Proseguono gli incontri estivi promossi dall’Ecomuseo. Anche nel 2024 verranno organizzati concerti, visite ed escursioni guidate alla scoperta dei luoghi di maggiore interesse del Gemonese, per conoscere e interpretare il territorio nella sua complessità, mettendo in relazione gli aspetti storici con quelli geografici, naturalistici, artistici. Da giugno a ottobre, roccoli, corti, piazze, palazzi, chiese, aree archeologiche dei sei comuni dell’Ecomuseo (Gemona, Artegna, Buja, Majano, Montenars e Osoppo) saranno frequentati e vissuti dai partecipanti agli eventi, richiamati dalla musica e dalle parole. |
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Sabato 29 giugno con ritrovo alle 18 sulla cima del Forte di Osoppo, accompagnati dall’archeologa Natascia Fasiolo, si andrà alla scoperta della Chiesa di San Pietro, autentico gioiello posto sul colle più elevato della piana, luogo di controllo e di difesa che conserva una stratificazione straordinaria di opere (e relativi avvenimenti) che hanno segnato secoli di storia. Quest’anno le uscite archeologiche proposte dall’Ecomuseo riguarderanno gli edifici di culto: prossimamente saranno oggetto di visita la Chiesa di S. Silvestro a San Salvatore nel Comune di Majano, la Pieve di S. Lorenzo a Monte di Buja, le chiese di S. Martino e S. Stefano ad Artegna. Iscrizione obbligatoria, massimo 20 partecipanti (info@ecomuseodelleacque.it, 338 7187227). |
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Il Forte di Osoppo è situato a nord dell’abitato. La posizione e la conformazione del colle ne hanno fatto un presidio naturale frequentato dall’uomo fin dalla protostoria. Recenti prospezioni archeologiche hanno permesso il recupero di reperti riferibili a frequentazioni nell’Età del bronzo, ma soprattutto hanno accertato una presenza romana fin dal II sec. a.C. Paolo Diacono inserisce Osoppo nell’elenco dei castra longobardi assediati dagli Avari nel 610. Dal periodo medievale il colle si trasforma, con la costruzione di mura e fortificazioni, in una imprendibile fortezza militare infeudata ai Savorgnan. |
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La Chiesa di San Pietro si incontra all’inizio del percorso di visita al Forte. Eretta sul luogo che in passato ospitava un edificio più antico, di tipo basilicale paleocristiano, viene citata per la prima volta in un testamento del 1260. In base alle ricostruzioni archeologiche era dotata di un’abside semicircolare e di un presbiterio rialzato. Fortemente danneggiata dal terremoto del 1976, è stata in parte restaurata: della costruzione si sono conservati il primo ordine della facciata, parte dell’abside e dei muri perimetrali, la sagrestia. |
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