Il Labirinto scritto è la collana di Franco Maria Ricci che pubblica, a cadenza imprevedibile, libri in cui i testi, non accompagnati da immagini, donano al lettore il piacere della scoperta e il gusto del testo e si arricchisce oggi di due nuovi titoli, Paris -Nuà di Giovanni Testori e Uno zinzino di Zen di Giovanni Mariotti.
Paris -Nuà ospita sei poesie, sei frammenti di Rimbaud e Verlaine portati da Giovanni Testori dal francese di Paris, al milanese di Nuà – Novate Milanese, paese d’origine dello scrittore –, il dialetto quotidiano della sua infanzia. Traduzioni, scritte ormai al tramonto della vita e ancora inedite, che sembrano voler chiudere il cerchio della ricerca, avviata con grande passione più di vent’anni prima, per la letteratura dialettale. A conclusione del libro, curato da Nicolò Rossi, sono inseriti alcuni articoli scritti da Testori per il “Corriere della Sera” che testimoniano l’amore e il forte legame con i due monumentali poeti del simbolismo francese.
Nato a Novate nel 1923, Giovanni Testori si formò da precocissimo storico dell’arte. Scrittore, drammaturgo, critico d’arte, pittore, esordì da narratore post neorealista ma fu nel teatro che recuperò il plurilinguismo espressionista, storicamente padano, di una letteratura eccentrica, linguisticamente stravagante e rivoltosa.
Uno zinzino di Zen di Giovanni Mariotti è una raccolta di brevi testi, in parte inediti, le cui proporzioni minute riflettono i toni timidamente aforismatici. Come scrive Laura Casalis nella prefazione al libro, “nulla parla di noi quanto i fatti minori che la nostra memoria ha trattenuto”: Uno zinzino di Zen è dunque una collezione delle piccole “irrilevanze” dello scrittore nonché un invito a non prendersi troppo sul serio. Allo stesso modo il titolo, Uno zinzino di Zen, oltre a richiamare una propria convinta “visione delle cose”, sembrerebbe voler promuovere, tra chi si affanna nel tentativo di fare la storia o cambiare il mondo, un approccio più leggero e modesto.
Giovanni Mariotti, nato a Pietrasanta nel 1936, è storico collaboratore della casa editrice Franco Maria Ricci, con cui lavora da ormai mezzo secolo. Oltre a Storia di Matilde, definito da Pietro Citati come “il più bel romanzo scritto in Italia negli ultimi vent’anni”, che nell’edizione Adelphi ha raggiunto la terza edizione, ha pubblicato diversi altri libri soprattutto presso le case editrici Anabasi ed Et Al, fondate da suo figlio, Sandro Mariotti d’Alessandro, oggi scomparso. Tra il 1976 e il 2008 ha scritto anche per i giornali (il Corriere, L’Espresso, la Repubblica). Fra i suoi ultimi volumi pubblicati, Piccoli addii (Adelphi) e I manoscritti dei morti viventi (La nave di Teseo) e, in uscita in contemporanea a questo libro, Il Faraone Anguilla (Hopefulmonster) e La biblioteca della sfinge (Palingenia).
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