BUILDING
Via Monte di Pietà, 23 - Milano
martedì - sabato, 10.00 - 19.00
"Vincenzo
Castella ritrae il mondo non come somma di forme, linguaggi e oggetti
ma come correlazione di spazi privati e collettivi della nostra società". Frank Boehm
Dal 27 febbraio al 27 aprile 2019, BUILDING presenta Milano, mostra personale di Vincenzo Castella, a cura di Frank Boehm.
La mostra - che si compone di trenta opera di medio e grande formato, oltre cento immagini inedite del lavoro sulla costruzione dello stadio di San Siro e tre proiezioni video - vuole essere un’antologia inedita sul lavoro svolto da Vincenzo Castella a Milano.
Artista
riconosciuto a livello internazionale, la produzione di Castella si
colloca principalmente nell'ambito della fotografia di paesaggio, inteso
come contesto costruito dall’uomo e ambiente scenico proprio delle
città.
Il
titolo della mostra è significativo, chiara intenzione di un tributo
alla città protagonista dell’esposizione e filo conduttore di una
produzione che compare nella ricerca di Vincenzo Castella già dalla fine
degli anni ottanta. Milano è per l’artista città d'adozione, attuale
residenza, il luogo dove la ricerca sulla città ha il suo inizio.
Il
progetto espositivo è costruito attraverso immagini di grande formato,
caratteristiche della produzione di Castella, organizzate dal curatore
Frank Boehm in tre sezioni: Rinascimento, Contesto Urbano e Natura.
La mostra si apre con le vedute di interni rinascimentali milanesi,
chiese, angoli e mura sacre fra i più noti, come il Cenacolo vinciano e
la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, che costituiscono la parte più
recente della produzione dell’artista. Gli spazi del primo e del secondo
piano ospitano gli scatti sul contesto urbano di Milano, con un
approfondimento sulla costruzione dello stadio di San Siro, serie del
1989 da cui successivamente prende forma e si sviluppa la produzione
artistica legata agli spazi urbani.
Al
terzo piano il tema è legato alla natura: Castella non cerca una natura
paesaggistica, ma guarda a una natura interna, mediterranea e
tropicale, collezionata e adattata all’altezza di una architettura che
la ospita, sviluppata attraverso l’educazione umana. Un’attenzione che
inizia per l’artista nel 2008 e che tutt'oggi prosegue come tensione per un’ipotesi di nuove riflessioni.
La
rappresentazione e così l’analisi della città si compongono
dall’esperienza di ambienti così diversi tra di loro, legati
concettualmente da un approccio di straniamento: mentre tutte le foto
ritraggono luoghi quotidiani ed accessibili, ripresi da punti di vista
terrestri – l’artista e lo spettatore fanno sempre parte dello stesso
spazio, interno all’architettura, interno alla metropoli – le immagini
sono tutt’altro che comuni. La misura della distanza crea una sensazione
di straniamento, un nuovo punto di vista.
La
realizzazione delle stampe di grande formato, sui cui l'artista è
solito lavorare, richiede grande impegno e tempi lunghi nella
preparazione dell’opera finale. Questo approccio di lavoro fa sì che la
produzione delle immagini di Vincenzo Castella si distribuisca nel tempo
in modo rarefatto, con opere di una cura e una qualità del dettaglio
estremi.
Cenni biografici
Vincenzo Castella è nato a Napoli nel 1952. Inizia la sua attività come fotografo nel 1975; tra il 1975 e il 1982 termina Geografia privata, foto a colori di interni domestici. Nel 1976, 1978 e 1980 è negli Stati Uniti, dove realizza il progetto People di Hammie Nixon:
una biografia semi-immaginaria dedicata al blues, alla cultura
afroamericana e all'architettura delle città degli Stati Uniti del Sud
(foto e pellicola 16mm). Dal 1980 espone le sue opere in Europa e negli
Stati Uniti. Nel 1998 inizia a fotografare le città, mentre a partire
dal 2006 inizia a realizzare installazioni basandosi su negativi
fotografici di grande formato: è il caso di Cronache milanesi, lavoro presentato ad Art Unlimited, Basilea 2009.
Nel
2015 il Board of Trustees della Tate Gallery ha incorporato nella
collezione del museo cinque opere del Progetto Malta. Vincenzo Castella
vive e lavora a Milano.
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