“Come tanti, durante il primo lockdown, ci siamo interrogati su cosa stavamo lasciando e trasmettendo ai nostri figli come coppia di professionisti e genitori. Sentivamo l'urgenza di ispirarli verso qualcosa di più nobile. Cosa potevamo fare da piccolo studio di architettura e interior quale siamo per condurre la nostra pratica di ogni giorno verso un nuovo modo di lavorare più circolare e sostenibile?” Elisa e Luca
MONOFERMENTS nasce prima come idea e poi come laboratorio nel 2020. La coppia di architetti Elisa Evaso e Luca Guglieri - MONOSTUDIO ASSOCIATI - lasciano fermentare liberamente i pensieri per qualche mese per poi decidere di investire tempo e risorse in una ricerca legata al riuso dei materiali di valore. Inizia un'avventura che li conduce a bussare alle porte dei negozi vicino casa con una richiesta semplice: la consegna di spazzatura e scarti per realizzare una palette di materiali circolari, sostenibili e biofilici.
“Su un balcone avevamo gusci d'uovo del negozio di pasta fresca di fronte, fondi di caffè gentilmente donati dal nostro bar preferito e conchiglie del ristorante di pesce dietro l'angolo. Sull'altro balcone gli esperimenti di biomateriali a seccare e a volte ammuffire.” Elisa e Luca
Dopo le prime sperimentazioni gli architetti si presentano a due realtà imprenditoriali molto differenti ma che gli permetteranno di realizzare il materiale numero uno della palette, definita “semplicemente circolare”: due prototipi di piastrella per pavimento e tre per rivestimento di interni.
Antonio e Davide Benedet, proprietari di MIPA - leader europeo nella produzione della graniglia con sede a Ravarino (MO) – hanno subito compreso lo scopo di MONOFERMENTS. Accettano di condividere i loro scarti e lavorare su questo nuovo materiale “salvando” la polvere ed il macinato di marmo - già riciclati al 100% dalla lavorazione della pietra – che, come fondi dei sacchi, sarebbero comunque andati in discarica. I residui vengono così mescolati con gli scarti alimentari proposti da MONOFERMENTS.
Questo percorso di sperimentazione, produzione e condivisione di idee, durato otto mesi, incrocia anche la strada del ristorante tre stelle Michelin Osteria Francescana. La brigata risponde con entusiasmo alla richiesta di gusci d'uovo e fondi di caffè: grazie alla loro natura chimica e secondo gli esperimenti fatti, questi scarti interagiscono in modo interessante con il marmo riciclato e regalano poesia al materiale.
“La collaborazione tra individui e aziende tanto sensibili al tema del riuso da investire il loro tempo nella sperimentazione di nuovi processi di lavorazione sarà cruciale. Il coraggio di MIPA e dell'Osteria Francescana è stato premiato: abbiamo disegnato comportamenti nuovi e promosso lo scambio di scarti tra aziende vicine.” Elisa e Luca
Negli otto mesi di sperimentazione gli architetti lavorano insieme a MIPA alle percentuali di marmo, caffè e guscio d'uovo mantenendo come legante un 20% di cemento ed attendendo i risultati dopo la pressatura e la stagionatura in cella dei prototipi. Il guscio d'uovo, essendo composto in maggior parte da carbonato di calcio, si inserisce perfettamente nell'impasto composto da polvere e granulato di marmo. Piccoli pezzi di guscio d'uovo spuntano dalle piastrelle: una valenza estetica di interessante imperfezione e un richiamo alla biofilia, alla natura e alla vita. I fondi di caffè pigmentano l'impasto e creano, grazie alla loro base acida, una reazione opposta di vuoti e piccoli solchi che favoriscono un aspetto materico. Per ultimo uno sguardo al design del prodotto, anch'esso in un'ottica di sostenibilità: la scelta condivisa di utilizzare uno stampo già presente nell'archivio MIPA, chiamato Nerone.
“Le piastrelle sono stonalizzate ed imperfette, questa è la loro forza. Immaginare un interno, una casa realizzata con questo materiale ci fa pensare subito alla connessione diretta con i nostri sensi. Oltre all'impronta materica visiva e tattile, stiamo lavorando anche ad una possibile e futura esperienza olfattiva del materiale.” Elisa e Luca
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