Prosegue fino al 27 maggio alla Fondazione Luciana Matalon di Milano il progetto artistico multidisciplinare di Nello Taietti “ONIRONAUTICA 2” che mette insieme modalità espressive differenti tra arte performativa, musica e fotografia, per una riflessione sul rapporto che lega l’attività onirica a quella della veglia e che pone al centro della scena una fotografia che nei colori e nelle atmosfere è fortemente legata alla sfera inconscia dell’autore.
Nelle oltre cento fotografie in mostra, così come per quello che accade in scena (sabato 13 alle ore 18 ultima rappresentazione), lo spettatore prende coscienza di come la realtà “grezza”, che viviamo tutti i giorni, abbia uno strettissimo legame con quella più spirituale e sottile che si palesa quando siamo protagonisti dei “sogni lucidi”, ovvero quando siamo coscienti del fatto di stare sognando durante il sogno.
“Onironautica 2” è un progetto dalla metodologia complessa ma allo stesso tempo fortemente espressiva, dove il linguaggio fotografico introduce alla pièce teatrale svelando l’immaginario onirico del protagonista che racconta, in prima persona, tematiche e drammaticità del contemporaneo che lo influenzano, travolto da pandemia, guerre e catastrofi naturali: un vero e proprio viaggio attraverso i sogni che, inizialmente onirici, si tramutano poco alla volta in veri e propri incubi, intrecciandosi sempre più con le atrocità dei nostri tempi, come se non ci fosse più differenza tra il sogno e la veglia.
Andrea Gardenghi: «Nella pratica di Nello Taietti questo mondo perturbante viene incessantemente sottoposto a un esperimento di razionalizzazione; l’autore, a partire dalle proprie visioni oniriche, lavora dunque come un estrattore di immagini, seleziona ciò che del sogno è governabile e lo manipola per esplorarne le coordinate.»
Nello Taietti, in scena con gli attori Daniele Crasti (voce narrante) e Serena De Siena insieme alla performer Claudia Borri, accompagnati dalla musica di Eloisa Manera (violino) e Luca Arnaldo Maria Colombo (pianoforte), rivela come la realtà, sempre più affliggente e drammatica, sia capace di sfondare la “porta magica” che protegge i sogni, mettendo in crisi la sua stessa anima che rischia di deteriorarsi, inaridirsi.
Paolo Cacciato: «L’autore usa il mezzo fotografico per giungere in profondità, lasciando materializzare dal proprio inconscio due figure che, pur essendo caratterizzate da forte corporeità, richiamano indiscutibilmente a un livello intellettuale e poetico di ricerca personale, rivolta al mondo dell’arte quale fuga dall’orrore.»
Solo grazie all’azione delle Muse Calliope (Serena De Siena) ed Erato (Claudia Borri), voci del potere della poesia e del corpo, il dolore del protagonista si attenuerà e avrà la possibilità di tornare a vivere, “a pensare col cuore in una forma superiore di coscienza”, portando con sé la speranza di un futuro più roseo, simboleggiato dalla provvidenziale venuta al mondo della neonata Alba.
Autore, regista e fotografo, Nello Taietti riesce a far convivere in perfetto equilibrio espressioni artistiche differenti, con le immagini fotografiche che, come sottolinea Roberto Mutti, «avanzano in dichiarata autonomia ma con un ritmo poetico parallelo a quello della narrazione e della musica. L’obiettivo diventa così complice di una molteplicità di sguardi che nascono da una sintonia stabilita con lo spettatore che si trova a indagare sui corpi, a indovinare le espressioni, a confrontarsi con i più diversi aspetti della realtà. »
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