La mostra, realizzata in collaborazione con Artissima e con i suoi espositori, anticipa alcuni temi centrali della prima edizione del Festival a maggio 2024, come la dimensione del post-fotografico, ossia la persistenza dell’idea di rappresentazione nella creazione delle immagini. |
Fino al 5 novembre 2023 EVENTO DI PRESENTAZIONE | 3 novembre 2023, ore 10 – 13
Biblioteca Geisser Corso Casale 5, Torino |
EXPOSED. Torino Foto Festival Prima edizione: New Landscapes - Nuovi Paesaggi |
Torino, 1 novembre 2023. In occasione di Artissima e della Torino Art Week, fino al 5 novembre 2023 EXPOSED. Torino Foto Festival presenta All These Fleeting Perfections [Tutte queste fugaci perfezioni], mostra collettiva a cura di Domenico Quaranta realizzata negli spazi della Biblioteca Geisser in collaborazione con Artissima e alcune delle gallerie espositrici. La mostra – parte del palinsesto EXPOSED PRELUDE – anticipa alcuni dei temi che saranno approfonditi dal nuovo Festival Internazionale di Fotografia della città di Torino, che con il titolo New Landscapes – Nuovi Paesaggi si svolgerà dal 2 maggio al 2 giugno 2024 sotto la Direzione Artistica di Menno Liauw e Salvatore Vitale.
All These Fleeting Perfections raccoglie fotografie, video, installazioni e dipinti che indagano la dimensione del post-fotografico, ossia quella complessa persistenza, nelle immagini, della rappresentazione di un modo di relazionarsi al reale di cui la fotografia è stata ed è tuttora l’espressione più nitida. Le “fugaci perfezioni” citate nel titolo sono dunque i “modi di vedere”, superati ma mai completamente superabili, che hanno contribuito a definire l’essenza stessa della fotografia nel tempo.
“La collaborazione attivata da Artissima con EXPOSED. Torino Foto Festival in occasione della mostra All These Fleeting Perfections conferma la capacità della fiera di saper dialogare con i contesti istituzionali offrendo qualità artistica, idee e capacità progettuale. Questo è parte oggi del ruolo di Artissima dopo tre decenni di attività, saper pensare in termini curatoriali e valorizzare il lavoro delle gallerie e degli artisti creando per loro valore e opportunità.” Dichiara Luigi Fassi, direttore di Artissima.
“La persistenza del fotografico si ritrova non tanto nell’accanimento terapeutico con cui coltiviamo nostalgicamente tecniche di cattura e di sviluppo obsolete – sottolinea il curatore Domenico Quaranta – quanto nel modo in cui alcune funzioni cruciali della fotografia, come la documentazione obiettiva della realtà, resistono non solo nei suoi usi sociali o istituzionali, ma anche in quelle stesse implementazioni tecniche che per altri versi le negano: le immagini satellitari, i dataset delle intelligenze artificiali, le immagini scientifiche, le scansioni tridimensionali, le immagini generate da macchine a guida autonoma. La persistenza del fotografico si ritrova anche nell'evocazione del suo sguardo in altri media, dalla pittura alla CGI; nell'uso della fotografia d'archivio; nel modo in cui artefatti tipici del mezzo – come il pixel dell'immagine Bitmap – vengono percepiti come segno di autenticità, e la postproduzione evidente come segno di falsificazione.”
Attraverso una selezione che presenta, accanto a momenti nodali della riflessione contemporanea sul mezzo fotografico come le jpegs di Thomas Ruff, le sperimentazioni più recenti con l’intelligenza artificiale di Anna Ridler, alcuni contributi storici come Autoportrait aux orchidées (1939) di Claude Cahun, e progetti che vedono la fotografia convertirsi in flussi di dati effimeri e solo occasionalmente visibili come nelle opere di Eva e Franco Mattes e di David Horvitz, la mostra rivela come, nel corso dell’ultimo secolo, la fotografia abbia irrimediabilmente condizionato il nostro modo di affrontare questioni come il rapporto tra rappresentazione e realtà, tra verità e simulazione, tra archivio e ricordo, tra memoria e oblio. Completa l’esposizione una corposa sezione dedicata al ritratto, individuato come una delle forme in cui la fotografia come “standard” della rappresentazione si è imposta con maggiore evidenza, segnando irrimediabilmente gli sviluppi di questa pratica attraverso altri media, dalla pittura alla CGI, e condizionando l’immagine della “famiglia dell’uomo” che il presente consegna alla posterità.
All These Fleeting Perfections fa i conti con la nostalgia della fotografia non come doloroso ritorno a un mezzo obsoleto, ma come complessa e contraddittoria sopravvivenza di una funzione. |
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