A
San Pietro di Feletto, con Fabio Tavelli nelle vesti di intervistatore,
grande successo per la presentazione della biografia che Leo Turrini ha
dedicato al mitico fondatore del marchio di Maranello. Tra gli ospiti,
Mauro Apicella, coordinatore della Scuderia Ferrari Club nel mondo
San Pietro di Feletto (TV), 7 febbraio 2017 – Il
mito e l’uomo. I trionfi sportivi e le terrene debolezze. Lunedì sera, a
Ca’ del Poggio, si è parlato di Enzo Ferrari, uno dei grandi italiani
del Novecento.
Al
fondatore del marchio di Maranello ha dedicato una biografia, appena
rieditata, il giornalista Leo Turrini, considerato uno dei massimi
esperti di Formula 1. Il libro – intitolato “Enzo Ferrari, un eroe
italiano” – è stato presentato ufficialmente per la prima volta proprio a
Ca’ del Poggio. Al fianco di Turrini, nelle vesti di intervistatore, il
giornalista di Sky, Fabio Tavelli. Di fronte, una platea di duecento
persone. Tra gli ospiti, anche Mauro Apicella, coordinatore della
Scuderia Ferrari Club nel mondo, giunto appositamente da Maranello.
Turrini,
emiliano di Sassuolo, ha conosciuto da vicino Enzo Ferrari: lui era un
giovane cronista, l’altro aveva già il carisma del “Drake”, quando
avvenne il primo incontro tra i due. Il libro di Turrini diventa così
una miniera di aneddoti, non sempre noti, sulla vita di Enzo Ferrari.
“Se
una cosa la puoi sognare, la puoi fare”, diceva il fondatore del
marchio di Maranello. Dalle pagine di Turrini emergono il carisma e le
capacità imprenditoriali del vecchio Enzo, ma anche le vicende umane,
non sempre felici, che ne hanno accompagnato la lunga esistenza.
Turrini
ha ricordato il no di Ferrari a Henry Ford che avrebbe voluto comprare
l’azienda. L’incontro con Togliatti (“Lei la chiamano il Migliore, io
sono il Migliore”). I complicati rapporti con le donne. Persino vezzi
curiosi, come quello di scrivere con una penna stilografica
dall’inchiostro viola o l’uso degli occhiali neri, che Turrini spiega
con il desiderio di Ferrari di non svelarsi mai completamente agli occhi
dei propri interlocutori.
E
poi i piloti: dall’irriverenza di Fangio allo sgarbo di Lauda, che
lasciò la Ferrari “per – parole di Ferrari - andare a correre con un
salumiere” (la Brabham, sponsorizzata Parmalat, ndr). Sino al povero
Villeneuve, in cui Ferrari rivedeva Nuvolari. La macchina, per Ferrari,
veniva sempre prima di chi la conduceva. E se il brand di Maranello,
ancora oggi, è uno dei più conosciuti e autorevoli al mondo, significa che la lezione del vecchio patriarca non è andata perduta.
Grazie
all’iniziativa che Ca’ del Poggio ha condiviso con la sezione A.I.A. di
Conegliano e la Scuderia Ferrari Club Piave, sodalizio di appassionati
numero uno al mondo, le colline di San Pietro di Feletto, per una volta,
si sono colorate di rosso. Il rosso Ferrari, prima del rosa del Giro
d’Italia, che transiterà sul Muro di Ca’ del Poggio il 27 maggio. Due
giorni dopo, il 29 maggio, la sezione A.I.A. di Conegliano sarà invece
impegnata con il tradizionale convegno su tematiche sportive che
quest’anno festeggerà la decima edizione, con grandi ospiti, alla Zoppas
Arena.
-Nella foto in allegato alcuni momenti della serata di Ca’ del Poggio.
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CA’ DEL POGGIO, DOVE IL PROSECCO INCONTRA IL MARE
C’è il Prosecco. E c’è il mare. Il Ristorante Relais Ca’ del Poggio a San Pietro di Feletto, nel Trevigiano, coniuga alla perfezione le due anime della famiglia Stocco.
Quella marinara, che ha portato Fortunato e la moglie Maria Stella ad
affrontare una qualificata esperienza di ristorazione a Bibione, prima
di trasferirsi a San Pietro di Feletto. E quella collinare, interpretata
dai figli Alberto e Marco, che, con l’aiuto dei genitori, hanno fatto
propria la tradizione familiare, rivisitandola con un tocco di modernità
ed eleganza. Il Ristorante Relais Ca’ del Poggio è aperto a San Pietro
di Feletto, lungo la Strada del Prosecco Superiore Docg, dal 18 ottobre 1994, e da allora incontra il crescente favore di una clientela raffinata ed esigente.
Se il panorama sui colli del Prosecco
che si ammira dalle sale del Ristorante Relais Ca’ del Poggio va dritto
al cuore, il palato degli ospiti della famiglia Stocco è deliziato da
una cucina marinara che, grazie alla creatività degli chef Marco Stocco e Vincenzo Vairo, si è ormai imposta all’attenzione dei più severi gourmet. Molto conosciuto nell’ambiente sportivo - in via dei Pascoli, unica salita certificata dalla Federazione Ciclistica Italiana, ribattezzata Muro di Ca’ del Poggio e gemellata con il Muro di Grammont, la leggendaria salita del Giro delle Fiandre, sono transitate le edizioni 2009, 2013 e 2014 del Giro d’Italia, che tornerà sul Muro anche il prossimo 27 maggio in occasione dell’edizione del Centenario della Corsa Rosa, e il Campionato Italiano Professionisti del 2010 - il
Ristorante Relais Ca’ del Poggio dispone di 80 coperti inseriti in un
ambiente elegante e al tempo stesso familiare, in cui Alberto Stocco e i
suoi collaboratori fanno sentire gli ospiti come a casa loro.
Dal maggio 2013, l’offerta turistica di Ca’ del Poggio è arricchita dall'Hotel Villa del Poggio,
una struttura dotata di ogni comfort (e con una meravigliosa terrazza
panoramica) che si integra alla perfezione con l’ospitalità offerta dal
ristorante, trasformando quest’angolo della Marca Trevigiana - a 60 km da Venezia - in una specie di paradiso per una clientela che ama immergersi nell’atmosfera rilassata ed elegante delle colline del Prosecco. Nelle vicinanze sono disponibili campi da golf e da equitazione, oltre a percorsi naturalistici da esplorare a piedi o con le mountain bike messe a disposizione dall’hotel, per una vacanza all’insegna del benessere e del relax.
CA’ DEL POGGIO
Ufficio stampa
Mob. 338 2103931
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martedì 7 febbraio 2017
A CA’ DEL POGGIO UNA SERATA IN ROSSO FERRARI
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