martedì 22 ottobre 2024

Il bilancio della prima edizione chiusa ieri sera a Chicago VINITALY.USA CHIAMA, IL MERCATO RISPONDE PIÙ DI 1.500 OPERATORI PROFESSIONALI IN DUE GIORNI

 

Bricolo (Presidente): «Raggiunti tutti gli obiettivi prefissati per questo primo passo a cominciare dalla promozione coordinata e unitaria».
Danese (AD): «Completata la geografia degli eventi fieristici esteri. Tutte le strade portano a Verona».
Rebughini (DG): «Qualificata presenza operatori, aziende hanno avuto fino a 18 contatti giorno. Segnale che dà fiducia per l’edizione 2025 a Chicago, crocevia degli scambi».
 
(Chicago, 22 ottobre 2024). Più di 1.500 operatori professionali – buyer, importatori, distributori, canale horeca – in due giorni hanno incontrato la proposta di 1.650 etichette di oltre 230 cantine e sette regioni – Calabria, Campania, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Sardegna, Umbria, Veneto – e preso parte a 30 eventi tra masterclass, degustazioni e incontri di approfondimento del mercato. Sono i numeri della prima edizione di Vinitaly.USA (Chicago, 20-21 ottobre), organizzata da Veronafiere e Fiere Italiane in collaborazione con ITA-Italian Trade Agency, che ha chiuso ieri sera al Navy Pier, dedicata esclusivamente all’incontro tra domanda internazionale e offerta di prodotti italiani che rappresentano un terzo delle importazioni complessive di vino degli USA (1,5 miliardi di dollari su 4,5 totali).
«Abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissati per questo primo passo negli USA: numero e qualità delle cantine partecipanti; promozione coordinata e unitaria fra regioni, camere di commercio, Ice, consolati, ambasciata con Maeci e Masaf che hanno lavorato con noi nella stessa direzione per portare operatori professionali qualificati nell’interesse esclusivo delle aziende – sottolinea il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo –. A questi, si aggiunge il non meno importante obiettivo di aver selezionato nuovi buyer e importatori da invitare al prossimo Vinitaly di Verona».
«Con Vinitaly.USA completiamo la geografia dei nostri eventi fieristici dedicati al vino e ora siamo presenti in Nord America, oltre che in Asia, Balcani e Sud America – evidenzia Maurizio Danese, amministratore delegato di Veronafiere –. A questi, si aggiungono in media ogni anno 15 tappe tra roadshow e preview in mercati strategici che ricomprendono altre città degli USA, Giappone, Corea del Sud, Cina, Nord e Centro Europa con il duplice obiettivo di promuovere il vino italiano e selezionare operatori internazionali qualificati da ospitare al Vinitaly: tutte le strade portano a Verona».
Per Adolfo Rebughini, direttore generale della SpA veronese, «Abbiamo scelto Chicago perché è un crocevia di molti scambi commerciali degli USA che sono un mercato complesso per le diverse regole sulle importazioni. Il riscontro della prima edizione, costruita dopo l’esperienza dell’edizione zero dello scorso anno, è andato oltre le aspettative, con aziende che grazie alla app dedicata hanno potuto programmare anche fino a 18 business meeting, dato significativo per un evento come Vinitaly.USA, con rappresentanti qualificati della domanda statunitense e non solo. In un mercato che vive dinamiche molto particolari, in cui volgiamo continuare a essere presenti per sostenere le nostre imprese, questo risultato ci dà ottimismo per l’edizione 2025».
«Abbiamo lavorato con grande attenzione nella promozione dell’evento, selezionando gli inviti ai top buyer sulla base di una esperienza pluridecennale nella organizzazione di eventi nel settore wine», dice Maurizio Muzzetta, presidente di Fiere Italiane e partner di Veronafiere nella organizzazione di Vinitaly.USA a cui ha collaborato anche la Camera di Commercio italiana americana del Midwest-Chicago.
 
Un sentiment condiviso da molte aziende espositrici e anche dagli assessori che hanno guidato alcune delle collettive regionali presenti.
«Abbiamo aderito fin da subito a questa interessante iniziativa. Poter approcciare il mercato USA con una struttura avviata e dalla lunga esperienza come Vinitaly è stato fondamentale, un valore aggiunto – evidenzia Giancarlo Righini, assessore all’Agricoltura e Sovranità alimentare del Lazio-. Le testimonianze che abbiamo raccolto dai nostri produttori in questi due giorni sono di grande apprezzamento per il lavoro svolto: giudichiamo questa iniziativa una scommessa vinta».
Per Federico Caner, assessore all’Agricoltura e Turismo della Regione Veneto: «La prima edizione è stata un’esperienza molto importante, le nostre 37 aziende, per 180 etichette in degustazione, sono soddisfatte della partecipazione e stiamo già ragionando di implementare la presenza, già quest’anno la più numerosa tra le delegazioni regionali, nella prossima edizione».
«Siamo presenti con circa 12 aziende in un mercato strategico per il settore. Una bella scommessa quella di aggredire meglio e con il sistema Italia nella sua interezza questo importante mercato e la modalità sperimentata qui a Chicago è sicuramente quella giusta», conferma Nicola Caputo, assessore all’Agricoltura della Regione Campania.
Stefano Zannier, assessore regionale alle Risorse agroalimentari, forestali, ittiche e alla montagna del Friuli-Venezia Giulia, afferma: «È stato fondamentale aver partecipato a Vinitaly.USA perché avevamo la necessità come sistema regionale di approfondire la conoscenza di questo mercato e proporre le nostre etichette a buyer profilati statunitensi. Siamo convinti e fiduciosi che questo format possa diventare un punto di riferimento per i nostri produttori».
 
Alla prima edizione di Vinitaly.USA sono intervenuti il Governatore dell’Illinois J.B. Pritzker, il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, il Sindaco di Verona, Damiano Tommasi, il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, Riccardo Guariglia, segretario generale ministero degli Affari esteri e Cooperazione internazionale; Mario Bartoli, Console generale d’Italia a Chicago; Marco Rago, consigliere giuridico del ministro Tajani; Matteo Zoppas, presidente dell’ICE; Maurizio Muzzetta, presidente di Fiere Italiane; Marco Verna, direttore ICE Chicago; Mario Pozza, presidente Assocamerestero; Fulvio Calcinardi, segretario generale della Camera di Commercio italiana americana del Midwest – Chicago; Francesco Rocca, presidente Regione Lazio, gli assessori all’Agricoltura delle regioni Campania Nicola Caputo, del Friuli Venezia Giulia Stefano Zannier, del Lazio Giancarlo Righini e del Veneto, Federico CanerMarilynn Gardner, general manager Navy Pier. Per le organizzazioni di settore erano presenti a Chicago Lamberto Frescobaldi e Micaela Pallini, rispettivamente presidenti di Unione italiana vini e Federvini, Marzia Varvaglione, presidente di AGIVI (i giovani produttori di vino di UIV), oltre alle associazioni di rappresentanza agricola con Ettore Prandini, presidente Coldiretti, Luigi Scordamaglia, presidente Filiera Italia e Annamaria Barrile, direttore generale Confagricoltura. Per Veronafiere: Maurizio Danese, amministratore delegato Veronafiere, i vicepresidenti Matteo Gelmetti e Romano Artoni e il direttore generale, Adolfo Rebughini. Tra i partecipanti anche il vicedirettore generale del Banco Popolare di Sondrio, Mario Erba, e Paolo Barletta, amministratore delegato di Arsenale Spa e Gruppo Barletta e Steven Hartenstein, chairman board of Directors Illinois Restaurant Association.

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