cooperazione. Sergio Berardo ha curato la mostra “Muzico Muzicantes. Gli strumenti della musica popolare occitana”, che è restata negli annali dell’Ecomuseo. Ha insegnato nelle scuole la musica occitana. Dirige ogni anno il tradizionale concerto di Pontebernardo in occasione della “Festa del Tarluc”, la festa per antonomasia della Valle Stura celebrata nel cuore dell’inverno.
Dando seguito allo scambio con l’ecomuseo piemontese, l’Ecomuseo delle Acque ha invitato il musicista a Gemona dedicandogli la giornata di sabato 10 settembre. Due gli appuntamenti, promossi in collaborazione con il Comune: alle 10 nella Chiesa di S. Michele in largo Porta Udine, Sergio Berardo sarà il protagonista di una vera e propria lezione dal titolo “La Routo de la muzico ouzitano. Un viaggio attraverso l’Occitania, i suoi strumenti musicali, le melodie e le danze”: illustrerà le caratteristiche e il funzionamento di cornamuse, ghironda, clarinetti, organetti e fisarmoniche, flauti, oboi, violino, soffermandosi sul ruolo che un ecomuseo deve assumere nella valorizzazione del proprio “patrimonio vivente”. Nel pomeriggio l’attesissimo concerto nella Chiesa di S. Maria delle Grazie, in via Caneva alle 18, accompagnato da due giovani leve della musica occitana: Davide Bagnis e Luca Declementi.
«L’Occitania è una delle maggiori “nazioni senza stato” dell’Europa occidentale, identificabile attraverso l’applicazione di criteri linguistici. In quest’area, che si estende per 190 mila kmq sul territorio di tre stati, si parla l’antica lingua d’Oc: dalle 14 valades ousitanes piemontesi, spartite tra le province di Cuneo e Torino, attraverso 32 despartaments del Midi francese si arriva fino alla Val d’Aran, valle pirenaica posta sotto la sovranità della Generalitat de Catalunya, in cui è corrente e rispettato il trilinguismo occitano-catalano-castigliano. L’area rivela una sorprendente varietà di strumenti: una rapida panoramica a volo d’uccello lascia indovinare una vera e propria orchestra, multiforme e colorata, costituita da flauti diritti e traversi, oboi di varie taglie, clarinetti, cornamuse a insufflazione diretta e a soffietto, strumenti a corda pizzicata, sfregata e percossa, fisarmoniche diatoniche, semitonate e cromatiche e percussioni di vario genere, in parte ricavate da oggetti di uso comune» (dal catalogo della mostra “Muzico Muzicantes”, a cura di Sergio Berardo e Stefano Martini)
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