«La pittura non è soltanto concetto, ma è anche atto.
Pensare e fare. Sono due cose che dovrebbero rendere tutti più umili
perché permettono di misurarsi con quello che si fa.
Nella pittura io faccio tutto, dall’inizio alla fine, mi piace molto l’idea che
tutto quello che si vede, nel bene o nel male, sia mio.»
Sean Shanahan
Sean Shanahan (1960, Dublino) presenta la mostra New Grass, curata da Anna Bernardini, con Moira Chiavarini, organizzata dalla Fondazione Guido d’Arezzo in collaborazione con il Comune d’Arezzo e con l’associazione culturale Le Nuove Stanze, Mmode e BUILDING, con il sostegno di Magonza.
L’esposizione conta 11 installazioni che si dispiegano negli spazi scenografici della Fortezza Medicea, presentando le ultime ricerche pittoriche dell’artista irlandese. I suoi lavori anche per questa mostra nascono misurandosi con il luogo in cui si inseriscono e la relazione tra opera e ambiente continua ad essere cruciale e determinante; ambienti questi nei quali l’artista ne sottolinea, attraverso la sua ricerca, l’austerità e l’asciuttezza. Infatti nelle sale della Fortezza i grandi quadri-scultura abitano e dialogano con lo spazio della roccaforte, giocando sui pieni e sui vuoti. Sono opere in cui la pittura, nell’esaltazione della sua purezza, instaura un dialogo costruttivo e fisico con il luogo e si sviluppa plasticamente in esso. Qui la sua ricerca sembra quasi inglobare lo spazio nell’opera.
La sua pittura acquista così una tridimensionalità inedita nell’esaltazione delle potenzialità di incontro tra colore, luce e spazio. L’architettura della Fortezza e i suoi ambienti, così mutevoli in ogni ora del giorno per le possibilità offerte dalla luce naturale e artificiale, divengono parte integrante dell’installazione delle opere di Shanahan che, con i suoi lavori, permette di percepire la sua ricerca in una maniera nuova, di esperirla con il proprio corpo, di pensarla come limite spaziale e nello stesso tempo come infinita e nuova potenzialità percettiva.
Come sottolinea la curatrice del progetto, Anna Bernardini: «Sean Shanahan spesso utilizza la parola palinsesto per descrivere la correlazione che si crea tra i suoi lavori e gli spazi in cui sono allestiti. Mi sembra significativo ricordare ciò che in una mia intervista ha dichiarato a questo proposito “la parola palinsesto toglie molta retorica al concetto di contesto ... I quadri cambiano significato a seconda di come sono messi al muro. Una cosa accanto all'altra cambia il senso di entrambe”».
Il percorso trova il suo apice nella inedita opera-scultura, realizzata per l’occasione, New Grass. Si tratta di un grande lavoro bifacciale, sospeso nello spazio. Un canto giocoso e potente, la felice possibilità di un incontro ritmico tra forma, spazio e luce e al tempo stesso il risultato di una ricerca corale, un accompagnamento ritmico alla vita. Perché le opere di Sean Shanahan spesso celano un richiamo alla musica, un’ispirazione sonora – talvolta inconsapevole (si pensi alla voce di Mark Hollis per New Grass, dall’album Laughing Stock).
La mostra prosegue presso la sede dell’associazione culturale Le Nuove Stanze, ad Arezzo, in via Mazzini 12, dove Sean Shanahan esporrà, insieme a due lavori unici, la nuova serie di multipli, editi Magonza, che sono una declinazione ulteriore e radicale, per certi versi anche ludica, di una sperimentazione continua sulle possibilità della pittura, che qui disegnano un movimento raccolto ma nervoso, curioso, ironico.
In occasione della mostra verrà edito un catalogo da Magonza – in finitura pregiata, cucito a filo refe e stampato in offset su materiali di alta qualità, in doppia lingua (italiano / inglese) –, con testi di Anna Bernardini, Moira Chiavarini, Fabio Migliorati, Marta Spanevello, e fotografie delle opere in mostra di Michele Alberto Sereni.
Nessun commento:
Posta un commento