Il grande giornalista ed enogastronomo Luigi Veronelli aveva una speciale predilezione per lo
schioppettino di Prepotto.
Annotava Mauro Giacomo Bertolli ne IlSole 24Ore , nel 2013 :
"Prepotto è un comune friulano in provincia di Udine di neppure 1.000
abitanti, che gode di un clima mitigato grazie alla cerchia delle
Prealpi Giulie che lo riparano dai venti freddi di settentrione, ed alla
vicinanza della pianura e del mare Adriatico, distante non più di 40
chilometri.
E' un vero e proprio punto di equilibrio climatico, a
cavallo tra il mare e la MittelEuropa, in cui il susseguirsi di giornate
calde e notti fresche garantisce quelle escursioni termiche che così
bene fanno alle viti.
Da sempre i vigneti che si estendono nelle
colline di Prepotto danno origine a vini di grande qualità, non solo
vini bianchi ma anche rossi.
Proprio così: rossi. Il Friuli Venezia Giulia è sicuramente noto nel
mondo per la sua grande produzione di vini bianchi, ma non sono da
sottovalutare i vini rossi, spesso da vitigni autoctoni.
Uno di
questi è lo Schioppettino, chiamato anche Ribolla Nera, forse il più
noto vitigno autoctono friulano a bacca nera insieme al Refosco dal
Peduncolo Rosso.
Sull'origine del nome del vitigno due sono le teorie
principali: Schioppettino come riferimento alla croccantezza dei suoi
acini, oppure al fatto che il vino giovane, se imbottigliato, possa
diventare naturalmente frizzante, causando un processo di fermentazione
malolattica in grado di stappare la bottiglia.
Le prime testimonianze storiche di questo vino risalgono a documenti
datati 1282, ritrovati nell'Archivio del Castello di Albana, situato nel
territorio di Prepotto.
Nonostante una storia millenaria, all'inizio
degli anni '70 il vitigno era pressocchè estinto, a causa delle
malattie, Oidio prima e Fillossera poi (fine '800-inizio '900), della
scelta di molti viticoltori di sostituire i vitigni autoctoni con
vitigni internazionali, del fatto obiettivo che a distanza di pochi
chilometri da Prepotto e dalle sue zone cru per eccellenza, Cialla ed
Albana, le uve ottenute non dessero gli stessi eccellenti risultati in
termini di vino prodotto, ed infine per problemi di ordine burocratico:
lo Schioppettino non figurava neppure nell'elenco delle varietà di cui
era consentita la coltivazione.
E qui avviene il miracolo: Paolo e Dina Rapuzzi partono con la loro
cantina, Ronchi di Cialla, e grazie anche all'aiuto di Bernardo Bruno,
allora sindaco di Prepotto, riescono a trovare le viti superstiti sul
territorio comunale e a realizzare un primo impianto di 3.500 ceppi che
ha segnato l'inizio della rinascita dello Schioppettino.
Come riconoscimento di tanto lavoro e lungimiranza, ai coniugi
Rapuzzi nel 1976 viene assegnato il premio Risit d'Aur (Barbatelle
d'Oro), prima edizione, delle Distillerie Nonino per "... aver dato
razionale impulso alla coltivazione, nel suo habitat più vocato in
Cialla di Prepotto, dell'antico prestigioso vitigno autoctono
Schioppettino, di cui assurde leggi ne hanno decretato l'estinzione…".
In giuria anche Luigi Veronelli.
Quarant'anni dopo lo Schioppettino è
un grande vino rosso, venduto in tutto il mondo, pluripremiato, con
un'associazione di produttori che lo tutela e lo promuove! ".
Borghi d'Europa ha voluto inserire Prepotto nel Percorso internazionale Eurovinum,il Paesaggio
della Vite e del Vino, coinvolgendo la Civica Amministrazione e l'Associazione dei produttori.
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