15 settembre – 31 ottobre 2022
Opening | Giovedì 15 settembre, ore 17.00 - 23.00
Raffaella De Chirico Arte Contemporanea
Via Giuseppe Barbaroux 16, Torino
www.dechiricogalleriadarte.com
Torino, 31 agosto 2022. Dal 15 settembre al 31 ottobre 2022 la galleria Raffaella De Chirico presenta CITY BREAK, la prima mostra personale di Matteo Procaccioli Della Valle (Jesi, 1983) negli spazi torinesi della galleria. Ultima tappa di un percorso di valorizzazione del lavoro dell’artista che Raffaella De Chirico ha avviato a marzo 2022 – iniziato con la pubblicazione e mostra/evento Private. Polaroid, 2012-2022, a cura di Benedetta Donato, passando poi in aprile al solo-show presentato al MIA Milan Image Art Fair 2022 – CITY BREAK porta a Torino un’ampia selezione di lavori di Matteo Procaccioli Della Valle, da opere di grande formato a intime Polaroid, accompagnate da un testo sempre a cura di Benedetta Donato.
CITY BREAK analizza la struttura urbana da diverse prospettive: in Microcities sorvola la città con inquadrature dall'alto che ne evidenziano la visionarietà ma anche la frammentazione; in Structures intercetta linee grafiche in costruzioni avvolte da uno spazio senza tempo; in Urban Hives si interroga sulla densità architettonica che diventa riflessione su un'umanità omologata e compressa dalle stesse costruzioni in cui vive. Il senso del viaggio nella ricerca di Procaccioli Della Valle è quello di scoprire significati ancora inediti, scenari nuovi, diversi livelli di lettura, muovendosi da edifici e architetture già esistenti.
Nelle fotografie di Procaccioli la narrazione sta proprio nella non narrazione esplicita. L’artista lascia al fruitore la possibilità di lasciarsi trasportare nella dimensione del non luogo, senza fornire specifiche indicazioni, e di cercare il passaggio umano attraverso suggerimenti delicati, scevri da giudizi antropologici, politici o messaggi sociali.
Come scrive Benedetta Donato, autrice del saggio critico: “In questo excursus visivo Procaccioli Della Valle sembra utilizzare la fotografia come linguaggio aperto, per risvegliare quella dimensione umana assente ed invitarla a rivedere i luoghi in maniera sensibile; a posizionarsi in prima fila, davanti ad uno specchio che riesce finalmente a riflettere la realtà dei luoghi, gli spazi pieni, quasi asfissianti, e quelli vuoti in cui si fa sempre più assordante l'eco di una natura distante.”
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