Fabbrica del Vapore
Sala delle Colonne
Via G.C. Procaccini 4, Milano
18 marzo - 11 aprile 2020
Ingresso libero
Conferenza stampa: mercoledì 18 marzo ore 11.00
Opening: mercoledì 18 marzo ore 18.30
In collaborazione con Radio Popolare e la partecipazione
dell’artista e dj brasiliana Monica Paes
Orari di apertura al pubblico
da martedì a venerdì 15-19
sabato e domenica 11-19
Informazioni al pubblico
info@cubeart.com
Immagini ad alta risoluzione e comunicato stampa
https://drive.google.com/drive/folders/18P5xiSIXeQY77DDhdRy7lrbr_HuUkf0-
L’arte come filtro poetico per osservare la realtà politica e sociale che ci circonda, l’arte come atto rivoluzionario, l’arte come opportunità di riflessione
sul ruolo di quegli uomini e donne che, nell’era della globalizzazione,
si ritrovano ai margini e non vedono rispettati propri diritti.
Milano, città che nella ricchezza della multiculturalità ha uno dei suoi caratteri distintivi più marcati, ospita per la prima volta in Italia l’artista brasiliano Lourival Cuquinha con la mostra-progetto “Transição de fase” che, dopo essere stato presentato al Museum of Modern Art di San Paolo e il Galpão Bela Maré di Rio de Janeiro, sarà esposto dal 18 marzo all’11 aprile 2020 alla Fabbrica del Vapore con la curatela artistica di Chiara Canali.
“Transição de fase”, progetto culturale, artistico e sociale ideato
dalle associazioni culturali Viafarini e Cubeart, con il Patrocinio del
Governo dello stato brasiliano di Pernambuco, del Consolato del Brasile
a Milano, in collaborazione con l’associazione culturale Art Company,
Vagaluna e il Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina, riflette sui flussi migratori tra una nazione e l’altra e sul valore comunemente attribuito alle cose e alle persone.
Indagando temi più che mai attuali come la migrazione e la libertà dell’individuo “Transição de fase” si propone come lo specchio di ciò che si ripete in tutto il pianeta,
scardina i confini del mondo dell’arte rivoluzionandone la sintassi in
maniera coraggiosa, e chiama il pubblico a riflettere sulla pressione
fisica e psicologica che deve affrontare chi vive la condizione di
immigrato, che nell’immaginario collettivo è percepito troppo spesso
come invisibile o di solo passaggio.
LA MOSTRA
Oltre 50 opere fra fotografie, installazioni e video, che rappresentano la più recente produzione dell’artista, mettono in risalto come, nella poetica di Lourival Cuquinha, classe 1975, la pratica artistica sia sempre associata a un forte impegno politico e sociale su questioni di scottante attualità, a partire dalle restrizioni rispetto ai movimenti delle genti e dei popoli.
Chiara Canali: “Transição de
Fase è un progetto che squarcia un velo: quello dell’ipocrisia del
sistema dell’arte che comunica tramite oggetti di investimento
travestiti da prodotti culturali. Lourival Cuquinha riporta alla ribalta
la vera funzione dell’arte: descrivere l’umanità, con i suoi drammi e
le sue urgenze sociali”.
Transição de Fase è
un termine che descrive il passaggio da uno stato solido a uno liquido o
viceversa. In mostra indica invece il passaggio da uno stato solido,
rappresentato dagli oggetti che gli immigrati vendono, per arrivare a
sognare la possibilità di un cambiamento, per un mondo senza confini e senza muri – ricorda l’artista Mariana Baba Lacerda
– dove le persone possono trasferirsi da un paese a un altro e vivere
felici, consapevoli di potersi costruire una nuova vita abbracciando una
nuova Terra.
Lourival
Cuquinha, che per quasi cinque anni è stato immigrato nel Regno Unito,
tra il 2014 e il 2017 ha operato a contatto con immigrati provenienti da
paesi dell’Africa e dell’America Latina e che lavoravano per
strada e si arrangiano come possono per sopravvivere, essere
riconosciuti socialmente e dare un senso alla parola “Futuro”, per il
quale sono anche disposti a perdere la vita stessa.
Trattati come cittadini di seconda classe, fuori dai circuiti dell’accoglienza e spesso costretti a vivere in condizioni di vulnerabilità, gli immigrati nelle opere di Cuquinha riconquistano visibilità e ruolo sociale:
l’artista infatti, attraverso un’operazione di carattere artistico e
assieme umano, ha incontrato gli immigrati, ha acquistato la loro merce
al doppio del loro valore e in cambio ha potuto fotografarli, per poi
realizzare opere capaci di offrire visioni contemporanee inedite
composte da più parti.
In particolare, un
primo gruppo di opere è costituito da ritratti a dimensione reale degli
immigrati stampati su bandiere fatte di banconote vere da un dollaro
cucite le une alle altre, come ad esempio l’immagine di un uomo
della Costa d’Avorio che l’artista incontrò a Parigi e che gli vendette
miniature della Torre Eiffel: l’immagine dell’immigrato, sia di spalle
sia frontale, compare su una di queste bandiere formate dall’importo
pagato per la merce, in questo caso in dollari.
Un
secondo gruppo di opere è invece composto da una serie di volti dei
venditori ambulanti stampate su lastre di rame, argento, oro, e
allestite su cerniere mobili e rotanti su se stesse, in modo che possano
mostrare allo spettatore il viso e la nuca dell’immigrato. La
grandezza, lo spessore e il materiale della lastra simboleggiano il
valore degli oggetti venduti e quanto è stato speso per il loro
acquisto. L’opera è quindi composta dall’immagine dell’immigrato,
dall’oggetto venduto e dall’importo pagato per la merce, in questo caso
equivalente al valore della lastra su cui è stampato il ritratto.
Ana Pedroso Guerrero, presidente dell’Associazione Cubeart: “L’arte
di Cuquinha costituisce una risposta globale e democratica a lungo
termine, nella speranza che si possa arrivare a una società polifonica,
che non arretri di fronte alle diversità, ma ci si confronti e le
accolga. In questo senso “Transição de Fase” si presenta come un
progetto culturale che guarda all'arte in nome della coesistenza delle
diversità espressive, richiamando la necessità di mantenere sempre
aperto un dialogo tra le culture”.
L’ARTISTA
Lourival Cuquinha (Pernambuco, 1975)
vive e lavora a San Paolo, Brasile. Artista visivo, cineasta e
fotografo, con immagini rigorose e personali investe la sfera politica e
sociale. Spesso le sue opere richiedono una forte interattività con il
pubblico. I suoi interventi di “arte urbana” vogliono far riflettere e
ricomporre a livello sociale ciò che si è scomposto e disgregato. Le sue
opere sono. Nel suo lavoro si riflettono costantemente pensieri sulla
libertà dell’essere e sul controllo che la società e la cultura hanno
sull’individuo, mettendo in discussione lo stato di ciò che è “un’opera
d'arte”.
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