I Vignaioli del Trentino
tornano ad Hospitality - Il Salone dell’Accoglienza, la fiera internazionale
leader in Italia per l’hotellerie e la ristorazione. Lo fanno dopo un’edizione
“zero” - quella del 2024 - che ha riscosso un grande interesse tra gli operatori
Ho.Re.Ca. che hanno visitato l’area.
Il Consorzio Vignaioli del
Trentino promuove e cura questa seconda edizione di [spazio]Vignaiolo, l’area
speciale dedicata al vino artigianale, che ospiterà oltre 70 vignaioli
indipendenti, tutti associati alla FIVI - Federazione Italiana Vignaioli
Indipendenti, dal 3 al 5 febbraio nel padiglione B4 del quartiere fieristico di
Riva del Garda. Uno spazio dedicato al mondo del vino artigianale e
dell’enoturismo: banchi di assaggio oltre ad incontri e approfondimenti saranno
il focus di questa seconda e densa edizione.
Massiccia la presenza dei
Vignaioli trentini con oltre 40 Aziende presenti, e poi diversi i gemellaggi e
nuove aziende che saranno presenti: Vignaioli dalla Marche, dal Veneto - ed in
particolare dalla Valpolicella - dall’Alto Adige Südtirol, Friuli e Toscana.
Oltre a loro un’area dedicata agli artigiani del cibo - curata dalla Camera di
Commercio di Trento e da Slow Food Trentino - con un protagonista insolito: il
miele, accompagnato da tavoli dedicati ai cereali e ai formaggi.
“I Vignaioli sono tornati con
piacere ad Hospitality per incontrare quello che da sempre è il nostro
principale canale di vendita, il mondo Ho.Re.Ca., che vede in questa fiera uno
dei suoi principale luoghi di incontro” dichiara la Presidente del Consorzio
Vignaioli del Trentino Clementina Balter. “Dopo una prima edizione chiusa con
numeri molto positivi abbiamo deciso di tornare con uno sguardo nuovo, volto al
ruolo del Vignaiolo non solo come produttore, ma anche come attore della
filiera dell’ospitalità e dell’accoglienza attraverso la valorizzazione del
proprio prodotto e il racconto del proprio territorio in chiave turistica.
Sempre di più le nostre aziende aprono le porte a turisti e appassionati,
facendo vivere esperienze uniche che creano valore aggiunto per tutto il
sistema dell’ospitalità territoriale.”
Enoturismo e capacità di fare
rete: queste le chiavi di questa seconda edizione
Da anni il Consorzio Vignaioli
del Trentino ha in essere collaborazioni con le diverse Associazioni di
categoria del mondo dell’ospitalità e della ricettività, convinti che non siano
importanti i chilometri che dividono la cantina dal luogo in cui verrà
consumato il calice, ma il legame tra chi ha prodotto il vino e chi si occuperà
della sua mescita.
Lo spazio che separa cantina e
calice viene percorso grazie ad albergatori, ristoratori, baristi, sommelier e
proprietari di enoteche che, con passione e competenza, fanno conoscere i
nostri vini e le nostre storie. “Una filiera che è forte - dice ancora Balter
-lunga o corta che sia, ma sempre solida espressione del territorio e del voler
fare bene le cose. Per questo più che di km zero ci piace parlare di km vero.”
In questo scenario il Vignaiolo
- che è colui che coltiva la terra e costruisce il paesaggio, vinifica le sue
uve, commercializza i suoi vini - diventa interlocutore ideale per il mondo
della ristorazione e dell’ospitalità, perché conosce e garantisce il suo
prodotto con qualità e artigianalità. Inoltre, sempre più le aziende vinicole
si stanno specializzando nel rapporto col mondo del turismo enogastronomico,
diventando così, per gli operatori dell’ospitalità, il partner ideale con cui
interfacciarsi per fornire un’esperienza unica e completa ai propri ospiti.
Il Vignaiolo come narratore di territorio
Il Vignaiolo Indipendente è
rappresentante di un’azienda vitivinicola che segue in prima persona tutta la
filiera di produzione del vino, dal grappolo fino all’imbottigliamento e alla
vendita. Vino in Italia è cultura, paesaggio, convivialità. I Vignaioli, con le
loro esperienze in cantina, possono offrire tutto questo: momenti autentici, in
cui le aziende aprono le porte delle loro case, fanno conoscere le loro
famiglie e il lavoro di una o più generazioni. Come scrive Roberta Garibaldi
nell’ultimo Rapporto sul turismo enogastronomico italiano , “L’enogastronomia si conferma essere
elemento assai ricercato ed apprezzato in ogni esperienza di viaggio. La
situazione attuale - che si caratterizza per quadro economico e geo-politico
difficile -, sembra non intaccare questo comparto che ha visto negli anni
evolversi, con l’affermazione di nuove forme, modalità e luoghi di fruizione
che si caratterizzano per la capacità di introdurre, coinvolgere e immergere
il viaggiatore nella cultura della meta visitata.” In questo contesto il
Vignaiolo - con il suo prodotto, la sua cantina, il suo territorio - può giocare un ruolo di primaria importanza.
Come recentemente affermato dal Presidente della Federazione Italiana Vignaioli
Indipendenti FIVI, il trentino Lorenzo Cesconi, “i Vignaioli sono aziende di
medio-piccole dimensioni, spesso a conduzione familiare, radicate sul
territorio e capaci di creare valore ed esternalità positive lì dove operano;
impegnate non solo nella produzione di vino di qualità, ma nella tutela del
territorio e nella conservazione del paesaggio rurale italiano.”
Vignaioli Indipendenti Italiani: piccoli e di qualità, ben
radicati nei territori collinari e montani, attenti alla sostenibilità e
orientati all’enoturismo (Nomisma)
Come ha evidenziato una recente
indagine curata da Nomisma in collaborazione con FIVI (SI VEDA QUI), “una leva di sviluppo e
integrazione economica utilizzata dai produttori FIVI è quella dell’enoturismo:
oltre l’80% delle aziende associate offre servizi per gli enoturisti, in
particolare visite guidate con degustazioni. Anche in questo caso, il “modello
FIVI” offre un contributo particolarmente utile alla tenuta socio-economica
delle aree rurali, dato che i ricavi derivanti dai servizi enoturistici
incidono per il 23% sul fatturato complessivo dei ‘vignerons’ (contro una media
nazionale del 18%), evidenziando in tal modo una differenziazione delle
attività in grado di valorizzare ulteriormente la produzione vinicola delle
aree interne. Inoltre, il 46% dei turisti che annualmente visitano tali aziende
sono di origine straniera, un altro fattore di sviluppo che, se rafforzato e
ulteriormente valorizzato, può contribuire alla riduzione di quell’overtourism
che negli ultimi anni sta portando effetti negativi negli equilibri sociali
delle città italiane.”
In conclusione, dice la
Presidente Clementina Balter citando le conclusioni del succitato studio di
Nomisma, “il modello socio-economico dei Vignaioli Indipendenti offre un
importante contributo alla tenuta e valorizzazione del vino e dei territori
vinicoli del Bel Paese, e questo vale anche per il Trentino.”
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