Con l’arrivo dell’estate, FMR consegna ai suoi lettori il nuovo Numero 10 che, contro ogni pretesa monografica, vuole celebrare la varietà e la molteplicità, quella che i greci chiamavano poikilia.
Scrive Laura Casalis nel suo editoriale: “Viviamo in un’epoca in cui si insiste – credo troppo – sugli elementi identitari; le tradizioni esistono, ma non sono tutto. C’è altro... qualcosa cui FMR è sempre stata sensibile: il fascino delle contaminazioni. Tra gli argomenti trattati nei primi dieci numeri mi piace ricordare l’arte del Gandhara, nata dall’incontro di due personaggi antitetici: Apollo, snello e sportivo, e Buddha, pingue e abituato a stare seduto. È la dimostrazione che varietà, molteplicità, poikilia possono essere qualcosa di intrinseco, che riflette il carattere variopinto delle anime”.
In apertura per le rubriche Hors-D'oeuvre, FMR rende omaggio alla celebre danza della figlia di Erodiade con due dipinti di Salomè del pittore simbolista Gustave Moreau – una velata, l’altra vestita di soli gioielli – accompagnati da alcune pagine tratte dal romanzoÀ rebours di Joris-Karl Huysmans.
Segue il saggio di Matteo Fochessati, un’introduzione all’esposizione ospitata a Palazzo Ducale di Genova fino al 1° settembre 2024, da lui curata in collaborazione con Anna Vyazemtseva, che prende il titolo di Nostalgia. Modernità di un sentimento. La mostra intende indagare, attraverso dodici sezioni, le diverse manifestazioni della nostalgia nell’arte, coniugando il sentimento nostalgico in diversi ambiti culturali, sociali, spirituali e politici.
E ancora, Antony Shugaar presenta la mostra che il Museo Mingei di San Diego ha dedicato all’indaco, pigmento tra i più antichi al mondo, il cui commercio vanta una storia millenaria e interessantissima.
Stefano Salis, invece, rammenta la storia del buxus, surrogato del legno usato per impiallacciature e tarsie, che godette di un discreto successo nel periodo tra le due guerre soprattutto grazie all’artista Fortunato Depero che ne intuì le potenzialità espressive.
Infine, Massimo Navoni, per la Rubrica Aste, racconta l’incredibile vicenda commerciale dell’autoritratto di Élisabeth Vigée Le Brun, la ritrattista di Maria Antonietta, dipinto che ha stabilito un record assoluto per un’opera su carta di un’artista Old Master donna.
Nel primo saggio, Giuseppe Scaraffia svela l’affascinante storia biografica di Tsuguharu Foujita, eccentrico artista giapponese la cui opera resta per sempre legata alla stagione felice che trascorse a Parigi.
Giorgio Antei e Mónika Szente-Varga dedicano i loro scritti alla figura di Géza Maróti, architetto, scultore e pittore ungherese, autore delle straordinarie decorazioni del Fisher Building di Detroit e del progetto folle e insieme geniale che propose all’Esposizione Universale di Milano del 1906, poi realizzato a Città del Messico con la progettazione del Palacio de Bellas Artes a Città del Messico. Accompagnano i testi le fotografie di Massimo Listri.
Nel saggio successivo, Francesca Dell’Acqua rende omaggio ai magnifici Avori di Salerno, circa settanta tavolette medioevali – il gruppo più ampio e omogeneo al mondo – conservate presso il Museo Diocesano di Salerno, che illustrano l’Antico e il Nuovo Testamento, dalla Creazione alla Pentecoste. A corredo le fotografie di Roberto Bigano e Massimiliano Sampaolesi.
Attilio Brilli, a seguire, racconta del successo, in arte e in letteratura, della Cascata delle Marmore di Terni, considerata tra il XVII e il XIX secolo una delle meraviglie del Grand Tour dell’Europa: una bellezza ancora più insolita se si pensa esser frutto di un intervento artificiale di epoca romana.
Infine, il testo di Giovanni Mariotti è un elogio all’oggetto salvadanaio, di cui bizzarri e unici esemplari sono custoditi presso il Museo del Risparmio di Torino. Ad accompagnare il saggio, le fotografie di Mauro Davoli.
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