lunedì 12 giugno 2017

LA FOLLA Jørgen Haugen Sørensen e Pietrasanta dagli anni ’70 ad oggi


A cura di Bruno Corá e Lars Kærulf Møller

18 giugno - 6 agosto 2017

Complesso di Sant’Agostino, Piazza Duomo e
Galleria Paola Raffo Arte Contemporanea,
Pietrasanta (LU) 

La città di Pietrasanta per la sua tradizionale mostra estiva, vuole quest’anno celebrare Jørgen Haugen Sørensen, uno dei più importanti scultori danesi viventi.
 
Dopo Fernando Botero, Igor Mitoraj, Kan Yasuda, Velasco Vitali e Jean Michel Folon solo per citarne alcuni, il Comune di Pietrasanta con la collaborazione della Galleria Paola Raffo Arte Contemporanea presenta la mostra La Folla, curata da Bruno Corá e Lars Kærulf Møller. L’esposizione, dedicata ai lavori più recenti dello scultore in ceramica, bronzo e marmo insieme ad una antologica, è un omaggio alla lunga relazione di Jørgen Haugen Sørensen con Pietrasanta e come ogni anno anima il cuore della città, interessando il Complesso di Sant’Agostino, Piazza del Duomo e gli spazi della Galleria Paola Raffo Arte Contemporanea.
 
Jørgen Haugen Sørensen ha trascorso la maggior parte della sua vita lavorativa in Italia e agli inizi degli anni ’70 risale il suo primo incontro con Pietrasanta, dove ancora oggi risiede. 
 
Di fronte alla Chiesa di Sant’Agostino sarà installata l’imponente scultura alta 1,80 m - While We’re Waiting - scolpita con il marmo della Versilia, mentre all’interno saranno esposti i principali lavori dello scultore. Il chiostro con giardino sarà animato da cinque sculture in granito risalenti agli anni ’80 che dialogheranno con il campanile e i palazzi del centro storico visibili dall’interno del chiostro.
Una nuova serie in gres porcellanato bianco intitolata A Dark Story in White sarà esposta nella Sala Capitolo, per finire il percorso espositivo nella Galleria Paola Raffo Arte Contemporanea con sculture policrome degli anni ’90.
 
Le opere di Jørgen Haugen Sørensen riflettono, con uno stile crudo e spesso brutale, la sua personale visione della condizione umana, catturano e raccontano i temi fondamentali della vita e della morte, dell'amore e della sofferenza utilizzando la scultura come linguaggio elettivo. Il suo modo di modellare è libero da ogni accademismo e dall’attaccamento ad un linguaggio univoco, ma fluisce e accade seguendo il suo immaginario. Il corpo – umano o animale che sia – o parti di esso, è il suo soggetto privilegiato e lo ritrae nella sua realtà e nudezza, grottesco, mostruoso, riflettendo la verità, a volte crudele, del genero umano, senza giudicare però, anzi comunicando un sentimento di vicinanza e partecipazione, una sensibilità nei confronti dell’epoca in cui tutti viviamo.
 



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