Proseguono le visite geologiche promosse dall’Ecomuseo delle Acque sul proprio territorio, caratterizzato dalla presenza di numerosi geositi ovvero elementi fisici del paesaggio per i quali è possibile definire un interesse geologico e geomorfologico, a cui si aggiungono alto valore scenico, rappresentatività, esemplarità didattica, rarità e rilevanza scientifica. Alcuni di questi – i più significativi – sono descritti in dettaglio in un volume di grande interesse (“Geositi del Friuli Venezia Giulia”, edito dalla Regione e dall’Università di Trieste), altri sono stati illustrati nelle numerose pubblicazioni realizzate dall’Ecomuseo nella sua più che ventennale attività di divulgazione (tra queste il Lunari 2020, dedicato proprio ai geositi, documentati dalle foto di Graziano Soravito).
Il prossimo appuntamento, in programma sabato 3 settembre, riguarda il Monte Cumieli e il suo intorno. Il ritrovo è alle 10 presso il Mulino Cocconi ad Ospedaletto. L’esperto che illustrerà la formazione e morfologia del rilievo è il geologo Daniele Tenze, che da anni collabora con l’Ecomuseo nella gestione del Laboratorio didattico del Terremoto. Quello del Gemonese è un territorio che assume come pochi altri una rilevante valenza didattica e divulgativa: corrisponde a una pianura alluvionale chiusa, il Campo di Osoppo-Gemona, dove l’Ecomuseo ha messo radici, assumendosi l’impegno di descriverla e raccontarla. Consigliata la prenotazione: 338 7187227, info@ecomuseodelleacque.it.
Il Monte Cumieli, alto 571 m, presenta un profilo longitudinale “a dorso di cetaceo”, con la caratteristica asimmetria originata dall’azione del ghiacciaio tilaventino che da nord si dirigeva a sud: il versante settentrionale, posto sotto corrente, è dolce e arrotondato; quello opposto, dove si formano nei ghiacciai delle zone a seracchi con scarsa erosione, è ripido e scabro. Le azioni erosive e abrasive da parte dei materiali clastici trascinati dal ghiacciaio in movimento sulle rocce, hanno determinato l’asportazione della parte inferiore dei fianchi vallivi e il modellamento del colle. Il ghiacciaio è responsabile dei numerosi massi abbandonati in cima al rilievo: spesso sono costituiti da rocce che non corrispondono a quelle del luogo, sono quindi la prova tangibile del lungo trasporto avvenuto nel corso dell’ultima glaciazione.
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