La “fame atavica” di Totò, i suoi brani più famosi interpretati da un duo, e soprattutto un menù ispirato alle sue ricette e ai suoi film, che racconta con profumi e sapori la Napoli del grande attore. Sono gli ingredienti della serata “Natale con Totò” di sabato 15 dicembre nella cornice del 5 stelle lusso bolognese, organizzata con Ape Confedilizia Bologna e presentata dalla scrittrice Maria Teresa Cremonini.
Bologna, 6 dicembre 2018_ Per Totò la fame è sempre anche fame di vita, incontenibile appetito per l’esistenza. Mangio, dunque sono: il cibo, desiderato, conquistato al prezzo di mille stratagemmi, è al centro di tutto, motore dell’azione drammatica e cuore della commedia. Il Grand Hotel Majestic “già Baglioni” ricorda la figura di Antonio De Curtis con l’evento Natale con Totò di sabato 15 dicembre: una serata presentata dalla presidente di Ape, Associazione Proprietà Edilizia Confedilizia Bologna, l’avvocato Elisabetta Brunelli in Monzani, e la scrittrice e giornalista Maria Teresa Cremonini. Il Principe torna nell’hotel che lo accolse, come ospite, esattamente 70 anni fa: lo testimonia una fotografia che lo ritrae al Majestic con Walter Chiari e Isa Barizza, custodita tra i memorabilia dell’archivio storico del fotografo Walter Breveglieri.
In programma, una “conversazione dei sensi” che parte dall’universo creativo di Totò per unire musica e cibo. Indimenticabili canzoni di cui era autore, aneddoti, storie e sorprendenti ricette originali raccontano il Totò più e meno noto, la maschera, l’attore e l’uomo, che a volte coincidevano. Con un solo invito: “A prescindere, pensate a me, prima e dopo i pasti” (da ‘Due cuori tra le belve’).
Appuntamento alle 19.30, per la presentazione del menù e le note “ispirative” del soprano Lucia Conte, che interpreterà i brani più celebri tra quelli scritti da Antonio De Curtis, accompagnata al pianoforte dal maestro croato Dragan Babic. Un gustoso aperitivo di note, in attesa della cena, alle 20.00.
Il menù è decisamente particolare. Ogni piatto è abbinato a un ricordo, una citazione preziosa. Dallo Sformato di formaggio ispirata a Totò Truffa (“Lei è Girolamo Scamorza? Non posso concludere l’affare, mi dispiace, ma sono in trattative con Decio Caciocavallo…un vero provolone”) agli imprescindibili Spaghetti alla Gennaro (“San Gennarì nubile, martire, aiutami tu”, da ‘Che fine ha fatto Totò Baby’): l’essenza del piatto popolano, tramandato da Gennaro lo spazzino, uno dei primi piatti preferiti dall’attore, che custodiva le ricette di famiglia in un prezioso quadernetto.
Non mancano il secondo e il contorno, l’Arista di maiale al forno – e qui riecheggia “Lei c’ha il piede di porco? E che numero porta?”, da ‘Chi si ferma è perduto’ – e il Misto di verdure del povero, omaggio a una vita sospesa tra miseria e nobiltà. “Non ho i soldi nemmeno per il funerale… vuol dire che al cimitero ci andrò a piedi” esclamava in ‘Totò e i re di Roma’. Una sorta di epitaffio prematuro, graffiante come era il suo solito. Infine, una nota di dolcezza con le Frittelle prelibate alla malafemmena. “La donna è mobile e io mi sento un mobiliere” ironizzava in ‘Signori si nasce’. E lui, modestamente, lo nacque.
Costo a persona: 65 euro
Per informazioni e prenotazioni: info@apebologna.eu, tel. 051 226416
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