Broccoli, rape, mais, fave, fagioli, mele, susine, pesche, albicocche, viti “popolavano” in passato le braide
del Gemonese. Oggi gran parte delle varietà autoctone, frutto di
selezioni naturali dovute al clima e alle preferenze alimentari di un
tempo, sono state dimenticate o sostituite da varietà selezionate e
talvolta esotiche.
Per riportare la biodiversità di specie antiche e probabilmente meno problematiche nei nostri orti e giardini, avrà inizio il 10 marzo ad Artegna un corso di orticoltura tutto speciale. Il tecnico agrario Angelo Mattiussi, che da anni collabora con l’Ecomuseo delle Acque per
la formazione e la divulgazione di pratiche agronomiche sostenibili,
insegnerà a propagare l’insalata della nonna, il fagiolo del nonno
tramandato di padre in figlio, la vecchia pianta di susine, così buone
ma che rischiano di scomparire, e tante altre prelibatezze che potranno
ritornare sulle nostre tavole grazie alla passione (da attivare) e alle
conoscenze (da acquisire) di nuovi ortolani “custodi di semi”.
Il corso, finalizzato a un progetto didattico promosso dal Comune di Artegna
con la collaborazione dell’Ecomuseo, vuole anche formare persone
disposte a prendersi cura di alcune aiuole che verranno allestite nel
centro cittadino con esposizione delle specie autoctone ancora presenti
negli orti familiari, spesso abbandonati.
L’attività si articolerà in tre lezioni frontali, che avranno luogo di venerdì con orario serale presso la sala conferenze del Centro sociale in piazza Marnico, e in due laboratori sul campo, in programma il sabato pomeriggio. Viene richiesto un contributo spese.
info e iscrizioni: 338 7187227, info@ecomuseodelleacque.it
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