Apre a Venezia la prima sede internazionale un programma annuale a cura di Manuela Lietti strutturato in parallelo alla Biennale Arte 2024
Primo appuntamento con la mostra corale When We Become Us² che mette insieme opere di 29 artisti internazionali che non hanno mai esposto insieme prima
fino al 23 marzo 2024
Sestiere Dorsoduro 2525, Venezia |
Venezia, 4 marzo 2024. Capsule Shanghai è lieta di annunciare l’apertura di When We Become Us², la mostra inaugurale di Capsule Venice, sede della galleria a Venezia nonché nuova estensione dell’impegno duraturo e continuativo della galleria madre in Cina. Situata presso la Fondazione Marchesani, Capsule Venice presenterà 4 mostre principali accompagnate da eventi collaterali, progetti site-specific, attività culturali a cura di Manuela Lietti, curatrice indipendente. Tali progetti andranno ad attivare per tutto il corso del 2024 gli spazi interni ed esterni della Fondazione instaurando un dialogo costante con il tessuto urbano di Venezia, i suoi abitanti, le sue istituzioni e tutti gli appassionati d’arte.
Capsule Venice non vuole essere solamente una galleria commerciale, ma anche una sorta di think-tank culturale, una piattaforma aperta. Non è casuale la scelta di dare avvio alla programmazione con When We Become Us², una versione riveduta e ampliata di When We Become Us, mostra collettiva con cui Capsule Shanghai ha inaugurato la propria sede a Shanghai nel 2016.
Sono diversi i registri semantici che questa mostra collettiva mette in moto: da un lato è un’occasione per avvicinarsi alla poetica dei 29 artisti invitati e in generale al programma della galleria, qui presentato con l’aggiunta di nuove collaborazioni; dall’altro è anche una sentita indagine sulla metodologia che la galleria ha deciso di adottare nel corso degli ultimi sette anni. Su questa base, la collettiva è una riflessione su cosa significhi gestire uno spazio che, pur funzionando come un organismo commerciale, è da sempre interessato a un processo di crescita reciproca e dialogo continuo con gli artisti, linfa vitale della galleria, basato sulla componente umana. When We Become Us² è il manifesto ideale con cui Capsule Venice si presenta al pubblico e attraverso cui esplicita la sua aspirazione a diventare un hub fondato su una profonda conoscenza del sistema dell’arte contemporanea globale pur mantenendo implicazioni umanistiche e un modus operandi quasi “artigianale”.
When We Become Us² è una vera e propria chiamata all’azione che racchiude in sé un dinamismo relazionale, una progettualità che a sua volta attiva una serie di interrelazioni e traduce visivamente cosa succede quando noi (we) siamo in grado di connetterci profondamente con noi stessi e con gli altri. Abbracciando la nostra individualità, prendiamo coscienza di essa e delle nostre potenzialità anche in funzione di un tutto che ci travalica ma che nel contempo possiamo contribuire a plasmare. Allora diventiamo un noi (us) in senso collettivo che racchiude la dimensione microscopica e macroscopica dell’operato artistico e dell’esistenza stessa.
When We Become Us² è il risultato di un impegno propositivo sul lungo termine basato sulla condivisione di sogni, ideali, alti e bassi, ma anche di dubbi, fallimenti e incertezze vissute insieme attraverso un viaggio tra introspezione e scoperta in cui la dimensione etica ed estetica vanno di pari passo, così come l’intersecarsi dei diversi cammini, personali e professionali. Alla volontà di mettere al centro l’idea di processo, divenire e cambiamento si accosta l’emozione che consegue dal recupero del valore del “capitale umano” in quanto cardine di ogni collaborazione. Tutti gli artisti in mostra, così come coloro che operano dietro alla scene, condividono con Capsule un percorso che li ha definiti come individui, ma che a sua volta ha contribuito a creare l’identità attuale di Capsule. When We Become Us² non ha la pretesa di fornire linee guida definitive. Vuole essere uno spunto per una riflessione su come la visione di una galleria non si realizzi necessariamente inanellando un successo strategico dopo l’altro, una mostra dopo l’altra, ma quando agendo da catalizzatore, la galleria stessa si trasforma in un “luogo” esperienziale, un punto di raccordo in cui artisti, collezionisti, professionisti del settore, pubblico e la comunità in generale possano passare dall’essere unità indipendenti fatte da tanti “noi” esclusivi (we) al diventare pienamente “noi” inclusivi (us). |
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