A cura di Bruno Corá e Lars Kærulf Møller
18 giugno - 6 agosto 2017
Complesso di Sant’Agostino, Piazza Duomo e
Galleria Paola Raffo Arte Contemporanea,
Pietrasanta (LU)
Galleria Paola Raffo Arte Contemporanea,
Pietrasanta (LU)
La città di Pietrasanta per la sua tradizionale mostra estiva, vuole quest’anno celebrare Jørgen Haugen Sørensen, uno dei più importanti scultori danesi viventi.
Dopo
Fernando Botero, Igor Mitoraj, Kan Yasuda, Velasco Vitali e Jean
Michel Folon solo per citarne alcuni, il Comune di Pietrasanta con la
collaborazione della Galleria Paola Raffo Arte Contemporanea presenta la
mostra La Folla, curata da Bruno Corá e Lars Kærulf Møller. L’esposizione, dedicata ai lavori più recenti dello scultore in ceramica, bronzo e marmo insieme ad una antologica, è un omaggio alla lunga relazione di Jørgen Haugen Sørensen con Pietrasanta e come ogni anno anima il cuore della città, interessando il Complesso di Sant’Agostino, Piazza del Duomo e gli spazi della Galleria Paola Raffo Arte Contemporanea.
Jørgen
Haugen Sørensen ha trascorso la maggior parte della sua vita lavorativa
in Italia e agli inizi degli anni ’70 risale il suo primo incontro con
Pietrasanta, dove ancora oggi risiede.
Di fronte alla Chiesa di Sant’Agostino sarà installata l’imponente scultura alta 1,80 m - While We’re Waiting
- scolpita con il marmo della Versilia, mentre all’interno saranno
esposti i principali lavori dello scultore. Il chiostro con giardino
sarà animato da cinque sculture in granito risalenti agli anni ’80 che
dialogheranno con il campanile e i palazzi del centro storico visibili
dall’interno del chiostro.
Una nuova serie in gres porcellanato bianco intitolata A Dark Story in White
sarà esposta nella Sala Capitolo, per finire il percorso espositivo
nella Galleria Paola Raffo Arte Contemporanea con sculture policrome
degli anni ’90.
Le opere di Jørgen Haugen Sørensen riflettono, con uno stile crudo e spesso brutale, la sua personale visione della condizione umana, catturano e raccontano i temi fondamentali della vita e della morte, dell'amore e della sofferenza utilizzando la scultura come linguaggio elettivo.
Il suo modo di modellare è libero da ogni accademismo e
dall’attaccamento ad un linguaggio univoco, ma fluisce e accade seguendo
il suo immaginario. Il corpo – umano o animale che sia – o parti di esso, è il suo soggetto privilegiato e lo ritrae nella sua realtà e nudezza, grottesco, mostruoso, riflettendo
la verità, a volte crudele, del genero umano, senza giudicare però,
anzi comunicando un sentimento di vicinanza e partecipazione, una sensibilità nei confronti dell’epoca in cui tutti viviamo.
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