In Africa la cucina è fortemente associata
alla figura femminile e materna. Tutte le sue tradizioni culinarie sono nate
dalla creatività delle donne a cui nella black
culture è assegnato il compito di cucinare, educare e condividere il cibo.
Dopo essere stata tra le protagoniste di
“The Goddess Of Food” (2016) della
regista francese Verane Frediani, ha prodotto il film documentario “We are Food” diretto da Egle Pappalardo in
uscita nel 2024.
Sul piccolo schermo incontra i
produttori e realizza piatti che coniugano l’alta cucina italiana a quella del
continente africano (ne “Il tocco di
Victoire”, Gambero Rosso), ma la vediamo anche dialogare con personalità
che portano avanti ogni giorno le istanze della cultura nera nelle loro
professioni (in “Make Taste&Change”,
Gambero Rosso). La sua visione è condivisa nel progetto
“Afrofoody” promosso dall’Alto
Commissariato dell’ONU per i Diritti Umani (link
in calce).
Il principio denominatore dei suoi
progetti è sempre lo stesso: sfatare il
mito della “cucina africana” come cucina etnica e povera fatta solo di street food.
Nell’immaginario occidentale, infatti, sono assenti i piatti che compongono i
patrimoni gastronomici dei diversi Stati africani frutto delle tradizioni nazionali
e di raffinati procedimenti culinari sviluppatisi nei secoli. La ricetta di Victoire Gouloubi comincia dalla lingua: il termine
“cucina africana” è troppo generico per racchiudere le tradizioni gastronomiche
delle isole (Madagascar,
Comore, Mauritius, Seychelles, Zanzibar per
citarne alcune) e dei 54 Stati che compongono l’Africa,
un continente attraversato dall’Equatore e dai due Tropici con condizioni
climatiche così diverse da dar vita a un’immensa varietà di prodotti alimentari
autoctoni.
Mercoledì 6 dicembre 2023 Victoire Gouloubi inaugurerà a
Milano al Ristorante Sadler, nella sua sede originaria di Via Ascanio Sforza, la
prima delle sue cene-evento dal titolo “UMA
ULAFI - La golosa forchetta africana”
“UMA ULAFI - La golosa
forchetta africana” sarà il primo di una serie di incontri, innanzitutto enogastronomici,
dedicati alla scoperta delle radici africane per un racconto nuovo e più
veritiero delle magnifiche e numerosissime cucine afro-caraibiche.
La cena-evento del 6 dicembre, patrocinata dall’Ambasciata della Repubblica Democratica del
Congo in Italia, dall’United States
Foreign Trade Institute e dal
Gambero Rosso, vedrà ai fornelli la sola Victoire Gouloubi, supportata
dagli chef Antonio Bello, Sarà Maccioni e
Rossella Ioppolo, ma nei
successivi appuntamenti la chef cucinerà a quattro mani con alcuni dei più
affermati cuochi afro-caraibici attivi nei ristoranti di tutto il mondo.
MENU Carpaccio di nanasi al tamarindo, tartare di
capesante e mela Granny Smith con caviale di ananas (Traccia
africana: Nanasi- tamarindo) Pane pita di patate dolci farcito di trevisana
confit, cipolla caramellata e lardo di colonnata al penja (Traccia
africana: Patata dolce africana, pepe di penja) Ravioli con farina di manioca alle mazzancolle
su crema di Yuka al Lemon Grass e olio rosso di palma affumicato (Traccia
africana: Manioca, Lemon Grass, olio rosso di palma) Fonio cotto al vapore con foglie di banano,
cotechino e pomodorini rossi del Vesuvio con brodo di miso (Traccia
africana; Fonio, foglie di banano) Spigola marinata al berbere, lenticchie nere
Beluga stufate con alga kombu e finferli al karité (Traccia
africana: Spigola o bar, berbere, karité) Maiale in crosta di semi chiari, involtino di
verza agli agrumi e platano affumicato grigliato (Traccia
africana: Maiale, semi chiari, platano) Ganache di Goyava, burro di ibiscus, granella
di cioccolato bianco e gel di agrumi (Traccia
africana: Goyava, ibiscus, spezie) |
Alla presenza dell’Ambasciatore congolese S.E. Henri Okemba, dello chef ambassador
della cucina delle Comore Ahamada Binali
e di artisti, esponenti della cultura e dell’imprenditoria, la Chef realizzerà
e racconterà le sette portate che compongono il menu da lei ideato. Una
pacifica e golosa battaglia per diffondere un’immagine inedita del patrimonio
culinario africano e combattere, a colpi di mestoli e padelle, stereotipi
negativi e razzismo.
Ma l’arte culinaria può essere investita di messaggi politici
così importanti?
“Spesso
i cuochi africani tendono a nascondere la loro storia e identità culturale
temendo di venire trattati con pregiudizio e declassati a semplici interpreti
di una cucina etnica, ovvero una cucina arcaica cristallizzata nel tempo e
nello spazio” - spiega la chef
Victoire Gouloubi. “Al contrario io
penso che dobbiamo essere innanzitutto consapevoli del nostro valore. Possiamo
compiere una piccola rivoluzione semplicemente cambiando il modo di presentare
l’arte gastronomica del continente africano mettendo in risalto tutta la sua
bellezza, fatta di colori e profumi unici, di secoli di storia e di prodotti tipici
della nostra Mama Africa”.
Ad arricchire ulteriormente la serata
il pittore venezuelano Jonathan
Rodríguez, che vive e lavora a Legnano, esporrà i suoi dipinti dedicati
alla donna africana, Regina del fuoco e cuore pulsante della famiglia. “Rappresento questa donna pura ed eterea nella sua
grazia, ma allo stesso tempo con la forza di un baobab, un albero con radici
profonde che si espandono attraverso il suo profumo. Come filo conduttore l’uso
dell'oro mi ha permesso di raffigurare l'importanza di mantenere vive le
tradizioni tramandate da secoli dai nostri cari predecessori”.
“UMA ULAFI” è un concept dedicato non solo ai protagonisti
del mondo food afro-caraibico, ma promuoverà anche libri e opere artistiche per
un grande progetto culturale di inclusività, scambio economico e arricchimento
culturale.
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