Prosegue la campagna di raccolta fondi per sostenere il Roseto Garlant-Fabiani di Artegna, un parco privato che si estende per 9.000 metri quadrati e conserva rose antiche classiche e inglesi, botaniche e rampicanti, provenienti da tutto il mondo: sono 1.400 le varietà e 1.600 le piante di rose coltivate nel vasto spazio verde che richiama ogni anno migliaia di visitatori dall’Italia e dall’Europa. Tutto ha avuto inizio quando Valentino, in occasione del trentesimo anniversario di matrimonio, regalò trenta rose antiche a sua moglie Eleonora. Da quel giorno la passione per il fiore romantico per eccellenza ha indotto la coppia a progettare e gestire un roseto pressoché unico. Oggi Eleonora e Valentino sono anziani, per loro curare il giardino è sempre più faticoso, di conseguenza l’Ecomuseo in collaborazione con il Comune di Artegna e la Cooperativa agricola di consumo ha proposto di affiancare alla coppia un giovane giardiniere, che parteciperà a uno stage formativo presso il roseto impegnandosi a curare il parco.
A proposito della campagna di crowdfunding su ideaginger.it, c’è una novità: in occasione della Festa della mamma in programma domenica 8 maggio, l’Ecomuseo regalerà una talea di rosa antica a tutti coloro che contribuiranno a sostenere, con un’offerta di almeno 50 euro, il roseto di Eleonora e Valentino, e questo grazie alla disponibilità di un vivaio ligure disposto a favorire la raccolta fondi. I sostenitori potranno così piantare nel loro giardino una rosa speciale che vedranno crescere oppure donare la rosa a una persona cara, oltre a prenotare una visita al roseto di Artegna
«Ogni giorno è come scalare una montagna – mi confessò Eleonora –, non c’è mai tempo per fermarsi e prendere fiato. Arriva maggio, il giardino esplode e tutto diventa meraviglioso. Ma dura poco, un paio di settimane, e poi bisogna raccogliere le forze e ricominciare. Questa è la nostra vita. Fretta, fretta, fretta tutto l’anno per avere il giardino pronto in tempo per la fioritura delle rose». (“Sulle tracce di una rosa perduta” di Andrea di Robilant)
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