martedì 7 settembre 2021

Unterwegs (In viaggio) Una mostra realizzata da ATO Art Takes Over in collaborazione con Gió Marconi e kaufmann repetto

 

con opere di 

Kerstin Brätsch e Judith Hopf

 

Inaugurazione

Giovedì 9 settembre 2021, 18 - 20

Via della Spiga 48, Milano

 


ATO Art Takes Over invita il pubblico giovedì 9 settembre 2021 dalle 18.00 alle 20.00 all'inaugurazione di Unterwegs (In viaggio), una mostra allestita nelle vetrine di via della Spiga 48 a Milano con le opere di Kerstin Brätsch e Judith Hopf, artiste tedesche di fama internazionale rappresentate rispettivamente dalle gallerie milanesi Gió Marconi kaufmann repetto.

Le installazioni, studiate ad hoc per questa mostra, sono visibili 24 ore su 24 fino a fine settembre, offrendo ai visitatori milanesi e stranieri l’opportunità di una passeggiata nel centro storico di Milano godendo della vista inattesa di installazioni d’arte contemporanea.

 

Dopo il successo della prima edizione di installazioni d’arte nei negozi vuoti nel Quadrilatero della Moda nella primavera 2021, con questa seconda edizione ATO Art Takes Over rinnova il proprio impegno rivolto alla rigenerazione urbana del distretto del lusso nel centro di Milano, situato tra via Montenapoleone e via della Spiga, colpito dalla recente pandemia. Spiega la project manager Nicole Saikalis Bay: “Trasformando boutique vuote in un’opportunità espositiva e incoraggiando la collaborazione tra importanti gallerie d’arte e i proprietari dei negozi, ATO Art Takes Over crea un momento d’incontro tra l’arte contemporanea e il grande pubblico”.

 

Come parte del progetto, ATO Art Takes Over continua le #ATO Stories (“Storie ATO”) che accompagnano ogni edizione con la presentazione di notizie e aneddoti interessanti a illustrazione del passato del centro di Milano e degli storici legami del quartiere con il mondo dell’arte.

 
 

Installation view, Kerstin Brätsch per Unterwegs (In viaggio), Via della Spiga 48, Milano. Courtesy: ATO Art Takes Over e Gió Marconi, Milano. Foto: Andrea Rossetti.

 
 

Installation view, Kerstin Brätsch per Unterwegs (In viaggio), Via della Spiga 48, Milano. Courtesy: ATO Art Takes Over e Gió Marconi, Milano. Foto: Andrea Rossetti.

La seconda edizione di ATO Art Takes Over presenta due artiste tedesche, Kerstin Brätsch (Amburgo, 1979) e Judith Hopf (Karlsruhe, 1969). Entrambe si dedicano a un esame critico della dipendenza digitale del mondo contemporaneo, con lavori che spaziano dalla pittura, alla scultura, alle installazioni, mentre #ATO Stories racconterà la storia delle prime gallerie d’arte nel centro di Milano a partire dal XIX secolo.

 

La pratica di Kerstin Brätsch si muove fluidamente tra i medium e tra la pratica individuale e collettiva, dando vita ad ibridi di pittura, design e performance, esplorando la natura e i confini della pittura nell’era digitale.

Per l’occasione, l’artista presenta un marbling painting su carta ed una serie di strutture autoportanti, parzialmente illuminate da luce al neon, che inglobano vetri antichi realizzati in Svizzera e successivamente rielaborati.

 

In mostra è esposta anche un’opera dell’ultima serie di lavori realizzata dall’artista tedesca con la tecnica dello stucco marmo, in collaborazione con l’artigiano romano Walter Cipriani. Questo processo riprende la tecnica italiana del XVII secolo in cui i pigmenti sono mescolati tra di loro con intonaco bagnato e colla ed infine lucidati per creare un effetto marmoreo.

L’interesse dell’artista nell’uso delle tecniche antiche nasce in parte per preservarle dalla scomparsa. Inoltre l’artista è affascinata dai processi alchemici, nei quali il materiale viene trasformato da semplici ingredienti, come acqua e polvere, in un solido.

 
 

Installation view, Judith Hopf per Unterwegs (In viaggio), Via della Spiga 48, Milano. Courtesy: ATO Art Takes Over e kaufmann repetto, Milano. Foto: Andrea Rossetti.

 
 

Installation view, Judith Hopf per Unterwegs (In viaggio), Via della Spiga 48, Milano. Courtesy: ATO Art Takes Over e kaufmann repetto, Milano. Foto: Andrea Rossetti.

Judith Hopf cerca di creare degli interstizi nelle relazioni di potere, inserendo lo humour, il domestico e l’assurdo nello spazio dell’arte, mettendo in discussione i nostri preconcetti ed i nostri stereotipi.

 

L’importanza sempre più crescente delle comunicazioni digitali è affrontata in Untitled (Email Lines) dove tre fili di luci LED di colore violetto, blue e verde sospesi al soffitto ci ricordano del costante arrivo di e-mail, come elementi di distrazione nella quotidianità. A fianco di questa installazione un gruppo di animali brutalisti in equilibrio precario invade lo spazio: gli erbivori ritratti nel Flock of Sheep sono senza espressione ed immobili, un cenno, secondo l’artista, “alla società flessibile in cui viviamo, dove siamo sempre pronti a passare da un lavoro all’altro”.

 

In Openings, tessuti trasparenti sono decorati con la tecnica del batik. Ispirandosi alle tappezzerie del XVIII secolo, con illustrazioni di vita coloniale, l’artista ne reinterpreta i territori come isole, pervase di segni misteriosi, spingendoci così ad aprire gli occhi su mondi interiori, impossibili da definire sulla base delle regole e dei parametri della nostra società.


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