Cosa rende Frida un mito contemporaneo?
Era una donna del secolo scorso, eppure nessuna come lei incarna temi attualissimi come l’identità di genere, l’emancipazione femminile, l’accettazione del proprio corpo. Un secolo fa, aveva già capito che l’identità è qualcosa di fluido, che puoi sceglierti e costruirti, indipendentemente dalle origini, dalle convenzioni, dall’orientamento sessuale, dai traumi fisici e mentali. Tutti viviamo piccole o grandi tragedie, la vita ci mette sempre alla prova. Quello che fa la differenza è il modo con cui le affrontiamo. Frida in questo senso è di grande ispirazione.
Nell’epoca dei selfie e dell’ipercondivisione social, i suoi autoritratti senza filtri sprigionano una forza dirompente. Mostrando al mondo tutte le sue sofferenze, Frida finì per trasformare il suo essere “diversa” in essere “speciale”. Dimostrando che le imperfezioni fisiche non vanno nascoste bensì valorizzate, fino a elevarle a emblema di forza e indipendenza. Fragile e indomita, Frida Kahlo fece di se stessa un’opera d’arte, celebrando la bellezza dell’imperfezione.
Un dialogo tra l’autrice del libro “Frida. Donna, artista, icona” Chiara Pasqualetti Johnson e la curatrice d’arte Maria Vittoria Baravelli rimette in discussione il significato dell’iconografia di Frida, per svelare gli aspetti segreti della sua vita tumultuosa. E provare a scoprire chi era davvero la persona che, troppo spesso, confondiamo con l’icona.
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